Nendo: Una firma, tre progetti di allestimento

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Parliamo di progettazione di spazi. Spazi per l’esibizione, luoghi pensati per stupire, per catturare l’attenzione e per raccontare  in modo chiaro un prodotto, uno stile. Questo è quello che in genere cerca un brand, quando chiede un progetto di allestimento per uno stand fieristico o per una mostra.

Abbiamo preso ad esempio uno degli studi più interessanti del momento, lo Studio Nendo guidato da Oki Sato. Lo studio è riconosciuto  per il suo linguaggio pulito  e minimale capace allo stesso tempo di essere chiaro efficace nel comunicare un messaggio. Recentemente ha firmato tre progetti molto interessanti e diversi tra loro ma con un minimo comune denominatore la poesia che contraddistingue lo stile  di Nendo.

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Si chiama Rolling workspace, il progetto firmato dallo studio per KOKUYO presentato in occasione di Orgatec 2016, la fiera di arredi per ufficio, che ogni 2 anni si svolge a Colonia. Partendo da un foglio quadrato bianco come dispositivo comune utilizzato in ogni ufficio, Nendo definisce l’ ambiente di lavoro come spazio che incoraggia la creatività. Al centro di questa riflessione emerge la  lavagna circolare come l’oggetto che anima con la sua forma  lo spazio di lavoro e può anche essere posta contro il muro.

 

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La forma circolare della lavagna deve incoraggiare le persone ad annotare le proprie idee,  secondo un ipotetico susseguirsi di idee che segue una spirale o si diffondere in forma radiale.

 

Lo spazio della Fiera era dunque animato da questo cerchio di lavagna ma anche dalla presenza di scrivanie e arredi progettati con fessure laterali. Questo per  permettere alle lavagne di essere fissate come un divisorio. Inoltre il retro delle lavagne è rifinito in tessuto,  utile come un pannello fonoassorbente.

 

 

Dal prodotto allo spazio da vivere .

Le lavagne circolari disegnate da Nendo per lo stand di Orgatec possono così essere utilizzati come “stand” per dividere gli spazi grazie a  fessure nel pavimento, utilizzati come “porte” per una stanza separata o una mensola, oppure più lavagne  “depositate” in varie fessure situate nelle pareti.

 

 

 

Anche le fessure dei mobili possono avere diversi usi oltre quello di accogliere le lavagne, ad esempio possono essere utilizzati come stand per biciclette . Lo scopo del progetto era quello di ottenere uno spazio di lavoro dinamico che in grado “far ruotare” gli ingranaggi del cervello accanto alla rotazione della lavagna.

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Cambia il contesto ma resta la  firma di studio Nendo che progetta slice of time una installazione è una performance per OFFICINE PANERAI . Anche in questo caso il prodotto inspira e completa  il progetto dello spazio. Ma andiamo per gradi… 

 

Empty-shell clock è l’orologio firmato da Nendo. Si parte da un  guscio vuoto un elemento plastico estruso a sezione quadrata con i i numeri impressi. L’elemento estruso è lungo 16 m . L’ orologioviene creato manualmente tagliando Empty-shell clock  pezzo per pezzo e trasformandoli in un prodotto finito. Ne risultano orologi diversi di varie dimensioni che si ricavano dallo stesso elemento estruso.

 

L’installazione prevedeva uno spazio disegnato ad hoc. Era qui in questo luogo che l’orologio veniva composto di lancette di minuti e secondi.  Lo spazio è un atelier circolare dove si svolge ogni fase di produzione dell’orologio come la “lucidatura”, “sabbiatura” e “assemblaggio”. La graduale formazione dell’orologio, trasformava a sua volta  questi spazi in una specie di “ingranagggio di un orologio”. Ogni orologio viene creato al ritmo di uno ogni 5 minuti.  Empty-shell clock  può essere più o meno  lungo, ogni orologio veniva affettato uno per uno, per tutta la durata della mostra  e l’installazione si completa quando sparisce.

 

 

In altre parole, il “Empty-shell clock ” è un apparato che consente al tempo di essere percepito come una clessidra. Il tempo si riduce  per “lunghezza”, concetto che porta ci porta a misurare il tempo e cosi invitare le persone a sperimentarlo e “riprendere il proprio tempo”.

 

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Dalla fiera di design, all’allestimento fino alla mostra in galleria.

E’ questo il terzo progetto recente di studio nendo. Si chiama un-printed material  creato per  Creation Gallery G8 uno  spazio dedicato al  visual communication a Ginza, Tokyo.

La riflessione in questo caso parte dalla considerazione che i Graphic designer usano la carta come mezzo per esprimere le loro idee. Così studio Nendo decide di lavorare con la carta, guardandola da una diversa angolazione. Lavorando  a mano e con una stampante 3D, crea contorni di carta che richiamano alla carta senza utilizzarla. In alcuni casi sono dei contorni  arrotondati, in altri  segni di carta ripiegati, altri ancora la carta è strappata via. La carta viene rappresentata  nei contorni, cogliendone solo l’essenza unica . La mostra di Nendo presentata in galleria era suddivisa su tre sale. Nella prima 30 fogli di manifesti di dimensioni A1 con contorni di 3 mm di spessore sospesi nello spazio, con pezzi strappati o piegati sparsi ovunque.

Nella seconda sala tante serie di carta delle dimensioni di grandi cartoline spesse 1mm mostrano cinque fasi diverse nel processo di  trasformazione della carta. Nella stanza finale, i contorni vengono utilizzati nello stesso modo per rappresentare oggetti 3D che sono fatti di carta come: sacchetti di carta, cartoni di latte, bicchieri di carta e origami.

Come un film d’animazione che fornisce suggerimenti su ciò che i contorni rappresentano, un gioco nel tentativo di stimolare l’immaginazione dei visitatori. Il titolo della mostra un-printed material   gioca sul termine “materiale stampato”, che allude agli oggetti realizzati stampando 3D.