L’universo colorato di Alexander Girard

Pubblicato il Di in Pezzi Storici, Storia del Design

Parlare di design significa parlare di tante cose, anche di design di tessuti. Tra i protagonisti in questo senso Alexander Girard: architetto, designer di interni, designer industriale e anche designer tessile. Poliedrico, estremamente creativo è stato recentemente celebrato nella mostra Alexander Girard. A Designer’s Universe”  al  Vitra Design Museum.

I suoi tessuti, i mobili, i modelli, l’ oggettistica, gli interni, i documenti privati e i suoi disegni mai esposti entrano a far parte dell’ allestimento curato dal giovane studio londinese Raw Edges.  I pezzi della mostra fanno parte della collezione del Vitra Design Museum che compongono l’eredità privata di Girard.

I suoi lavori sono ironici gioiosi traspaiono un grande amore per i colori, gli ornamenti e l’arte popolare internazionale a cui è dedicata un intera sala dell’esposizione.

Alexander Girard nasce a   New York da madre americana e un padre italo-francese. Le sue radici italiane si consolidano quando si trasferisce ancora ragazzo a Firenze. Si laurea in Italia, a Roma alla Scuola Reale di Architettura nel 1931.  Ma ha studia architettura anche a Londra,  successivamente si trasferisce a New York City, Detroit e Grosse Pointe, nel Michigan, per poi spostarsi a Santa Fe e New Mexico.

 

Tra gli anni 1920 e 1970 Girard progettò molti interni per ristoranti, per clienti privati ed aziende, creò oltre 300 designi di tessuti in gran parte per la Hermann Miller, del quale divenne direttore del reparto tessile nel 1951. Tra i clienti di Girard troviamo anche aziende come la compagnia aeronautica Braniff International Airways o John Deere, per i quali Girard ha svolto un gran numero d’attività – dall’architettura d’interni al design dei tessuti, dal Corporate Design alla tipografia ed al design d’arredo, fino alle esposizioni e mostre, fino  all’oggettistica.

Tra le sue opere più note: la casa Irwin Miller a Columbus, in Indiana (1953 – 57, architetto Eero Saarinen), quelli per la sua propria abitazione a Santa Fe (nel 1953) ed i leggendari ristoranti La Fonda Del Sol (1960) e L’Etoile (1966) a New York. Nel 965 creò  il Corporate Design   per Braniff, lavorando con i colori ed i motivi tipici della sua immagine: dal biglietto aereo alla zona lounge, fino, addirittura, agli aeroplani.

Alcune sue opere sono diventate dei cult come la scritta della parola “love” un suo segno distintivo. Anche l’arte popolare fu per Girard di grande ispirazione.

 

 

 

Attratto d’arte popolare, Girard durante attraverso i suoi viaggi in Mexico, India, Egitto e molti altri paesi  raccoglie gli artefatti arrivando a collezionare otre 100’000 pezzi. Tanti di questi oggetti sono stati d’ispirazione, per i suoi progetti d’arredamento o negli spettacolari allestimenti delle sue mostre, come nell’esposizione “Textiles and Ornamental Arts of India” (1954) al Museum of Modern Art a New York oppure nel padiglione “Magic of People” per l’esposizione mondiale HemisFair (1968) a San Antonio, Texas, per il quale utilizzò in scena più di 10’000 dei suoi artefatti.

 

Anche se è un designer meno noto rispetto ai suoi colleghi George Nelson e i coniugi  Eames, Alexander Girard, è stato sicuramente un personaggio chiave del design moderno.

Riusciva a combinare  l’artigianato e l’industria, la cultura pop e quella dell’alta società, i decori ludici ed una perfetta riduzione alle forme essenziali. Lo si può considerare un pioniere di tante evoluzioni che ritroviamo nei decenni successivi: dal linguaggio colorato del postmodernismo fino ai dibattiti attuali sul design post-industriale e la globalizzazione della nostra estetica quotidiana. Nel 1996 il Vitra Design Museum è entrato in possesso dell’eredità personale di Girard, contenente più di 5000 tra disegni e fotografie, tanti schizzi personali che non sono mai stati presentati, qualche centinaio di esempi di tessuti, accessori, mobili ed oggetti di arte popolare. Quest’archivio è la base per la mostra “Alexander Girard. A Designer’s Universe”. Numerosi altri oggetti concessi in prestito per la mostra derivano dal Folk Art Museum di Santa Fe ed anche dalla famiglia di Alexander Girard.