THE MISSING LINK

Pubblicato il Di in Eventi

Dal 29 novembre 2016 al 31 gennaio 2017 la Fondazione Adolfo Pini presenta per la prima volta un progetto espositivo site specific – The Missing Link di Michele Gabriele a cura di /77 – che si inserisce nelle proprie sale, all’interno delle vetrine della casa museo. Una collaborazione resa possibile grazie alla supervisione di Adrian Paci, da cui è nato l’incontro tra la Fondazione e l’artist run project /77, due realtà molto diverse ma accomunate dalla reciproca volontà di promuovere giovani artisti. Proprio con il recente ingresso di Adrian Paci nel comitato scientifico, la Fondazione Adolfo Pini ha infatti ampliato ulteriormente il suo impegno verso i giovani attraverso un nuovo percorso dedicato all’arte contemporanea, con l’obiettivo di porsi quale nuovo luogo di incontro e valorizzazione della scena dell’arte giovanile a Milano. Rientra in quest’ambito anche il progetto promosso dalla Fondazione Adolfo Pini in collaborazione con /77, che sancisce ancora una volta l’attenzione rivolta ai giovani, cui l’Istituzione dedica da sempre particolare impegno nel campo della musica, della letteratura e, oggi, anche dell’arte.

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La casa del pittore Bongiovanni Radice è un luogo carico di storia e di oggetti, in cui convivono opere d’arte e d’antiquariato di fine ottocento / inizio novecento – italiane, occidentali e orientali – in una commistione di elementi diversi che creano un ambiente che non possiede più né uno spazio né un tempo specifico. Dai cani di foo in ceramica gialla all’ingresso della Fondazione, ai bellissimi vasi cinesi, fino alle vedute del Duomo di Milano del Bongiovanni Radice, ancora ai camini in marmo con piastrelle in ceramica realizzate da Gio Ponti, insieme agli oggetti di lavoro della Fondazione nella sua quotidianità. In questo contesto, Michele Gabriele decide di utilizzare il tempo come fosse un materiale per la realizzazione dell’opera. All’interno di ognuna delle tre vetrine viene esposta una scultura astratta e allo stesso tempo figurativa, inseguendo l’estetica delle tassidermie mal realizzate di inizio secolo scorso e quella di tecnologie e macchinari medici contemporanei. “Partendo dalle vetrine della Fondazione Adolfo Pini, il mio è un tentativo di spostarmi quanto più in avanti e indietro nel tempo, trasformando lo spazio stesso in un onirico ambiguo paradosso spazio temporale” afferma l’artista Michele Gabriele. “Immagino l’installazione come un trittico, immobile ma in tensione. Le opere si mostreranno come reliquie di loro stesse e allo stesso tempo come proiezioni nel futuro. Fonte di ispirazione saranno le reliquie conservate nei musei e i sistemi per mantenerle intatte. Fonderò questi due riferimenti arbitrariamente nel corpo delle mie opere”. L’artista utilizza polimeri plastici bicomponenti, pittura a olio, peli di animali, protesi oculari, terre e fanghi sintetici, e anche oggetti già esistenti, materiali edili o parti di elettrodomestici, che perdono la loro funzione e si trasformano in altro, mostrando un immaginario di carattere fantascientifico, seppur restando riconoscibili ed inalterati. Le sue opere ci ricordano qualcosa, sentiamo di poter avere la risposta ma non la troviamo. Alla casa museo viene aggiunto un elemento, un corpo di tre sculture che sembrano arrivare da un altro tempo e da un luogo lontano. Il passato e il futuro della ricerca artistica di Michele Gabriele. L’artista ci mette di fronte a tante domande e a poche risposte in un’operazione che contiene la volontà di imparare ad accettare e al tempo stesso non accettare mai le cose per ciò che sono.

 

 

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