Design, passione, emozione: Arredativo incontra Angeletti Ruzza.

Pubblicato il Di in Approfondimenti, Interviste

Parlare con i designer è sempre un’esperienza formativa, che ci aiuta a conoscere meglio questo mestiere. Attraverso il racconto del vissuto, si comprende la passione che sta dietro questo lavoro. E’ ciò che emerge anche nell’intervista che abbiamo avuto modo di fare qualche tempo fa ad Silvana Angeletti e Daniele Ruzza, titolari dell’omonimo studio con base a Rieti. Li abbiamo conosciuti in occasione di Euroluce 2017, allo stand di Oluce dove presentavano Cylinda, una lampada da tavolo formata da due cilindri di diverse dimensioni e spessori. Ci hanno raccontato il loro rapporto di collaborazione con questa azienda, tra le più famose nel settore dell’illuminazione, e così ancora una volta abbiamo conosciuto un’altro aspetto del “fare design”.

 

 

Come nasce la vostra collaborazione con Oluce ?

Silvana Angeletti: in maniera spontanea e diretta: siamo sempre stati innamorati di Oluce che rappresenta la storia della luce decorativa italiana. Abbiamo scritto a Marco Romanelli , che era l’art director dell’azienda, oggetto della mail :” omaggio a Joe Colombo”, dentro c’erano i due progetti che poi sono diventati LYS e YOLK. C’è voluto un pò di tempo ma il sogno si è trasformato in realtà, eravamo increduli perchè pensavamo che l’azienda non ci avrebbe ascoltato ed invece è nata una collaborazione intensa e soddisfacente oltre che un bellissimo rapporto umano con le persone.

Daniele Ruzza: Noi quando ci innamoriamo delle aziende e delle persone che ne fanno parte diventiamo prolifici, amiamo i rapporti duraturi, ci piace stabilire sodalizi, crescere insieme attraverso la conoscenza approfondita.

Silvana Angeletti: dai rapporti autentici nascono prodotti veri, onesti e di qualità. Oggetti che entrano nelle case delle persone per portare armonia, creare un’ atmosfera e durare nel tempo. Il design nasce per questo per migliorare la qualità della vita quotidiana.

 

 

 

 

 

 

 

Lys di Oluce

I progetti di lampade sembrano più difficili, perché c’è la variabile luce, mi sbaglio oppure è così?

D.R.: La luce porta con se lo sviluppo della componenete tecnologica ma siamo completamente supportati dall’azienda che ha un Know how incredibile, hanno una sensibilità acutissima sviluppata lavorando con i più grandi maestri del design italiano.. .. questo li pone su un livello molto elevato non solo come capacità tecnica ma anche e soprattutto come capacità di percepire.

S.A.: Per me la luce è uno dei progetti più “facili”, è nelle mie corde, si parla di sentimenti, devi comunicare un’emozione. E’ più difficile progettare una sedia. Certo, anche in quel caso c’è un racconto, ma è più tecnica, la luce invece è poesia, è vita.

D.R.: Oluce ha la capacità di di dare vita e concretezza alle visioni dei designers , ripeto c’è un’immensa conoscenza tecnica ma sempre al servizio dell’emozione.

S.A.: Le grandi aziende, quelle capci di fare la storia del design, hanno questa capacità di recepire, di saper selezionare i progetti, è li la bravura. Un prodotto non è mai solo figlio del designer, il progettista deve parlare di sè nel rispetto dell’identità aziendale : il maestro Vico diceva che c’era sempre un Magistretti diverso per ogni azienda..

Pensi che questa azienda è così avanti, così libera mentalmente, da aver prodotto e presentato ad Euroluce due progetti di tesi.

Seguiamo come relatori allo Ied Roma le tesi di product design, l’ azienda partner, in virtù del bellissimo rapporto che abbiamo è Oluce, bè, il risultato è stato eclatante, due prodotti  allo stand , di cui uno è una vera e propria famiglia e 5 pre- contratti firmati ad altri studenti.

Le assicuro che non è un fatto che accade molto spesso, anzi direi che hanno creato un precedente!

 

 

Yolk per Oluce

Yolk per Oluce

 

Voi siete un duo, il design sembra una cosa personale, come nasce il progetto in due?

D.R.: Lavoriamo insieme dal ‘94, abbiamo visioni differenti, spesso contrapposte, ne sanno qualcosa i nostri collaboratori per non parlare degli studenti.. In realtà questo è un plusvalore perchè ognuno porta nel progetto istanze diverse, ognuno ha la sua identità. A volte il lavoro diventa duro ma negli anni è emerso che quando entrambi siamo convinti di un’idea quella idea funziona. veramente.

E poi c’è una profonda stima, che anche quando litighiamo duramente, perchè accade, rimane ferma.

S.A.:Perché siamo lo specchio uno dell’altra , perché partiamo da presupposti opposti ma è la nostra forza… Ci unisconi i valori, quelli sono gli stessi .

Per alcune aziende siete art director in questo caso cambia il rapporto con l’azienda?

D.R. Bè è chiaro che questa posizione ti porta ancora più vicinanza e anche molta responsabilità in più. Dietro ogni azienda ci sono imprenditori, persone che investono e rischiano e tante figure professionali diverse che vivono del loro lavoro. E’ fondamentale quindi che dal lavoro condiviso si producano utili, senza di essi l’azienda non può evolvere, andare avanti mantenendo posti di lavoro e soprattutto non può fare ricerca.

S.A.Questa forte consapevolezza ci orienta verso la sostanza, cerchiamo cioè di tracciare insieme all’azienda una strada fatta di bellezza e concretezza, è un obiettivo piuttosto impegnativo ogni volta. Sei molto più coinvolto, sei chiamato a ragionare a 360° anche su aspetti che normalmente non ti competono.

Jolie per My Home

Jolie per My Home

Se doveste guardarvi indietro a quando studenti pensavate a questo lavoro di designer  lo immaginavate così?

D. R.: da studenti sognavamo di esprimerci attraverso questo lavoro. Pensavamo che la cosa più difficile fosse entrare in contatto con le aziende, superato questo ostacolo tutto sarebbe stato facile. In realtà abbiamo capito molto presto che avevamo tutto da imparare, che le cose si imparano facendole. Ecco perchè siamo subito entrati in contatto con grandi realtà industriali. abbiamo capito che così saremmo cresciuti più in fretta.

S.A.: Nel nostro percorso formativo all’ISIA di Roma è stato fondamentale il professor Andries Van Onck, se facciamo questo lavoro è anche grazie a lui.. il suo corso sulla ritualità in tavola ci ha aperto la strada verso il mondo dell’industria, siamo entrati in contatto con la Serafino Zani e la Fratelli Guzzini. Abbiamo capito che avevamo tanto da imparare, la nostra determinazione, unita all’umiltà del voler imparare dai nostri errori ,ci ha messo sulla giusta via.. Abbiamo lavorato molto e siamo riusciti a trasformare i progetti in prodotti .. riuscendo così a dire : non è un sogno ce la possiamo fare!