Piccolo museo del diario: ‘La Stanza del Lenzuolo’

Pubblicato il Di in Eventi

Care persone fatene tesoro di questo lenzuolo
che c’è un pò della vita mia; è mio marito;
Clelia Marchi (72) anni hà scritto
la storia della gente della sua terra,
riempendo un lenzuolo di scritte,
dai lavori agricoli, agli affetti.

Con queste parole una contadina di Poggio Rusco inizia a scrivere la storia della sua vita in un lenzuolo del corredo, largo più di due metri. Riga per riga racconta il lavoro nei campi e il grande amore per il suo Anteo: “Le lenzuola non le posso più consumare col marito e allora ho pensato di adoperarle per scrivere”. Le righe del lenzuolo numerate una a una per non perdere il filo leggendo. Un’opera straordinaria divenuta simbolo dell’Archivio dei diari. Al Lenzuolo è dedicata una stanza nel Piccolo museo del diario, esposizione permanente concepita per mettere in mostra e valorizzare, in modo interattivo e coinvolgente, le oltre 7000 storie scritte raccolte e conservate dal 1984 a Pieve Santo Stefano, in Toscana presso l’Archivio Diaristico Nazionale.

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Venerdì 16 settembre 2016 inaugura l’exhibit interattivo multimediale progettato da dotdotdot per ‘La Stanza del Lenzuolo’, pensato per reinterpretare il racconto della vita di Clelia attraverso una narrazione resa concreta da alcuni oggetti, rappresentativi del racconto. Gli oggetti sospesi nella stanza divengono parlanti, sussurrano segreti e aneddoti della vita di Clelia Marchi. Ogni oggetto, all’avvicinarsi dei visitatori, si attiva per raccontare la parte della storia scritta sul lenzuolo contraddistinta dall’oggetto stesso. Gli oggetti stampati in 3d presso il FabLab Opendot – gli zoccoli, il secchio, la scopa, il rastrello, il macinacaffè, il fanale rotto di una macchina a simboleggiare la morte del marito di Clelia – sono rappresentativi della vita di Clelia Marchi, il cui lenzuolo largo più di 2 metri è considerato l’opera simbolo dell’Archivio.

‘La Stanza del Lenzuolo’ è solo l’ultima tappa della felice collaborazione tra dotdotdot e il Piccolo museo del diario, sviluppata attraverso la progettazione delle diverse stanze del percorso museale e dell’immagine coordinata del museo, ospitato in piccole sale cinquecentesche, tutelate dalla Soprintendenza per i beni architettonici di Arezzo. Il percorso espositivo multimediale del Piccolo Museo del Diario voluto dalla Fondazione Archivio Diaristico Nazionale e dal Comune di Pieve Santo Stefano racconta poeticamente diari, epistolari, memorie autobiografiche di persone sconosciute che hanno lasciato traccia delle loro vite. Il percorso museale evolve e si implementa di anno in anno grazie alla collaborazione con lo studio dotdotdot.

 

 

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Dal 2013, dotdotdot ha animato le stanze del museo, a partire dalla sala dedicata all’archivio – denominata ‘Il fruscio degli altri’ –, un omaggio alle sue anime, un vivaio di memorie, confessioni, segreti nascosti in scaffali e cassetti pronti per essere svelati. Il visitatore vive un’esperienza di immersione visiva e sonora totale perché i diari bisbigliano, si parlano, generando un fruscio di vite e memorie di persone presenti o assenti. Spinto dalla curiosità il visitatore viene invitato ad aprire i cassetti e sbirciarne il contenuto. Il cassetto aperto svela un diario in maniera fisica o digitale, visibile e sonora: il diario, prima nascosto nel cassetto, è pronto a liberare, mostrare e raccontare pagine sconosciute vere ed emozionanti.

Nel 2014 il progetto di allestimento e di interaction design firmato dotdotdot per il museo è stato segnalato dall’ADI Design Index nella categoria Design per la comunicazione.

Nello stesso anno, lo studio si è occupato dell’exhibit ‘Terra Matta’, un’installazione interattiva multimediale, dedicata a Vincenzo Rabito e che reinterpreta l’esperienza di un cantoniere ragusano semi analfabeta che, nell’intimità di una stanza della sua casa con una Olivetti impara a dattiloscrivere per raccontare la sua vita. Entrando nella stanza il ticchettio della macchina da scrivere fa da sottofondo sonora all’esperienza immersiva del visitatore che toccando la scrivania di Rabito anima la stanza con le pagine e le parole del suo toccante diario

E, ancora nel 2014, lo studio dotdotdot ha sviluppato il percorso comunicativo e l’immagine coordinata del museo. Per mantenere coerenza estetica con l’allestimento degli exhibit e armonia e corrispondenza di materiali, colori e tecniche realizzative, i pannelli e la grafica sono stati realizzati in mdf colorato in pasta, pioppo e incisioni in zinco.

Nel 2016 dotdotdot ha progettato e realizzato la valigia ‘L’alfabeto della memoria’ con cui il Piccolo museo del diario si presenta lontano dalla Toscana. Un contenitore colorato che ne rappresenta un perfetto compendio nomade:  una nuova tecnologia trasportabile, interattiva e itinerante, un vivaio di memorie, confessioni, segreti nascosti in scaffali e cassetti pronti per essere svelati. La valigia racconta e racchiude storie e si presenta come una scatola cinese con cassetti, schedari, teche e ribaltine dall’estetica semplice e pulita, coordinata alle installazioni già presenti nel percorso museale di Pieve Santo Stefano.

 

 

‘L’alfabeto della memoria’ e ‘La Stanza del Lenzuolo’ sono quindi i più recenti risultati della collaborazione tra museo l’Archivio dei diari e dotdotdot. Collaborazione che continuerà anche in futuro, con nuovi progetti dedicati al museo e alle storie che vi si raccontano e che ogni visitatore scopre da sé, aprendo ante e cassetti, sfiorando tavoli e oggetti.