Save the date: i 10 appuntamenti alla Milano Design Week

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Impresa quasi impossibile, riuscire a dirvi cosa c’e da vedere  durante la Milano Design Week ed essere sicuri di avervi dato il consiglio giusto, visto che gli eventi sono ancora tutti da scoprire. Ma facciamo ordine e partiamo dal presupposto che, noi stessi ci siamo fatti un’agenda di cose da vedere e da non perdere, ed è con questo spirito che vogliamo proporvi la selezione dei 10 appuntamenti da non perdere al Salone del Mobile 2017 .

Cominciamo dalla Fiera  di Rho, al Padiglione 15  c’è DeLightFuL: Design, Light, Future, Living: sono quattro i concetti-chiave, riassunti in DeLightFuL. Un percorso visivo e sensoriale nel vivere quotidiano e nello spazio contemporaneo, che riflette sulle nuove generazioni ed esplora il loro nuovo modo di vivere e concepire lo spazio domestico curato da  Ciarmoli Queda Studio. Filo conduttore di questa riflessione sono tecnologia, design e luce, aspetti fondamentali, complementari e necessari nella dell’abitare contemporaneo e dei suoi spazi essenziali.

 

Fuori Salone, nel distretto 5vie, tra tantissimi appuntamenti e location, da non perdere c’è VasoNaso il progetto di Matteo Cibic (di cui tempo fa vi avevamo parlato). In mostra le 366 ceramiche realizzate artigianalmente una per ogni giorno dell’anno nel corso del 2016. Un progetto che unisce la creatività del designer, il suo umorismo con la creazione artigianali capaci di  esprime qualcosa in più.

 

Appuntamento con il nuovo progetto  immersivo e dissacrante di Atelier Biagetti: GOD.   Dal  3-9 Aprile in Piazza Arcole 4 a Milano, Alberto Biagetti e Laura Baldassari presentano GOD, a cura di Maria Cristina Didero. Giocato sul confine tra arte e design, il progetto  verrà presentato a cavallo tra il Mi-ART e la Design Week 2017. God è una delle parole più potenti della storia, carica di significati e preconcetti per analizzare quella che gli autori individuano come la “terza ossessione” (preceduta da il progetto BODY BUILDING del 2015 e NO SEX del 2016  ). Non intendono accendere alcun dibattito teologico, ma piuttosto desiderano indagare un elemento che nella società contemporanea è onnipresente, onnipotente e fonte di regole e aspirazioni: il denaro – con esso l’idea di un veloce attimo di elettrizzante e onnipotente felicità.

 

Terza edizione e non vogliamo perdercelo, si tratta di  A Matter of Perception: Linking Minds. Progetto promosso da  Mosca Partners e DAMN° a Palazzo Litta durante la Design Week e coinvolge alcuni dei protagonisti del design internazionale.

Questa edizione esplora il tema di LINKING MINDS ovvero espressione per rappresentare quella particolare alchimia che si crea tra due o più persone e genera costanti collaborazioni che molto spesso sono alla base del processo creativo. Idee che nascono attraverso un mix di amicizia, fiducia reciproca, esperienza ma anche molto ‘amore e umore’ e il risultato di tutto questo è alla fine un bellissimo prodotto.

L’installazione nel cortile principale sarà interpretata da Diller Scofidio + Renfro, studio di progettazione interdisciplinare con sede a New York. L’installazione di DS+R nel cortile sarà sviluppata da: Trussardi, Gaggenau, Zumtobel Brand, Living Divani, Emeco, EternoIvica e Redaelli.

 

Per la prima volta i due cortili saranno di nuovo uniti in un unica grande manifestazione, dal cortile principale si potrà accedere al teatro più antico ancora aperto in città – Teatro Litta – attraversando il Cortile dell’Orologio. Sotto la direzione creativa dell’architetto e interior stylist Elisa Ossino, l’installazione sarà connotata da un forte carattere scenografico che fa riferimento al concetto principale di Linking Minds.

Installazioni nel teatro saranno  di Michele De Lucchi, Andrea Branzi e Francesca Balena Arista e indagheranno il tema de ‘L’estetica‘ nel mondo contemporaneo. Il progetto è il risultato del Laboratorio di Design degli Interni della Scuola di Design del Politecnico di Milano.

La sinergia con il mondo dell’architettura e del design verrà nell’installazione Glass Simphony unitamente alle finiture per vetri 3M Fasara™ che dialogheranno con i modellini, realizzati dagli studenti di Michele De Lucchi e Andrea Branzi.

Nell’allestimento del Teatro Litta, curato dall’architetto Paola Silva Coronel, verranno messi in scena i 35 nuovi, bellissimi pattern che rispondono in maniera ancora più sofisticata alla crescente domanda di decorazione delle partizioni interne ed esterne in vetro.

Ci si sposta “in zona Brera”  ( Via Palermo 1, Milano ) per scoprire The Visit  progetto  a cura di Studio Pepe (  Arianna Lelli Mami and Chiara Di Pinto ). Il progetto si svolge in un appartamento a Milano, che risale ai primi del 1800, l’interconnessione tra le stanze crea   un continuo gioco di richiami cromatici e motivi geometrici. Obiettivo era quello di creare un’esperienza attraverso l’uso di stratificazioni stilistiche che raccontassero storie, portandoci in un atmosfera milanese che è allo stesso tempo creativa e sofisticata.

Food e designer si incontrano invece nel progetto We R Food for Rigolo nato dall’incontro tra il ristorante Rigolo e il mondo della creatività di We R Food.

Fabio Calandri​, direttore creativo We R Food​, e Renato Simoncini​, proprietario di Rigolo hanno coinvolto quattro designer italiani per l’impiattamento delle proposte culinarie dello chef del ristorante, selezionate appositamente per l’occasione. Uno studio di ​set design allestirà i tavoli. Filo conduttore sarà quello di intervenire sul menù e sulla presentazione dei piatti e del contesto, esclusivamente dal punto di vista formale​: le quattro proposte alla carta verranno interpretate, disponendo le pietanze come un vero progetto di allestimento​. Il risultato sarà quello di restituire valore all’essenza delle ricette, in un’ottica di estetica progettuale al servizio della cucina, senza modificarne i contenuti, ma intervenendo esclusivamente sulla forma. Un processo complessivo che individui l’equilibrio tra la decorazione e il progetto​. Così anche per la tavola: una installazione orizzontale che si sovrappone alla classica apparecchiatura del ristorante, un pop up, un’occupazione temporanea che assume le funzioni di sovratovaglia e di sottopiatto.

Vito Nesta​, Martinelli Venezia​, Elena Salmistraro e Zanellato Bortotto sono i designer che interverranno sui piatti del menù. Studio MiLo si occuperà dello concept grafico coordinato della tavola, del menù e delle vetrine.

 

Cuoriosi di conoscere il menu?

Caprese di Mozzarella di bufala | disegnata da Vito Nesta

Risotto alla milanese | disegnato da Elena Salmistraro

Filetto di manzo alle erbe provenzali e patate al forno | disegnato da Martinelli Venezia Tiramisù | disegnato da Zanellato Bortotto

Allestimento della tavola a cura di Studio MiLo

Anche per quest’anno un passaggio da NONOSTANTE MARRAS che partecipa al FuoriSalone con le due rassegne M’illumino d’immenso e Facciamo il punto

M’illumino d’immenso è un viaggio nella luce interpretata dallo stilista che ripropone una variante delle sue Orfanelle, installazione del 2004 recentemente esposta alla Triennale di Milano, insieme a Retratos Iluminados, un gruppo di lavori realizzati da Fernando e Humberto Campana e alcune ricamatrici delle comunità nelle favelas di Sergipe e Alagoas, per finire poi con Bandidos Iluminados, un lavoro a quattro mani, anzi sei, tra i fratelli Campana e Antonio Marras. In mostra 35 lampade composte da telai da ricamo, sospesi nell’aria, che si affacciano sullo spazio mostrando, in un alone di luce, i volti dei soggetti ricamati sulle tele. I Bandidos Iluminados, progetto nato dalla collaborazione tra Marras e i Campana, riproducono invece i volti dei fuorilegge più noti al mondo, da Al Capone a Pablo Escobar, da Caligola a Butch Cassidy e Sundance Kid, nonché di alcuni leggendari banditi sardi, anch’essi ricamati su stoffe retroilluminate, con interventi sartoriali del genio creativo di Marras.

Il negozio sarà il teatro di un’escursione multidisciplinare sul “punto”: dal concetto matematico di entità adimensionale, a quello filosofico di inizio o di fine (nascita o morte) Facciamo il punto riflette sulle sfaccettature attribuite al punto. Punto ricamato, punto musicale, punto eziologico, punto quantico, punto astratto, punto concreto, pois, a un certo punto… E’ lo stesso Marras ad aver affermato che il suo primo approccio con l’arte sia avvenuto grazie a una delle famose tele bucate di Lucio Fontana, attraverso cui la sua attenzione di alunno distratto si è focalizzata  sull’enorme potenzialità che un punto avrebbe potuto offrirgli”.

 

Spostiamoci in Triennale. Qui la nuova mostra che sarà presentata alla stampa il prossimo 1 Aprile: Giro Giro Tondo. Design for Children.  La decima edizione del Triennale Design Museum, ideata e diretta da Silvana Annicchiarico, è tutta incentrata sul tema dell’infanzia. Un’esposizione che è anche un viaggio nel mondo dei bambini, attraverso il design, l’architettura, i giochi, le immagini, gli spazi e gli oggetti a loro dedicati e rappresentati in 10 sezioni tematiche, ciascuna affidata a uno specifico curatore.

 

Un allestimento magico e sorprendente per i piccoli visitatori, e non solo. Occasione per incontrare i grandi nomi del design e scoprire la loro fantasia e la sottile ‘delicatezza’ nel loro approccio al progetto del design per i bimbi. Tutto attraverso l’interpretazione narrativa di Stefano Giovannoni il Triennale Design Museum diventa così espressione della memoria e dell’immaginario legati all’infanzia.

Sempre piacevole un passaggio in Cascina Cuccagna, ancora di più se c’è una mostra interessante da vedere. E’ il casi di Capitalism is over  il progetto curato da Raumplan e ACCC – Associazione Consorzio Cantiere Cuccagna per il Fuorisalone 2017. Gli oltre 4000 mq dell’antica corte agricola situata a pochi passi da Porta Romana diventano teatro di un’immaginaria festa di addio al capitalismo: gli ospiti speciali sono una platea di prodotti iconici dell’età dell’oro del capitalismo novecentesco, a cui si uniscono i loro successori contemporanei, figli della crisi e di nuovi modelli di business.

 

Uno scenario fittizio, all’interno del quale aggirare le opposte posizioni ideologiche e sollevare alcune domande sul mondo della merce e sul ruolo del designer nella filiera produttiva.

Il percorso espositivo indaga le contraddizioni, le criticità e le opportunità aperte da alcuni epocali mutamenti sociali ed economici. Capitalism is over è al contempo una parodia, una riflessione storica e un palinsesto paradossale in cui porre l’attenzione sulle potenzialità e sulle debolezze della progettazione in un periodo di incertezza e di crisi.

 

Il decimo appuntamento è spesso quello che preferisco e può essere una scommessa. Scegliete un distretto, passeggiate per le vie di Milano e guardatevi intorno. Se avete l’occhio attento e curioso, sicuramente ci sarà una vetrina che attirerà la vostra attenzione, un bel progetto, un allestimento intrigante. Entrate. Sicuramente scoprirete qualcosa di nuovo forse sarà uno dei progetti più belli che avrete visto. Senza aspettative. A me lo scorso anno è successo proprio così!

Buona Milano Design Weeek!