Arredativo incontra Biagio Cisotti

Pubblicato il Di in Approfondimenti, Interviste

Alcuni mesi fa, in occasione dell’anteprima fiorentina della collezione disegnata da Karmelina Martina per Moroso, abbiamo potuto assistere, ad un interessante conferenza con Patrizia Moroso, Art-director di Moroso, organizzato da Selfhabitat (Firenze) in collaborazione con ISIA Firenze.
Nell’occasione abbiamo potuto conoscere e intervistare Biagio Cisotti designer (ha collaborato fra gli altri con Alessi, B.R.F., EX-Novo, Poltronova, Ravarini Castoldi, Zeritalia ) e docente presso ISIA Firenze che ha curato l’iniziativa e moderato l’incontro.


Arredativo: Come nasce l’idea dell’incontro che coinvolge studenti e aziende di design?

Cisotti: L’ idea è quella di far raccontare il design da persone esterne alla scuola, che facciano una sintesi: persone con idee diverse. La storia del design italiano – evidenzia Cisotti – è data per scontato sia fatta solo dai designer, ma ci sono anche le aziende, che sono una realtà importante della storia del design che non viene resa molto visibile. La storia del design è fatta da un macchina, un sistema molto complesso dove vi sono le aziende, i designer, le riviste, i siti web. Comunque raccontare la storia del design, raccontando solo i pezzi, è riduttivo: la storia delle aziende che hanno fatto il design è importante e dietro a queste realtà ci sono persone precise, che hanno fatto quella storia.
A: Quali opportunità dall’incontro Azienda studenti?

C: L’idea è stata quella di far venire Patrizia Moroso, perché Moroso è un’ azienda tipica della storia italiana. Tipica ma allo stesso tempo atipica: innanzitutto è ad Udine una zona in passato fuori dai circuiti del distretto del design italiano che in genere vedeva protagonista la Brianza. Atipica ma
tipica, grazie anche a una figura illuminata, come Patrizia Moroso che decide di adottare metodologie di progetto tipiche ma atipiche per il design italiano, decidendo di cercare come designer gente che vada oltre, che vede l’arte come dominante nella vita delle persone. Moroso, ha raccontato la sua passione, ha raccontato l’azienda con il suo lato artigianale che caratterizza il settore imbottito, perché in un divano, il valore aggiunto è quello legato all’artigianalità. Aver conosciuto Patrizia Moroso non è occasione indifferente.

A: L’arte e il design insieme, l’esperienza di Moroso evidenzia che questo è possibile: è una scelta vincente ? Ed è una scelta rara oppure no ?

C: Fa parte della storia del design italiano, i designer non esistevano, non c’era una scuola, in genere erano architetti che non facevano gli architetti, perché magari sentivano la loro capacità espressiva ristretta. In ogni caso le aziende erano tutte legate all’arte, anche B&B è diventata famosa quando
Gaetano Pesce ha fatto Up.
Ci sono forme d’arte un po’ più evidenti formalmente, come Moroso o Edra, o cose più minimali come i progetti di Nakoto Fukasawa, meno visibili ma ugualmente forme d’arte per pulizia e rigore.

A: Design e ricerca, sia di forma che di materiali: quali opportunità dalla sperimentazione e inoltre il design può essere il motore per il rilancio delle aziende, in particolare per l’indotto toscano?

C: Si il design è forse l’unico modo possibile per il rilancio ma non solo toscano, ma italiano. Quando iniziai a lavorare negli anni ’80 il Salone del Mobile, se pur grande come oggi, proponeva solo un piano del padiglione 30 dove si esponeva il cosiddetto Design, ed era al terzo piano, agli altri piani prevaleva l’arredo classico. Oggi invece si è quasi ribaltato tutto, fanno tutti qualcosa che ha a che vedere con il Design, perché il Design è diventato di dominio pubblico. Fino agli anni ’80 la casa era un territorio, che restava arroccato a concetti classici, oggi tutto è cambiato.
Il rischio però, è che ora la gente non capisca cosa significa fare design, perché in realtà non ha una connotazione formale precisa, vuol dire sostanzialmente fare molta ricerca per poter dare sempre risposte nuove, fare ricerca è importante, altrimenti si rischia di creare un cliché.
La ricerca è fondamentale non devono diventare tutti Moroso o Edra, l’importante è trovare ognuno il suo linguaggio. Il design è ricerca tra forma e materia, e le opportunità vengono dalla sperimentazione.
Importante è anche il ruolo delle riviste che divulgano ciò che succede ma talvolta pare che vogliano mostrare necessariamente le cose come debbano essere, mentre il mercato potrebbe andare anche in un’altra direzione. Per questo le aziende devono essere capaci di andare oltre, il rischio è
che cose divertenti e carine facciano pensare ai designer di domani che quello sia il vero design.
Le aziende devono essere capaci di fare ricerca, così come i designer non devono copiare superando la tentazione di omologarsi.