La vita e il design di Ettore Sottsass jr

Pubblicato il Di in News, Pezzi Storici, Storia del Design

Niente di meglio delle proprie parole per raccontare se stessi. E così dopo Munari, abbiamo pensato che per riscoprire un’altro grande del design italiano, potesse essere interessante raccogliere alcune delle sue celebri frasi più interessanti per raccontarne il pensiero tra progetto e vita vissuta. Ettore Sottsass jril designer italiano che con il suo genio creativo ha lasciato un impronta indelebile nel design italiano.

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Io sono figlio dell’illuminismo; cioè sono un razionalista. In realtà penso prima di fare, al contrario di quello che dicono gli americani: do it, che mi sembra un po’ primitiva come frase.
– Ettore Sottsass

Già in questa frase si capisce molto del suo approccio progettuale. Fu una lunga vita  professionale quella di Ettore Sottsass , figlio dell’architetto Ettore Sottsass senior, comincio a lavorare nel 1947 a Milano, qui aprì il suo primo studio di design.  Iniziò ad   occuparsi quasi prevalentemente di design solo dal 1958,  in quello stesso  periodo iniziò a collaborare con Giuseppe Pagano.

Ha sviluppato progetti che indagavano il mondo della ceramica, dello smalto su rame, del gioiello, del vetro.

Tante sono le collaborazioni e i progetti realizzati e tra questi spicca quella con Bitossi Ceramiche, l’azienda toscana nota per la realizzazione di oggetti ceramici. Trenta anni di collaborazione, l’architetto Sottsass fa il suo ingresso alla Bitossi nel 1955 con l’incarico di ideare nuove ceramiche per la newyorchese Raymor, ma ben presto, avvierà ricerche più personali che lo porteranno alla creazione di opere come le ceramiche per la Galleria del Sestante di Milano, le ceramiche delle Tenebre, le ceramiche Shiva. gli Yantra, i celebri Totem ecc…

Tra le iconiche realizzazioni di Sottsass per Bitossi Ceramiche anche la collezione che comprende il vaso Rocchetto. La collezione  composta da quattro pezzi: alzata grande e piccola, calice a appunto il celebre vaso Rocchetto, tutto rigorosamente bianco e nero.

 

 

Il nome di Sottsass si lega indissolubilmente ad un altra realtà del design che ha segnato un epoca, il gruppo Menphis.

 

Gruppo Memphis: il collettivo che divenne fenomeno culturale

 

 

 

Quando abbiamo fatto Memphis… i nostri mobili non erano comperati dalla borghesia milanese, ma dagli impiegati di Messina, che cercavano qualcosa di irraggiungibile, uno status.
– Ettore Sottsass

 

L’esperienza del gruppo Memphis, inizia con un incontro informale nella casa milanese di Ettore Sottsass, l’11 dicembre 1980. Una serata organizzata per discutere di nuove forme espressive legate al design, a cui presero parte: de Lucchi, Aldo Cibic, Matteo Thun, Marco Zanini e Martine Bedin.

Il linguaggio di Memphis colpì l’opinione pubblica, attirando l’interesse e la curiosità di molti e così, trovarono spazio sulle copertine delle maggiori riviste.

Nel 1985, Sottsass lasciò il collettivo considerando raggiunto il suo obiettivo di contrastare con uno stile aggressivo il design minimale dell’epoca. Il gruppo si sciolse definitivamente nel 1988 segnando la fine di un esperienza che resta comunque rappresentativa di un fenomeno culturale degli anni Ottanta.

 

Certamente chi mi lascia fare qualcosa è sempre gente molto ricca, perché i poveri non vengono da me, ma non vanno da nessuno, i poveri ricevono quello che il potere gli da come abitazione, come distacco dal centro delle città. Ho anche questo problema: parlo di case per la gente, però poi queste persone sono miliardari.
– Ettore Sottsass

Tra le collaborazioni importanti nella lunga carriera di Sottsass  anche quella con Knoll. Molti i pezzi disegnati per l’azienda proprio negli anni ’80.

La East Side Lounge Chair, la Collezione Lounge Eastside ( in versione poltrona, divano a 2 posti o 3 posti letto), la Mandarina chair, il tavolo Central Park Square Table 3471 (del 1983) sono tutti suoi progetti oggi conservati al Knoll Museum.

 

Quando disegno non cerco di salvare il mondo, cerco di salvare me stesso… Non sono un rivoluzionario né un missionario.
– Ettore Sottsass

Quelle di Ettore Sottsass sono tante fasi di una lunga carriera Oltre agli oggetti d’arredo per la casa,  Sottsass viene ricordato anche per la sua importante la collaborazione con la Olivetti.

Per  l’azienda realizza una delle icone del design italiano, la Valentine. La macchina da scrivere  disegnata nel  1969 (premiata con il Compasso d’Oro nel 1970) . Prima di allora aveva già progettato, la macchina per scrivere Lettera 36, e sempre per la Olivetti  il calcolatore elettronico Elea 9003 , un progetto del 1957 che gli era già valso un premio Compasso d’oro nel 1959. Nello stesso campo e per l’azienda d’Ivrea progetta la macchina per scrivere Tekne  (1964), la Macchina per scrivere Praxis 48 per Olivetti (1964) e il Personal computer M 24 per Olivetti del 1984.

 

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Nella lunga carriera di progettista sono 4 i premi Compasso d’Oro oltre a quelli ricevuti nel 1959 e nel 1970 per Olivetti ricevette il premio anche per l’Elaboratore elettronico G 120  sempre 1970 e nel 1989 per Nuovo Milano di Alessi.

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È un tentativo continuo di aggiornamento, di capire cosa sta succedendo. Non si tratta di rimanere giovani, ma di restare in tensione con il mondo.
– Ettore Sottsass

Le aziende toscane hanno avuto un ruolo importante nella carriera di Sottssas, oltre a Bitossi Ceramica non possiamo dimenticare Poltronova. L’azienda di Agliana  si incontra con Sottssas, e conosce un periodo di massimo splendore, quello in cui nascono delle icone oggi veri pezzi da collezione. Siamo alla fine degli anni Settanta e Sottsass disegna gli Armadi Superbox (1966) e lo Specchio Ultrafragola  del 1970.

Una delle ultime opere di Ettore Sottsass, la sedia nine-o di emeco. Il designer riuscì a vedere solo le prime versioni. La sedia è una reinterpretazione di un classico: la sedia in alluminio Navy costruita per sommergibili della seconda guerra mondiale e prodotta da Emeco dal 1944.

Ci sarebbe da parlare dei suoi progetti d’architettura e delle altre collaborazioni come quella con  Zanotta, Venini, Kaldewei, Serafino Zani… Ma per concludere ci piace riprendere una sua frase che esemplifica il suo pensiero di uomo e progettista.

L’architettura può essere fatta di poco, di molto poco, purché questo poco sia tutto quello che gli uomini devono avere per non dimenticarsi di essere uomini e niente altro. Niente altro che questo…
– Ettore Sottsass