Nendo Object Dependency

Pubblicato il Di in Eventi

Alla Galleria Pierre-Alain Challier, a Parigi il secondo atto della performance parigina di Nendo.

In mostra la debole dipendenza tra gli oggetti.

 

Arredi deboli. Ecco cosa sono i 14 lavori inediti di Oki Sato presentati da Pierre-Alain Challier e prodotti da Specimen in occasione di Maison&Objet 2012. Un lavoro molto diverso da quello presentato alla Carpenter Workshop Gallery, e che si concede materiali ordinari e volumi anonimi senza tentare una performance visiva accelerata.

 

 

Arredi che dipendono. Dipendono dagli oggetti. Si tratta di un efficace disequilibrio teorico che capovolge l’antico rapporto mobile-oggetto: se da sempre il primo risulta un dispositivo indipendente, in grado di articolare lo spazio in cui è collocato, e con la precisa funzione di ospitare e allestire oggetti, in questa silenziosa collezione Oki Sato disintegra l’innata gerarchia, e rende l’oggetto “struttura” senza la quale il mobile non potrebbe esistere, o risulterebbe inutilizzabile.

 

 

Elaborando un attento gioco di pesi, i piani e i contenitori, una volta sovrapposti, vengono bilanciati, bloccati, chiusi (come nel caso delle ante) grazie alla disposizione di oggetti “pesanti”, elementi in legno con un’anima metallica e verniciati in diversi toni di grigio ottico, che assumono la forma eterna di bicchiere, tazza, libro.

 

 

 

La raccolta e la collocazione di più oggetti nello stesso punto, oltre ad aumentare la stabilità della struttura generale, ha un ruolo centrale nel risultato finale: può infatti cambiare l’intensità luminosa della lampada, o permettere l’espansione di una libreria collocata sulla parete.

 

 

Sistemi deboli, ma essenzialmente liberi, intelligenti, adatti all’opacità del mondo in cui viviamo, e dentro il quale Nendo cerca, e ritrova, i momenti “!” che permettono di ritrovare immediati stupori così rapidamente sepolti nell’inconscio e offuscati dalla routine.

 

Maggiori informazioni: pacea.fr