Progettare con la luce: Foscarini, 3 domande a Carlo Urbinati

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Le lampade, questi magnifici oggetti luminosi, sono uno dei prodotti di design più interessanti e suggestivi da vedere e da scoprire. Un settore sempre molto ricco di novità, capace di proporre soluzioni funzionali e d’arredo in un unicum, come nel caso delle lampade Foscarini. Le lampade di questo brand, hanno tutte, una storia, un’ impronta unica, che le rende vive. Dietro di esse c’è ricerca, esperienza e innovazione.

Abbiamo incontrato Carlo Urbinati fondatore e titolare di Foscarini insieme ad Alessandro Vecchiato.

Con lui abbiamo scambiato alcune domande, ancora una volta con lo spirito del Design Hero, per conoscere e raccontarvi meglio il mondo di Foscarinicominciare dalla collaborazione con Diesel. Ad Euroluce 2015 Diesel Living whit Foscarini ha presentato White Nose e Pipe Mesh, una collaborazione che continua da 7 anni…

La vostra partnership con Diesel in questi anni ha dato vita a una collezione che conta ormai più di venti famiglie di lampade dalla forte personalità. Come nasce questa collaborazione?

 

E’ una collaborazione o meglio, uno scambio  basato sul fatto che da un lato, loro sono interessati a utilizzare il patrimonio di conoscenza e di pubblico che li segue per offrire loro anche prodotti per la casa. Dall’altro, noi siamo  interessati ad offrire a un pubblico sensibile come di Diesel, dei prodotti personalizzati e  caratterizzati da un linguaggio molto deciso e diverso dal nostro.

Da ciò nasce la collezione Living in cui si inserisce la a partnership. con Foscarini. A disegnare i prodotti sono i creativi di Diesel e questo fa la differenza. I progetti sono poi industrializzati e sviluppati da chi si occupa di queste cose, e nel caso dell’illuminazione è Foscaini come nell’arredamento lo è Moroso.

 

Uno dei prodotti presentate ad Euroluce 2015 è Kurage disegnato da Nendo e Nichetto, come è nata la vostra collaborazione con i designer?

Kurage è un pezzo sperimentale divenuto prodotto.

Nel nostro catalogo non ci sono solo pezzi validi, perché funzionali. Spesso un prodotto entra in catalogo anche  perché ha qualcosa di interessante, e nel caso specifico di Kurage, anche qualcosa di poetico e coerente. Abbiamo lavorato parecchio a questo progetto anche con i designer, con l’obiettivo di  lasciare tale e quale, ciò che era nato inizialmente come una cosa pulita e semplice. Si doveva trasformare un prototipo in un prodotto stabile.Ci siamo trovati alla fine dopo tante, tante prove davanti ad un prodotto che era diventata un altra cosa.  Anche se era diventato prodotto aveva perso il suo fascino.

Ci siamo così dovuti allontanare dalle aspettative di prodotto e metterlo sul mercato con coraggio e faccia tosta lasciando intatta la purezza che contraddistingue la lampada. Le impressioni sono comunque state buone. E speriamo che la gente attratta da questi prodotti, li capisca sapendo come valorizzarli.

Dal punto di vista tecnico,disegnare una lampada e più complesso di disegnare altri prodotti?

 

Si è così. Sia dal un punto di vista generale che dal punto di vista professionale.Ricordo il  mio professore all’università una volta si arrabbio ad un esame perchè c’era chi si era dimenticato di mettere le grondaie,  e quando piove cosa succede? Ecco nelle lampade serve questo approccio. E’  importante l’aspetto tecnico.

A volte i designer sono molto bravi a disegnare sedute,  però passare alle lampade è diverso, con le problematiche specifiche, le proporzioni, qui tutta un’altra cosa. L’oggetto illuminante ha tutto un’altra funzione .