Con le loro installazioni hanno dato forma alla propria interpretazione del concetto di “muro”, da sempre al centro del panorama culturale.
Oggi sono stati premiati i vincitori del concorso d’idee lanciato lo scorso 25 settembre da CODE – Competitions for Designers – e con-fine Art. Una sfida creativa su scala internazionale, nata con l’obiettivo di ampliare la riflessione avviata dalla mostra di con-fine Art “the Wall: History, Art, Multimedia”, allestita a Palazzo Belloni, a Bologna.
La premiazione si è svolta all’interno dell’esclusiva Green Lounge di Galleria Cavour, dove – nello spazio ‘The Wall’ della zona trivio, al civico 4f, vengono ospitati fino al 7 febbraio 2018 i progetti vincitori, già protagonisti di una sezione della mostra a Palazzo Belloni.
La collaborazione tra “the WALL” e Galleria Cavour Green, vetrina tra le più prestigiose di Bologna, si è arricchita così di un tassello importante, che si aggiunge all’inaugurazione di uno spin-off della mostra – con bookshop e biglietteria.
Il concorso è stato patrocinato da Regione Emilia Romagna, Città Metropolitana di Bologna, Comune di Bologna, Università ed Accademia di Belle Arti di Bologna e World Stage Design.
Durante la premiazione, a cui hanno dato un importante contributo gli interventi dell’architetto Massimo Iosa Ghini, del professor Roberto Grandi (Università di Bologna) e la partecipazione dei team vincitori, sono stati presentati al pubblico i progetti selezionati tra circa 200 proposte provenienti da 40 nazioni. A valutarli, una giuria composta da Arnaldo Pomodoro, Massimo Iosa Ghini, Edoardo Tresoldi, Franco Purini, TAMassociati, Anna Rossellini (Unibo), Valentina Silvestrini (Artribune), Alessandro Caruso (Insideart), Roberto Grandi (Unibo) e Patrizio Ansaloni (direttore creativo di con-fine Art).
Primo classificato, il team milanese “Inter-Esse Studio”, composto da Solmaz Sadeghi ed Ali Tavakoli Dinani. Il loro progetto “Wall as a Center for People” propone un inedito completamento della facciata della Basilica di San Petronio a Bologna, realizzando un muro che connette anziché dividere, aperto al dialogo e alla comunicazione. Una struttura semplice e leggera, dotata di scale che raccolgono i visitatori per condurli a piattaforme panoramiche, la facciata diventa accessibile a tutti.
Il secondo progetto “No Signal”, ideato dal team CoFuKo, composto da Margarita Kojouharova, Valeria Colosetti e Erica Furlan, ruota intorno a Piazza Santo Stefano. I visitatori vengono invitati a partecipare a un percorso di avvicinamento all’opera che richiede l’uso dei loro dispositivi mobili. Una volta entrati all’interno dell’installazione vengono privati della connessione internet: grazie a una gabbia di Faraday sperimentano un’esperienza di incomunicabilità e frustrazione.
Terzi classificati, Stefan Gruber e Sophie Schrattenecker del team londinese Stefan&Sophie, con il progetto “In other words: walls”, che riguarda i muri invisibili, le barriere del pensiero che si traducono nel rifiuto e nell’esclusione. Gli accessi a Piazza Maggiore e le strade laterali, per mezzo di una serie di indicazioni e pannelli, diventano un “percorso ad ostacoli” che filtra il passaggio dei visitatori su base etnica e sociale, evidenziando l’assurdità di questo processo selettivo.
La giuria ha inoltre assegnato quattro ‘Gold mentions’ ai teams OHA (Germania), Enrico Evangelisti (UK), Di Betta – Piazza (Italia), Davide Coluzzi DAZ (Italia), 10 menzioni d’onore e 22 menzioni “finalista”.