Arredativo Design Magazine

Bruno Munari- 1 parte

Uno dei più importanti architetti e designer italiani del XX secolo, Bruno Munari è una figura trasversale che spaziò dall’arte alla pittura, alla grafica alla cinematografia, fino a poesia e la scrittura. Nasce nel 1907 a Milano trascorrendo l’infanzia e l’adolescenza a Badia Polesine. Nel 1925 torna a Milano, per lavorare con lo zio ingegnere, dove giovanissimo, nel 1925, conosce Marinetti e Balla e ciò, lo portò a diventare membro attivo del futurismo tanto che nel 1927 inizia a partecipare a varie mostre collettive come Biennale di Venezia o la Quadriennale di Roma e di Parigi.

 

 

 

Tre anni dopo si associò con Riccardo Ricas Castagnedi, con cui lavorò come grafico fino al 1938. Già 1930 realizzò quello che può essere considerato uno dei primi mobile della storia dell’arte, noto con il nome di macchina aerea e che Munari ripropose nel 1972 in un multiplo a tiratura 10 esemplari per le edizioni Danese di Milano.

 

 

Nel 1933 proseguì la ricerca di opere d’arte in movimento con le macchine inutili, oggetti appesi, dove tutti gli elementi sono in rapporto armonico tra loro, per misure, forme, pesi,opere che lo rendono famoso negli ambienti artistici dell’epoca.

 

Dal 1939 al 1945, lavorò come grafico presso l’editore Mondadori, e divenne art director della rivista Tempo, cominciando contemporaneamente a scrivere libri per l’infanzia. Nel 1948, insieme a Gillo Dorfles, Gianni Monnet, Galliano Mazzon e Atanasio Soldati, fondò il MAC , Movimento Arte Concreta, che funge da coalizzatore delle istanze astrattiste italiane, prospettando una sintesi delle arti, in grado di affiancare alla pittura tradizionale nuovi strumenti di comunicazione ed in grado di dimostrare agli industriali la possibilità di una convergenza tra arte e tecnica.

 

Negli anni del dopoguerra, all’attività legata al mondo della grafica inizia le collaborazione le aziende più importanti per la rinascita del Paese – dalla Einaudi alla Olivetti, dalla Campari alla Pirelli – e una serie di geniali invenzioni progettuali come la lampada Falkland del 1964 per il brand milanese Danese.

Manifesto per la campagna per le suole Coria Pirelli, del 1953 firmato Bruno Munari

Negli anni cinquanta le sue ricerche visive lo portano a creare i negativi-positivi, quadri astratti con i quali l’autore lascia libero lo spettatore di scegliere la forma in primo piano da quella di sfondo. Sempre degli anni ’50 sono i libri illeggibili in cui il racconto è puramente visivo. Nel 1958 presenta le sculture da viaggio che sono una rivisitazione rivoluzionaria del concetto di scultura, non più monumentale ma da viaggio, a disposizione dei nuovi nomadi del mondo globalizzato di oggi.

MN1 I Libri illeggibili di Bruno Munari.

Sculture da viaggio.

 

In questa prima parte della sua carriera tra gli oggetti di design realizzati ricordiamo: Barchetta per Marac 1935, la sedia Singer per  Zanotta 1945,   Cubo per Danese 1957, la lampada Bali per Danese 1958-2003.

 

 

In quegli anni  vinse anche il primo  Compasso d’Oro nel 1954 per la scimmietta giocattolo Zizi prodotta da Pigomma e nuovamente vincitore nel  1955 per il thermos portaghiaccio da tavolo mod. 510 di TRE A .

Zizì vinse il Compasso d'Oro delle loro caratteristiche tecniche, funzionali ed estetiche. Bruno Munari se lo aggiudica per quella "forma essenziale che fa tutt'uno nell'espressione con la materia" che Zizì concretizzava.

 

 Continua Bruno Munari…