Arredare il living: matti per le madie!

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Un arredo classico ripreso dalla tradizione: la madia. Si tratta del mobile dalla  classica forma a cassettone con piedini, usato in origine come ripostiglio per conservare generi alimentari. Nasceva così il mobile usato per riporre i beni di uso quotidiano che  oggi si scopre in una nuova veste, come elemento d’arredo per la zona giorno, bello e funzionale.

Moderno, eclettico o tecnochic  qual’è il vostro stile?

Ecco dieci modelli diversi, dieci proposte design per  il soggiorno.

Il più classico degli arredi in una versione glamour. Questo è Perf  di Diesel Creative Team prodotta da DIESEL Living with MOROSO. Il design anni’50 si incontra con la moderna artigianalità. Robusta e leggera allo stesso tempo, grazie alle ante in pannello perforato e una scocca in doppia lamiera ripiegata con scaffalature interne in legno e con opzionali maniglie in rosso Diesel.

Il mobile della tradizione  riproposto nelle forme e nei materiali classici firmato da uno dei più eccentrici designer del momento. E’ Zio Buffet di Marcel Wanders per Moooi. Un solido mobile in legno elegante e giocoso, un tocco vagamente retrò che non guasta!

 Modularità. Sembra essere la parola d’ordine di Swing, la collezione di Morelato. Non solo la madia, ma tante composizioni diverse sono possibili con la collezione Swing. Tanti moduli accostabili (a giorno, con porte o cassetti), pensili di differenti dimensioni e raffinati ripiani in cristallo. La struttura è realizzata in legno di frassino tinto in diverse tonalità.

Tante le composizioni che si possono ottenere modulando a piacere i vari elementi delle linea SWING, non solo mobile per la zona giorno.

C’è l’imbarazzo della scelta anche con Centotrentacinque, la collezione di Capod’opera disegnata da Alessio Bassan e Silvano Pierdonà.

Tantissime ante di diverse dimensioni da  combinare: un programma molto vasto e ambizioso. La forza espressiva di questa proposta, si esprime grazie alla sapienza produttiva e all’ alta artigianalità. Centotrentacinque le possibilità in tutto: dai pomoli alle maniglie, protagoniste di un disegno nel disegno, oppure  le textures, i colori e le finiture dalla “Surfaces Collection”. La collezione comprende mobili singoli o si sviluppa in combinazioni di contenitori componibili a terra o sospesi.

Come deve essere la madia? Aperta o chiusa.

Lascia spazio ad entrambe le opzioni Mixte di Mauro Lipparini per Ligne Roset, una delle nuove proposte presentate dal brand francese ad  Imm Cologne 2016.  Mixte può essere configurata con su base ad arco H 24 o su zoccolo spessore 3 cm. Piccoli particolari per chi ama il design:  i fianchi sporgono leggermente dal piano superiore e inferiore. Sono volutamente, una discreta rievocazione delle linee spezzate a scala dello stile Memphis dei primi anni ‘80.

 Ricorda gli anni ’80 anche l’eccentrica madia disegnata da Cristian Zuzunaga per BDBarcelona. Il pixel diventa il tema grafico che riveste il mobile Dream. Tre le versioni proposte quella bianca, quella nera e  la multicolore.

Una vasta collezione di madie vengono proposte da Presotto con Flow, Neck e la collezione IModulART la madia laccata opaca nei colore  trend, rosa san francisco e disponibile anche in rovere vissuto, color wood, ecomalta e vetro. Elegante anche la madia Linea di Presotto con il suo design rigoroso ed essenziale, la cui particolarità risiede nel ritorno di un materiale: il legno di cedro.

Preferite le linee stondate… ecco due opzioni.

Un inno ai colori vivaci con Legato firmata da Claesson, Koivisto e Rune per Casamania. Un sistema di mobili contenitori in legno, ispirati alle opere dell’artista Ellsworth Kelly, che si contraddistingue per le forme delle ante: non quadrate, non rotonde, ma prive di una geometria precisa. Oppure One, la madia di Doimo con uno stile che ci riporta agli anni’ 60.

La madia può essere un opera: Unica.

Come quella che Michele Cazzani ha disegnato per franchiumbertomarmi presentata a Marmomacc 2015Unica è una vera e propria struttura architettonica. Il concept di design poggia sulla volontà di creare un’ architettura che sia allo stesso tempo contenitore e contenuto, e che possa celare al suo interno gli oggetti intimi più cari.