Approfondimenti 2014: intervista a Marc Sadler

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Salone del Mobile edizione 2014, anche quest’anno l’evento principale in Italia per parlare di arredo e design. In questa sezione l’intervista a Marc Sadler tra i designer principali di Euromobli  che lo scorso Aprile abbiamo incontrato nello stand per parlare del progetto Endor e del suo punto di vista sul design contemporaneo.

Ci racconti Endor, questo ultimo progetto portato da Euromobil al Salone Del Mobile 2014?

 

Questo progetto è l’evoluzione di un percorso, dove ci sono queste piattaforme abbastanza imponenti, che permettono a questo progetto di trasformarsi in letto, funziona a tutti gli effetti come un letto, con  questi caratteristici cuscini che dentro hanno una massa pesante la quale gli permette di posizionarsi e rimanere dove sono messi. Diventano come delle isole, è un progetto che abbiamo avviato con successo 2 stagioni precedenti ma volevamo aggiungere qualcosa di più aereo, per questo ci abbiamo messo una “foresta di piedi”. Ogni piede ha un ammortizzatore per correggere i dislivelli del terreno. Credo che siamo riusciti ad alleggerirlo aggiungendo il legno, la materia calda. Costa un po’ di più degli altri, paradossalmente è meno costoso un volume pieno e grosso che un volume leggero però il prodotto sta riscontrando un buon successo, la gente ne parla molto.

 

Negli anni c’è stata, è evidente, una evoluzione della casa, il modo di viverla. Questo ha cambiato il modo di progettare?

 

Certamente  gli smartphone, le tv sempre più grandi, fanno si che ci strabacchiamo sempre più spesso. Cambiano misure e dimensioni, spesso nelle fiere noi progettisti progettiamo cose grandi, che trovano difficoltà negli spazi. Invece questo progetto ad esempio si può avere in tutte le misure. C’è un unico modello, che si usa come un pixel. Già il modello più piccolo è un lettino ma è già come il modello grande in piccolo.

 

Abbiamo visitato l’ azienda, abbiamo visto la produzione ci chiedevamo: quale è il rapporto con l’azienda come si sviluppa  il suo dialogo  per un nuovo progetto?

 

Nel caso dell’imbottito Desireè è una delle fabbriche più moderne che conosca. Non è solo un dialogo quello che nasce è un elite , perché io voglio certe cose e alla fine amichevolmente i prodotti nascono  sempre a 4 mani. Io ambisco a territori nuovi i quali hanno delle costrizioni.

Come utilizzare tutti materiali che sono riciclati, riciclabili o naturali,  questo implica problematiche nuove però ci tenevamo all’obbiettivo e questi aspetti ci hanno quasi obbligato a ritornare sul tavolo da disegno .

 

Il lavoro del designer è anche spingere un azienda oltre quelli che sono i suoi limiti ?

 

Si in inglese si chiama trouble maker, insomma non disturbare il sistema non porterebbe a niente,

questo lo sanno già fare. I nuovi orizzonti sono il nuovo consumatore come il modo di distendersi di sedersi o vivere un luogo.

 

Sono anni che ormai collabora con Desiree come è nata la collaborazione?

 

Ma casualmente, ci conoscevamo già per reputazione. Luigi quando era ancora studente è venuto a fare stage da me in studio è rimasto fino alla laurea, ha lavorato con me abbiamo fatto dei cantieri discoteche etc…

Poi lui ha iniziato la carriera nell’azienda a un certo punto mi ha chiamato: “vorrei farti vedere quello che stiamo facendo in azienda”. E’ stato difficile c’è voluto un paio di anni prima di capire. Abbiamo fatto dei prodotti troppo disegnati,  poi abbiamo capito, non volevamo fare una fotocopia di prodotti già esistenti. Ci sono questi nuovi territori, modi di vivere e ce li siamo andati a cercare. Siamo riconosciuti nel settore per questo rapporto comfort, prezzo, uso.

 

Un designer cerca quindi anche di tradurre le nuove esigenze, le richiese  delle persone, dare delle risposte che non si aspettano nemmeno…

 

Si in realtà siamo delle spugne di quelle che sono le culture, le evoluzioni delle culture. Cerchiamo di portare ciò  nell’azienda e capire quello che la gente vuol fare ma si deve avere la credibilità nel farlo.

 

Che suggerimento darebbe ad un giovane designer che in questo momento vuole affacciarsi e lavorare con un azienda come Euromobil

 

La formazione convenzionale è un pacchetto che uno può comprare con la forza di volontà, la formazione che invece è talento è andare a cercarsi la cultura complementare, che è fatta di mille cose: viaggi, l’attenzione ai cambiamenti o anche andare al cinema, conoscere materiali, i processi tecnici. Essere solo “addict” a una di queste cose, non porta a nulla e ne sei paralizzato. Bisogna conoscere senza lasciarci aspirare da questa conoscenza. E’ come un capo orchestra che conosce gli strumenti ma non è detto che li suoni completamente, ma come capo orchestra, deve saper gestire i ritmi ecc. ..  se no non funziona.

 

Una curiosità, un pezzo di design già realizzato che avrebbe voluto progettare:


Si, la molletta che non è un pezzo di design, ma ha risolto molto, meglio di così si fa fatica. Due pezzi di legno e una molletta di metallo è di un intelligenza massima.