Eccellenze Toscane a Concreto Creativo: Arredativo Incontra Martinelliluce.

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Parlare di design toscano parlare di design in Toscana: è l’invito a cadenza mensile che ci fa Concreto Creativo, evento promosso e organizzato da Ordine e Fondazione degli architetti di Firenze insieme al MuDeTo (Museo del Design Toscano). Dopo l’appuntamento con Edra è la volta di Martinelliluce.

 

Illumina il design toscano, l’azienda che ha le sue radici e la sua sede nel cuore della Toscana, a Lucca.

Abbiamo incontrato Emiliana Martinelli, figlia di Elio Martinelli fondatore delle azienda che ha dato “natali” a lampade di successo, come Pipistrello di Gae Aulenti, solo per fare un nome. Ma non mancano i successi anche in epoche recenti, anzi. Nel 2011 Martinelliluce ha vinto il XXII Compasso d’Oro con il progetto Elica  firmato da Brian Sironi, e la lampada Fluida di Studio Natural, ha ricevuto nel 2016, la Menzione d’Onore XXIV Compasso d’Oro ADI .

 

 

Emiliana Martinelli è designer nonché presidente dell’azienda di famiglia, ci siamo fatti “illuminare” sul mondo del design delle lampade scoprendo un nuovo punto di vista di chi fa design.

 

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Come Edra (a cui abbiamo fatto questa domanda), anche voi rappresentate una eccellenza del design italiano, ma anche della Toscana . Come è fare design in Toscana?

Tanti ci dicono come avete fatto a intraprendere questa attività, perché in effetti, qui ci sono poche realtà, specialmente in passato, quando il mio babbo ha iniziato, negli anni ‘50 . allora di aziende di design ce ne erano meno di oggi,  anche se anche ora, si contano, siamo pochi .

Un po’ di problemi ce ne sono stati, perché bisognava andare a cercare sia le maestranze i terzisti. Per vedere qualcosa di nuovo in fiere, incontrare studi di architettura, bisogna sempre spostarsi e andare a Milano, che è un pò il centro del design, come è sempre stato. Si, indubbiamente è un può sembrare un handicap, però non lo è perchè alla fine, basta spostarsi.  Ora è ancora più semplice di una volta, quando mio padre ha iniziato. Indubbiamente non c’era internet, non c’era le varie comunicazioni veloci come oggi e quindi ci si spostava spesso. Io sono sempre stata dietro a mio padre, in continuazione e quindi ho avuto modo di conoscere e di vedere diverse realtà anche in quel periodo.

Lei è cresciuta nell’azienda e in un settore specifico quello dell’illuminazione, dove la tecnologia e importante e in continuo mutamento. Quanto importante la tecnologia e quanto ha influito nel settore ?

 

Dipende,  la tecnologia è molto importante quando si studia e si progetta  le lampade a carattere tecnico, perché si va incontro alle tecnologie a LED, alle alogene. Tutte le lampade hanno bisogno di vari componenti elettrici per far funzionare le varie sorgenti  e in questi casi, bisogna stare molti più attenti che non quando si progetta una lampada per interni , cioè il portalampada più semplici . Si deve comunque sempre tener conto delle normative, delle distanze, anche  nella decorativa è più semplice che nella lampada tecnica. Si deve sempre stare attenti quando si progetta.

In MartinelliLuce lei ha sia il ruolo di presidente che quello progettista, come viene visto questo dai designer e quanto le competenze tecniche influiscono sulla scelta dei progetti? Sicuramente avere l’occhio del tecnico aiuta anche nella selezione dei progetti? come è vissuto questo dai designer?

 

Io faccio il doppio ruolo di designer e imprenditrice, che non collimano sempre bene, perchè quando progetto penso, che poi devo metterlo in produzione, vederlo, ingegnerizzare.  E quindi tante volte nella progettazione mi freno a fare una determinata cosa o un’altra perchè poi dico, non è il momento, è troppo complicato, è troppo complesso per farlo …

Faccio lo stesso anche quando vengono i designer esterni. Cerco sempre di vedere nei progetti degli altri designer se c’è un filo logico alla  nostra produzione, che siano non facili, ma comunque, che possa metterli in produzione  secondo le nostre tecnologie tenendo conto della linea che io voglio continuare. Certamente, quando vedo il prodotto di un altro designer è come se lo facessi io: mi deve piacere. Devo pensare: “ecco, questo lo potrei fare!” e allora lo metto in produzione,  perché deve continuare quella linea che io voglio .

 

 

 

 

Siete la conferma che aprire a giovani progettisti è una delle chiave del successo, i due studi presenti oggi, sono la conferma visto che entrambi hanno ricevuto premi ambitissimi. Quanto è importante questo per voi?

 

E’ già qualche anno che sto cercando di conoscere sempre di più i  giovani designer e mi fa molto piacere lavorare con loro, perchè sono più liberi, più freschi per certe cose. E poi non è detto che il progetto di un designer affermato sia meglio di uno giovane.

Io voglio continuare questa linea  anche con altri designer giovani, (ci sono cose che si dovrebbe mettere in produzione a breve). Questa collaborazione,  mi ha portato con il primo al Compasso D’oro, l’altro alla Menzione D’onore. Mi piace,  anche se non lavoriamo solo con i giovani, questo è solo un lato della mia filosofia. Collaboro anche con altri designer, come l’ultimo in ordine di tempo  è Karim Rashid, che è un nome. Ci vuole un po di tutti due, però i giovani hanno questa freschezza d’idee. Non tutti, alcuni sono molto poesia e vanno portati alla realtà, bisogna saper scegliere l’oggetto che fa al caso nostro.

 

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Nuovo appuntamento con il design toscano di Concreto Creativo è per giovedì 2o Ottobre 2016 alla Palazzina Reale di Firenze.