Selfie. Installation as Self-representation è la nuova mostra firmata Misiad, curata da Laura Agnoletto e ospitata presso la Galleria Fragile, prestigioso spazio progettato da Alessandro Mendini. La mostra vuole essere un’occasione per riflettere sul tema del selfie, inteso come autorappresentazione, nel mondo dell’interior design.
Quattro grandi designer, Massimiliano Adami, Alessandra Baldereschi, Marzio Rusconi Clerici e Paolo Ulian, hanno accettato questa sfida e realizzeranno installazioni site-specific mettendo in scena loro stessi, non attraverso ritratti o oggetti di design, ma generando installazioni capaci di dialogare con lo spazio, il tempo e l’immagine di sé.
Nel 2016 sono stati postati più di 100 milioni di selfie attraverso i dispositivi mobili: nell’era dell’autorappresentazione, l’immagine di noi stessi viene ripetuta all’infinito perdendosi negli angoli virtuali dei social media. Il ritratto non è certo un’esclusività della società contemporanea, ma in questa ultima decade è diventato un fenomeno emblematico e, potremmo dire, quasi necessario per la definizione della nostra identità all’interno della società.
Il selfie produce infinite versioni di noi stessi ma, parafrasando Roland Barthes, di noi stessi già stati, passati. Ma quanto riescono a dire di noi questi ritratti? E quale durata hanno? All’interno della Galleria Fragile, Laura Agnoletto, ha voluto riflettere su questa tematica rovesciando la prospettiva dell’autorappresentazione nei confronti dell’oggetto: i designer sono invitati, infatti, a ideare e realizzare un’installazione, un microcosmo di cose tangibili, all’interno del quale poter riconoscere e rappresentare se stessi. Non un oggetto di design dunque, ma un progetto site-specific immaginifico del soggetto ideatore. L’installazione avrà il carattere di autoritratto tangibile, collocandosi tra presente e futuro.
Una galleria due mostre: un percorso tra storia e sperimentazione In contemporanea alle installazioni di Selfie, al piano inferiore della galleria, si svolgerà la mostra retrospettiva ACME goes to Milan, curata da Adrian Olabuenaga: un percorso espositivo dei più significativi gioielli realizzati da ACME, azienda americana sensibile al fascino del design postmoderno italiano, che, a partire dal 1985, ha dato vita a collaborazioni con i più importanti esponenti del movimento, quali Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Peter Shire, Andrea Branzi, Aldo Cibic, George Sowden, Aldo Rossi, Martine Bedin, Michele De Lucchi, Natalie Du Pasquier e Matteo Thun. Un’iniziativa inserita nel contesto del centenario della nascita di Ettore Sottsass, protagonista, tra gli altri, con i suoi audaci gioielli dalle geometrie impossibili. La mostra rimarrà aperta oltre la durata della Design Week e sarà visitabile nei normali orari di apertura della Galleria Fragile.