Arredativo Design Magazine

Arredativo incontra Dornbracht

Si è svolto a Bologna nel mese di Settembre Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e l’Arredobagno 2012, nell’occasione abbiamo incontrato Guido Checchi, AD di Dornbracht Italia. Un’occasione per parlare dell’azienda, degli obiettivi futuri e per presentare i nuovi prodotti: Horizontal Shower la doccia che utilizza la tecnologia ATT (AMBIANCE TUNING TECHNIQUE) e la rubinetteria Selv.

Arredativo: Ci presenta i nuovi prodotti che Dornbracht porta a Cersaie 2012 ?

Checchi: Abbiamo portato Selv prodotto che si rivolge a quelle fasce di utenti più sensibili ai valori del design, che dispongono però di un minor potere d’acquisto, mentre nella fascia top premium si colloca Att  Horizontal Shower, un prodotto più tecnologico, che se vogliamo spiega meglio l’azienda, un’azienda che principalmente lavora con l’acqua. Il prodotto nasce dal concetto delle Vichy Shower, ossia ne prende spunto e da questo si sviluppa la  Horizontal Shower.

Questo prodotto è adattato sia per la dimensione domestica che per i centri benessere, la caratteristica principale di questo prodotto è la capacità di erogare acqua a temperature e portate differenti per ogni singolo punto di erogazione creando non più degli scenari d’acqua ma bensì vere e proprie terapie d’acqua facendo risultare la tecnologia ATT molto interessante anche per il settore professionale. I prodotti presenti al Cersaie sono stati presentati già al Salone e possiamo dire che hanno riscosso un grande successo, sia con Att  Horizontal Shower sia con Selv.

Come accenato, la cosa interessante di Selv è che questa collezione mantiene un alto valore estetico, secondo gli standard di qualità ed eccellenza a cui è abituato il cliente di Dornbracht, ma pur mantenendo queste caratteristiche, riesce a soddisfare le esigenze di quell’utenza sensibile al design ma con ridotta capacità di acquisto, da qualche anno l’azienda ha intrapreso questo percorso. Dornbracht si è sempre attestata ad un target alto, ma da un paio di anni, sta cercando di rendere più accessibile il suo mercato, non che si tratti di design democratico, ma pur mantenendo inalterati i canoni di design e qualità che caratterizzano l’azienda, si è cercato di rendere il prodotto più accessibile, con un attenzione anche al mondo del contract. Quindi senza perdere di vista gli standard qualitatitivi, con Selv si è andati verso questa direzione, e si è iniziato questo percorso. Selv è un bell’oggetto di rubinetteria, che riprende il design anni 70, ed ha avuto un buon ritorno in termini di interesse da parte dei progettisti. Dornbracht  è andato a ricercare un design di forme molto semplici da produrre, in modo tale da riuscire a ridurre il costo senza alterarne la qualità.

A. La rubinetteria ha ormai incontrato da anni la tecnologia, come è cambiato il modo di creare design relazionandosi con questo fattore?

C. In realtà in Dornbracht la tecnologia c’è sempre stata, e se vogliamo la componente tecnologica è una componente presente anche nel singolo rubinetto, che non è mai un prodotto semplice ma si potrebbe definire un’ intelligenza nascosta. Questioni come la quantità di acqua erogata, tipologia di flusso, il perlato sono componenti tecnologiche non esibite. Come il getto pearl stream,  è un esempio di come la tecnologia può entrare anche nel “semplice” rubinetto, differenziando il modo di proporre l’acqua dal punto di vista della forma ma creando anche una nuova efficienza (la nuova “forma” d’acqua garantisce uguale comfort nell’utilizzo ma riducendo sensibilmente il consumo della stessa).  E’ questa la strada dell’azienda per il futuro, guardare alla tecnologia come ciò che consenta risultati in termini di efficienza e come elemento al servizio del progettista.

A. Cosa si intende con questo cambiamento per il futuro?

C.Pensiamo che la tecnologia in futuro contribuirà a cambiare il ruolo del progettista, non più solo propositore di oggetti di stile ma interprete delle esigenze dell’utente. Con la tecnologia si potrà progettare il tipo di ambiente, il rituale dell’utente, una progettazione del bagno in modo sartoriale, questo grazie alla tecnologia e alla domotica e grazie al controllo in remoto di questi elementi che altro non sono che software. In tal senso la bellezza di  Horizontal Shower, è proprio il fatto che è un oggetto nelle mani del progettista. Qui a Cersaie, per comprendere la funzione, lo abbiamo proposto tra due lastre di marmo, ma in realtà, è un prodotto che un interior design, potrà customizzare in base alle esigenze. La progettazione diventa quindi più stimolante grazie a questa tecnologia, frutto di ricerche dell’azienda, ed è questo a fare la differenza, con un prodotto destinato ad espandersi con implementazioni a livello elettronico. Un’ altro trend dell’azienda è non pensare ai prodotti per la forma che hanno, ma tenere conto del tipo di utenti. Dobbiamo tenere presente, che abbiamo un utenza sempre più anziana nella vecchia europa. Il tipo di prodotto, tra estetico e medicale, deve concorrere a favorire e a preservare l’invecchiamento, non a curarlo ma avere quindi una attenzione al benessere dell’uomo, senza comunque essere wellness o prodotto medicale. L’ostentazione del bello, è una moda che sta passando, il bagno non è più inteso come status simbol ma il bagno viene visto piuttosto come una SPA, come luogo del benessere per se stessi. C’è quindi maggior attenzioni a se stessi, un ritorno al se a differenza del bagno in stile anni 90, inteso come bagno da esibire. Allo stesso modo il bagno non è più solo locale di servizio, ma diventa ambiente per la cura di noi stessi. Infine, altro aspetto, il bagno diventerà ( e in parte già lo è) il luogo tecnologico da cui partirà la domotica di tutta la casa.

A.Che consigli darebbe a un giovane designer che vuole avvicinarsi ad aziende come Dornbracht ?

C. Il consiglio è guardare oltre il bello, oltre il design fine a se stesso, ma al design utile.

Essere bello ed ineccepibile è un concetto consolidato e scontato. Ad esempio anche in cucina, altra zona della casa molto importante per Dornbracht, il metodo da cui partire per la progettazione cambierà. Abbiamo studiato questo ambiente le varie zone della cucina, l’uso e le funzione dei lavori che si fanno nelle varie zone: tipo lavaggio o la zona della preparazione, per poi racchiudere il tutto in una zona universale. In tal senso il progettista futuro dovrà partire da tenere presente le dinamiche del cibo ( cibi a km zero, il cibo biologico ecc…) in questo l’estetica diventa quindi un aspetto secondario, altri sono i valori a cui guardare. Lo stesso vale per il bagno, dove si dovrà partire dai rituali. E’ un cambiamento importante, ed un ruolo fondamentale è anche quello della stampa, che dovrà essere vettore di questo cambiamento.

A. Qui in Cersaie portate un prodotto che compie 20 anni: Tara. Come è invecchiato?

C. Benissimo, mai visto un prodotto così longevo, è un prodotto icona dell’azienda e ad oggi dopo 20 anni è ancora uno dei prodotti di punta, apprezzati dai nostri utenti architetti e non solo. In realtà non è un prodotto invecchiato, è stato il “canovaccio” della progettazione di tutte le rubinetterie è si può davvero considerare un oggetto senza tempo, come testimonia il fatto che per anni è stato la gran parte delle vendite . E’ piuttosto un ever green, un insieme di valori materiali e immateriali , ha rappresentato il passaggio epocale, è come archetipo della rubinetteria. Oltre ad aver segnato dei passaggi importanti per l’azienda, ha avuto il merito di essere stato un anticipatore dei desideri dell’utenza del mercato nel periodo del minimalismo. Anche grazie ai media è stata interprete di un periodo e non è invecchiata e stata “refine”, con piccoli cambiamenti impercettibili come anche la creazioni di versioni black e white, si è mantenuta viva anche se non ne aveva bisogno perché è ormai un pezzo di storia del design . Ha contribuito al salto all’azienda, che inizialmente cercava di soddisfare l’esigenza del mercato, poi quando l’azienda si è proposta come azienda di design, ha contributo a rendere Dornbracht l’azienda di design per eccellenza. E’ un oggetto che fa la differenza, anche se, come abbiamo detto in Dornbracht, non ci si vuole focalizzare sull’oggetto.