Arredativo Design Magazine

PSICHE // libreria modulare componibile

L’esigenza contemporanea della continua evoluzione dell’ambiente domestico suggerisce la necessità di creare strutture d’arredo modulari, in grado di assumere conformazioni molteplici e di adattarsi ad ambienti diversi. Per questo motivo è stata sviluppata una struttura a partire da moduli componibili: giunti dentati composti di tre braccia, incernierati ad un perno centrale che permette scatti di quindici gradi e mensole che si inseriscono a scorrimento bloccandosi con un sistema a pressione.

 

L’obiettivo di tale struttura è quello di creare un elemento d’arredo personalizzabile dall’utente tramite configurazioni variabili a seconda dell’orientamento delle mensole e del numero di moduli utilizzati, a partire dalle forme geometriche fondamentali, triangolo e quadrato, a quelle più complesse che ne derivano.
Un oggetto come PSICHE può strutturarsi seguendo linee razionali, o configurarsi in dinamiche evoluzioni, che divengono segni nello spazio , talvolta creando l’illusione di una folata di vento che invade una forma canonica, oppure divenendo presenza totemica nella stanza. Il nome del progetto: “Psiche”, rimanda all’ l’insieme delle funzioni cerebrali, emotive, affettive e relazionali dell’individuo, che esulano dalla sua dimensione corporea e materiale. Metaforicamente la parola psiche fa riferimento a un’astrazione concettuale, che include al suo interno componenti diverse, quali facoltà conoscitive, intellettive e razionali come la coscienza, ma anche fattori irrazionali come l’anima o l’inconscio.
Fulcro concettuale del progetto è la volontà di ricostruire uno scenario di senso che accompagna la presenza della libreria nella casa, mettendo a fuoco il significato del libro nella cultura contemporanea, dando la possibilità al suo elemento contenitore di liberarsi da questa condizione “a priori” e comporsi come specchio di una intenzione dell’utente.

“Chi colleziona Manuali a peso (d’oro), chi espone solo qualche libretto di viaggi, chi lo “schermo pieno” dell’ultimo acquisto. Chi ripone affettuosamente gli oggetti di un’infanzia passata-mai passata, o i souvenir di qualche regalo di passaggio. Tradurre in un oggetto come questo la proprietà di far compiere all’utente una decisione non è come annullare la forma dell’oggetto, é mostrare attraverso una morfologia essenziale, un concetto più ampio che ne sta alla base. Come un’incitazione a costruire lo spazio che ci sta intorno, interrogandosi sui bisogni fisici ma anche intimi, personali.”