TRA ARTE E MODA . NOSTALGIA DEL FUTURO NEI TESSUTI D’ARTISTA DEL DOPOGUERRA

Pubblicato il Di in Eventi

È in corso a Prato e sarà visitabile fino  al 19 febbraio 2017 la mostra Tra Arte e Moda. Nostalgia del futuro nei tessuti d’artista del Dopoguerra presso il Museo del Tessuto.
La mostra si inserisce nel progetto espositivo “Tra Arte e Moda” ideato e promosso dal Museo Salvatore Ferragamo di Firenze in collaborazione con la Fondazione Salvatore Ferragamo.
Un progetto espositivo di ampio respiro che indaga il complesso rapporto di relazioni e contaminazioni tra questi due mondi e che ha visto il coinvolgimento di altre istituzioni culturali quali il Museo del Tessuto, la Biblioteca Nazionale Centrale, il Museo Marino Marini, le Gallerie degli Uffizi, Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti in un circuito virtuoso che per la prima volta riunisce Firenze e Prato.

La mostra   racconta della favorevole congiuntura che si crea in Italia negli anni Cinquanta tra arte, moda e design tessile grazie al contributo artistico di alcuni famosi autori italiani che parteciparono ai concorsi per disegni tessili a stampa nell’ambito della IX, X, XI edizione de La  Triennale di Milano (1951,1954, 1957).
Sono esposti per la prima volta al pubblico alcune importanti e inedite collezioni di progetti per tessuti stampati, manufatti tessili e opere d’arte create dai più noti artisti italiani del periodo come Lucio Fontana, Giuseppe Capogrossi, Gio Ponti, Franco Gentilini, Bruno Munari, Gio Pomodoro, solo per citarne alcuni.

 

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Uno dei nuclei più significativi è quello rappresentato dai materiali relativi alla Manifattura Jsa, fondata nel 1949 da Luigi Grampa nel distretto cotoniero di Busto Arsizio, azienda che si afferma nel circuito dell’arte e del design internazionale grazie alla collaborazione con l’architetto Gio Ponti e ai concorsi per disegni promossi alla Triennale di Milano.
Rimane storico il concorso internazionale “Jsa Triennale” del 1957 (XI edizione) cui partecipano 4.078 concorrenti con 5.000 disegni. In mostra il Primo Premio vinto da Gio Pomodoro con il progetto I cirri e i Secondi Premi assegnati a Piero Dorazio con Roma notturna e a Luciano Gaspari con Tramonto a Torcello. Particolarmente poco note al grande pubblico i progetti per tessuto di Lucio Fontana per il rivestimento della “poltrona sdraio pieghevole”, P40.

Un altro nucleo molto significativo esposto in mostra è rappresentato dai progetti per tessuti stampati proposti ai concorsi delle IX, X, XI edizioni de La Triennale di Milano appartenenti all’Archivio Massimo e Sonia Cirulli.
Artisti di varia formazione e scuola come Lucio Fontana, Piero Dorazio, Fausto Melotti, Roberto Crippa, Gianni Dova, Enrico Prampolini e tanti altri ancora, sono tra i nomi più rappresentativi del panorama italiano che si cimentarono con grande ingegno in questa inedita esperienza progettuale.95

Altra sezione particolarmente inedita è quelle dedicata ai foulard di seta stampata su disegno di autore che a partire dal 1950 la Galleria del Cavallino di Venezia edita in tiratura limitata (da 200 a 400 esemplari).
Gli intenti sono distanti dal pensiero progettuale delle Triennali; i gallerista commissiona ai “suoi” artisti delle opere concluse in sé per oggetto e soggetto, pezzi unici, firmati, da vendersi in esclusiva o da collezionarsi.
In esposizione i foulard disegnati da Edmondo Bacci, Franco Gentilini, Roberto Crippa e Giuseppe Capogrossi, opere stampate su seta che dialogano con i dipinti coevi degli stessi autori,  dimostrando l’estrema disponibilità degli artisti alla sperimentazione di altri linguaggi.91

La mostra dedicata una sezione anche all’arazzo con alcune opere degli artisti appartenenti al gruppo MAC (Movimento Arte Concreta) come Atanasio Soldati e Alfredo Chighine  che trovano nell’arazzo – per tradizione il linguaggio tessile più prossimo alla pittura – una versione più materica alla loro ispirazione creativa.

La mostra si chiude con un piccolo omaggio all’esperienza manifatturiera pratese. La ditta Figli di Guido Pugi partecipò alla IX edizione (1951) de La Triennale presentando un tappeto eseguito su disegno di Giuseppe Capogrossi, pubblicato anche nella prestigiosa rivista Domus. Nel 1956 il tappeto Jungla, realizzato dalla ditta Figli di Guido Pugi su disegno di Giuseppe Ajmone, ottenne il prestigioso premio del Compasso d’Oro e fu presentato l’anno successivo alla Fiera Mondiale di New York nella Mostra del Compasso d’Oro curata da La Rinascente.