Fondazione studio museo Vico Magistretti
Dal 24 marzo 2016 al 18 febbraio 2017
La mostra Interni Milanesi – Architetture domestiche di Vico Magistretti mette a fuoco uno dei molti aspetti inediti dell’opera dell’architetto: la progettazione di ambienti domestici tipicamente milanesi per appartamenti già esistenti, trasformati attraverso una minuta opera di cesellatura, che agisce tanto su invarianti spaziali ricorrenti nel linguaggio di Magistretti (scale, camini, aperture sagomate, ecc.) quanto sul piano dell’arredo.
Alla prima tipologia d’intervento appartengono sia le riflessioni sull’evoluzione tridimensionale della casa, che rileggono in chiave contemporanea la preziosa lezione del Raumplan elaborata da Adolf Loos agli inizi del XX secolo, sia le continue attenzioni rivolte ad aspetti quali il rapporto tra interno ed esterno, il dimensionamento delle aperture, l’accostamento di materiali difformi.
Alla seconda, le combinazioni apparentemente casuali tra mobili d’epoca o su misura, eccezionale testimonianza della via italiana alla costruzione della casa borghese d’inizio novecento che si trascina fino agli anni Cinquanta, e icone del Appartamento Bonadeo in via Jommelli e appartamento Gavazzi in via Goito made in Italy calate in realtà con precisione chirurgica in questi stessi ambienti, a dimostrare come sia possibile raggiungere l’equilibrio tra antico e moderno – teorizzato da Ernesto Nathan Rogers, maestro di Vico Magistretti – anche nel campo dell’architettura d’interni.
L’attenzione è focalizzata su nove appartamenti, su nove interni milanesi, che saranno presentati in tre diverse fasi di quello che è stato immaginato come un work in progress: un’esposizione in divenire, che mantenendo salde le categorie d’interpretazione critica dei singoli progetti, mostra al pubblico declinazioni specifiche di ciascuna di esse rinnovandosi, durante l’anno di apertura, per tre volte con nuovi inediti materiali esposti a rotazione.
La Mostra Interni Milanesi, una mostra in divenire
La scelta di una mostra in divenire è suggerita dalla straordinaria ricchezza di materiali conservati dall’Archivio Studio Magistretti, che oltre a centinaia di schizzi a mano libera di pregevolissima fattura, raccoglie numerosissime immagini d’epoca scattate da alcuni dei più importanti fotografi italiani. Solo l’accostamento tra schizzi e immagini, infatti, consentirà di far comprendere al visitatore il modus operandi dell’architetto. Molte fotografie, esposte grazie alla preziosa collaborazione dell’Archivio Casali conservato dallo IUAV di Venezia, sono di Giorgio Casali che, grazie al proprio ruolo di fotografo ufficiale della rivista Domus (dal 1951 al 1983), ha costantemente monitorato l’opera di Vico Magistretti.