La collezione: In attesa di Palazzo Reali

Pubblicato il Di in Eventi

Dal 24 giugno al 20 agosto, il Museo d’arte della Svizzera italiana presenta negli spazi espositivi al LAC il secondo allestimento delle sue collezioni, composte complessivamente da oltre 14’000 opere, dalla fine del Quattrocento ai giorni nostri. Il percorso espositivo propone una precisa selezione di opere volta a evidenziare la ricchezza delle raccolte – acquisizioni, donazioni e depositi a lungo termine – e anticipa la riapertura al pubblico di Palazzo Reali già sede del Museo Cantonale d’Arte e ora sede istituzionale del MASI, prevista a gennaio 2018. Il secondo allestimento della collezione negli spazi al LAC è stato pensato per suscitare curiosità e attesa in vista della riapertura di Palazzo Reali, anticipando, nella prima parte della mostra, una selezione di opere che, a inizio 2018, troveranno una precisa collocazione nel nuovo progetto espositivo della sede storica del Museo.

 

La seconda parte della mostra è un omaggio alla Donazione Panza di Biumo mentre, in chiusura, sono presenti opere di recente acquisizione che mostrano nuovi ambiti di ricerca legati alla fotografia e alla pittura. Ad aprire la prima sezione dell’allestimento è una pregevole scultura in marmo di Tommaso Rodari (Maroggia 1460 – Como 1525), artista ticinese considerato a giusto titolo fra i maggiori scultori del Rinascimento nella Regione dei laghi. L’opera è stata recentemente donata da una coppia di sostenitori del Museo, i quali con grande generosità hanno voluto destinare al Museo d’arte della Svizzera italiana questa scultura rara e di straordinario interesse artistico. Il busto in marmo di Rodari si inserisce con pregnante coerenza all’interno della collezione, come dimostra l’accostamento con la “Natività” di Giampietrino e con le altre opere presenti nella prima sezione dell’allestimento dedicata al rapporto con il territorio e al vasto e affascinante tema dell’emigrazione artistica, con figure di grande rilievo quali Pier Francesco Mola o Giovanni Serodine. Numerose sono le opere depositate dalla Fondazione Gottfried Keller.

La Fondazione, costituita nel 1890 da Lydia Welti-Escher, lasciò in eredità alla Confederazione Svizzera gran parte del suo patrimonio e vincolò la donazione all’acquisto, con i redditi del capitale, di importanti opere d’arte per i musei svizzeri. Oltre 6’500 opere d’arte della Fondazione Gottfried Keller sono depositate in musei d’arte e di storia svizzeri; per il MASI i depositi della FGK rappresentano un apporto di grandissimo valore alla propria collezione in particolare per l’arte dei secoli passati fino agli albori del Novecento. Il MASI detiene un rilevante patrimonio di opere dell’Ottocento, rafforzatosi considerevolmente con la riunione delle collezioni cantonali e cittadine. Questo ambito viene esemplificato nell’allestimento da una selezione di dipinti provenienti da lasciti e donazioni che hanno segnato in modo importante lo sviluppo delle collezioni: il lascito Milich Fassbind, che comprende opere di maestri francesi della fine dell’Ottocento e dei primi del Novecento (Monet, Boudin, Vuillard, Derain, Rousseau, Matisse e altri); l’importante Donazione Chiattone (con 21 opere di Umberto Boccioni prefuturista e altre di Tallone, Dudreville, Cremona, Funi e altri); la Donazione Ida Lenggenhager-Tschannen, con opere di esponenti dell’arte francese del secondo Ottocento (Pissarro, Degas, Renoir, Maillol e altri).