Arredativo Design Magazine

Aspettando Ventura Lambrate 2017: Arredativo incontra Margriet Vollenberg

Si avvicina l’appuntamento con la settimana del Design, a Milano dal 4  al 9 aprile sono di scena il Salone del Mobile e il Fuori Salone di Milano. Tra gli appuntamenti imperdibili come succede ormai da otto anni c’è Ventura Lambrate che quest’anno si “sdoppia ” con una nuova location il Ventura Centrale. Vi avevamo già parlato di questa nuova vetrina per il design internazionali, e così a pochi giorni dall’inizio dell’evento che animerà gli spazi di Lambrate e quelli adiacenti la Stazione di Milano Centrale, abbiamo incontrato Margriet Vollenberg ideatrice di Ventura Projects, nonché la fondatrice di Organisation in Design. Ci siamo fatti raccontare da lei qualcosa di più su ciò che vedremo e riflettuto insieme sul design di oggi…

Ventura Centrale è la nuova destinazione. Di fronte alla richiesta da parte di brand consolidati di esporre in spazi ampi e indipendenti, abbiamo deciso di creare un nuovo polo con contenuti diversi rispetto a Ventura Lambrate, puntando su installazioni scenografiche e una selezione ristretta dei partecipanti. Ci aspettiamo un pubblico più centrato sul design di prodotto ma anche come a Ventura Lambrate tour privati, buyer, architetti e naturalmente la stampa internazionale.

● Il Ventura Lambrate è una conferma negli appuntamenti del Fuorisalone di Milano. Per VL17 quali sono i principali appuntamenti da non perdere che possiamo consigliare ai lettori di Arredativo.it ?

Ventura Lambrate è sempre un pò il “festival del design”, un tema interpretabile in tanti modi

E per quest’anno sicuramente un appuntamento da non perdere è il grande progetto di Ikea e di certo le Accademie che da sempre sono uno dei fiori all’occhiello e motivo di interesse del circuito. Dai progetti degli allievi appena laureati si riflette molto bene la direzione in cui vanno le nuove generazioni di design.

Il Progetto Ventura compie 8 anni, come ci arriva ? Quali sono gli obiettivi futuri di Ventura Projects?

Ogni anno ha i suoi aspetti. Per esempio lo scorso anno avevamo il vincitore del Milano Design Award: il progetto Boring Collection di Lensvelt & Space Encounters, una idea meravigliosa, divertente con una storia molto interessante e “sovvertiva”.

Tutti i progetti scelti hanno una storia, in piccolo o in grande, questo è il filo rosso  che ci deve essere sempre nei Ventura Projects.

Ad esempio Jaime Hayón, un espositore di alto livello, mi disse “io vorrei esporre a Ventura Lambrate” perché quello che si può fare là è raccontare la storia del progetto, qui le persone hanno il tempo di ascoltare e capire, guardare i materiale, gli schizzi, le prove, cosa che non può accadere in Fiera dove, giustamente, il focus è il prodotto finito. Questo è esattamente il senso di Ventura Lambrate: comprendere il processo del design.

In generale Ventura Project è un concetto sviluppato 8 anni fa. Dopo Milano abbiamo avuto edizioni a Kortrijk, Berlino, Londra e lo scorso anno a New York (progetto a cui stiamo lavorando per maggio 2017). L’obiettivo di base è mostrare il design e i suoi processi e questo può essere fatto sempre in modo diverso, come ad esempio quest’anno con le installazioni di Ventura Centrale.

Qual’è il vostro rapporto con la Milano Design Week e il Salone del Mobile, come vi relazionate?

Il Salone del Mobile è una realtà commerciale e il punto imprescindibile della Design Week. Quello che si vede nei nostri progetti è la fase precedente, la storia prima del prodotto. Spesso in esposizione ci sono i prototipi, le idee che sono state sviluppate ma non ancora i prodotti finali, molti designer stanno cercando un produttore. Il prodotto può ancora andare in  nuove direzioni, si tratta di un percorso aperto che è diventato uno dei punti di riferimento dell’offerta della Design Week milanese.

 

Voi durante la Design Week siete un punto di riferimento per i designer stranieri e le scuole internazionali, che cosa rappresenta Milano all’estero per i giovani designer? Che ruolo ha l’Italia nel design all’estero?

Quando si parla di design l’Italia è fondamentale, come lo sono il design scandinavo o il design olandese. Il design italiano è e sarà sempre riconosciuto, è la storia anche per i giovani e inoltre stiamo assistendo a una nuova fioritura degli studi di design italiano, dopo alucni anni di stagnazione. Milano e il Salone sono la pietra miliare per qualsiasi designer, anche per i giovani. Purtroppo per i giovani designer è molto difficile partecipare alla Design Week, i costi sono molto alti.

Quest’anno a Ventura Lambrate abbiamo 39 nazionalità, ci saranno Messico, Giappone, Angola,… Milano è fondamentale per i giovani designer, ma anche molto difficile.

Giovani designer italiani e stranieri ci sono differenze di approccio al design? La formazione è sempre molto importante per i designer dal questo punto di vista ci sono differenze tra Italia e il resto dell’europa?

Assolutamente però la differenza si vede non solo con gli italiani ma anche con la Scandinavia con il Giappone, la Corea o il Sud America. Ci sono diversi approcci. Quello che io vedo spesso negli italiani è ad esempio che si lavora molto sul materiale riciclato, c’è ancora tanta architettura nel design, molto spesso gli architetti sono designer, cosa che succede meno per esempio in Olanda. Questo è visibile anche nei risultati, infatti il design italiano è più “progettato” mentre il design olandese ad esempio è più un racconto del metodo per arrivare al prodotto o al materiale.

Al Fuorisalone e a Ventura Lambrate si scoprono le tendenze, quali scenari vede per il design dei prossimi anni?

Io vedo molto lavoro con il colore, il quale ritorna dopo tanti anni in cui non c’era più o era declinato in tonalità molto morbide. Ora invece i designer hanno la forza di usare il colore e questo dà energia.

Altra cosa che vedo è che i designer sono sempre più attenti ai problemi del mondo e studiano risposte che si riflettono nel loro design. Si parla di social design, di natura, piuttosto che del problema del riuso della plastica o della questione dei rifugiati.

Come vivrà la settimana del design? Come la vive un organizzatore di un evento così importante ? Com’è visto dietro le quinte?

La mia agenda sarà completamente piena,la nostra settimana del design, inizia a settembre / ottobre dell’anno precedente quando iniziamo con tutta la progettazione dell’evento. La settimana stessa per me è una corsa ma anche il vedere i risultati finalmente e parlarne con contatti proveniente da tutto il mondo.