Questa seduta ha fatto la storia del design.
E’ la 699 Superleggera di Gio Ponti e Cassina, che in questo 2017, compie i suoi primi 60 anni. Lo stesso Gio Ponti, considerava questo progetto uno dei suoi tre capolavori (insieme al grattacielo Pirelli a Milano e la Concattedrale di Taranto).
Le sue caratteristiche sono perfezione ed equilibrio tra solidità e leggerezza. Pesa infatti solo 1,700 grammi e la struttura ha sezione triangolare di soli 18 millimetri .
La sedia è sintesi, della ricerca dell’architetto e della capacità di sperimentazione e di lavorazione di abili artigiani venne creata da Ponti in collaborazione con i Figli di Amedeo Cassina. La Superleggera rappresenta il punto di arrivo di un percorso creativo sviluppato dall’azienda e dal designer, per dare vita a una famiglia di sedie che comprende modelli rinomati di Cassina come appunto, la sedia Leggera.
Accanto al modello classico in frassino naturale, laccato nero o bianco con seduta in canna d’India, sono proposte varianti provenienti dalla produzione di Cassina degli anni ’50 con seduta imbottita colorata in pelle o tessuto sfoderabili, oltre alle versioni speciali.
Oppure, come il modello con struttura laccata bicolore bianca e nera, disegnato per le esposizioni e mai messa in produzione.
Per i 60 anni della sedia Cassina ha introdotto una nuova variante disponibile in edizione limitata di soli 60 pezzi, con struttura rossa e seduta in una versione rielaborata del tessuto Boxblocks dall’artista olandese Bertjan Pot.
La Superleggera venne progettata nel 1955 e poi prodotta da Cassina dal 1957. La sedia nasce dalla volontà di Ponti di reinventare l’archetipo della sedia impagliata: la sedia di Chiavari, uno dei simboli dell’artigianato ligure sin dall’Ottocento.
Canoni di riferimento: leggerezza, semplicità e stabilità ma soprattutto bassi costi di produzione e d’acquisto.La sedia venne sviluppata nel secondo dopoguerra c’era quindi bisogno di realizzare oggetti d’arredamento dai costi contenuti per andare incontro alle difficoltà economiche della popolazione.
Pur non vincendolo, la Superleggera venne a selezionata per la premiazione del IV Compasso d’oro . Oggi fa parte della selezione ADI Design Index ed uno dei pezzi della collezione permanente del Triennale Design Museum.
Tante storie si raccontano su questa sedia. Si narra ad esempio che per controllare la resistenza di questa sedia dall’aspetto così leggero la sedia fu lanciata nel cortile dell’azienda da Cesare Cassina.
Racconti e aneddoti (confermati dalle foto di archivio), come quelli che risalgono agli anni ’50, quando le strutture grezze delle sedie vennero trasportate in Liguria sul tetto di una Fiat 1100 per la realizzazione dei sedili in canna d’india.
Tante cose sono cambiate da allora, ma la sedia 699 Superleggera è ancora oggi realizzata nel reparto falegnameria di Cassina. La struttura produttiva è organizzata su scala industriale, ma composta al tempo stesso di isole artigianali. Qui il legno è lavorato con l’aiuto dei macchinari più moderni e sofisticati, ma è sempre la manualità di ogni artigiano a fare la differenza in tutte le fasi di realizzazione, soprattutto per l’incollaggio, la levigatura e l’assemblaggio. Per esempio, l’assemblaggio della sedia Superleggera è eseguito in un unico passaggio visto la peculiarità degli incastri che costituiscono la sua struttura.
L’attività di Cassina negli anni Cinquanta è fortemente legata a Gio Ponti che lavorò in azienda in stretta collaborazione con Cesare Cassina dal 1949 al 1965 circa.
Il comune desiderio di sperimentazione e ricerca portò alla nascita di un modello produttivo innovativo per l’industria del mobile, basato sul connubio tra progettista e imprenditore, ancora oggi fondamentale nella produzione dell’azienda.
In questo periodo fecondo sono nate le prime poltrone progettate da Gio Ponti per Cassina che hanno arredato i grandi transatlantici italiani come l’Andrea Doria, il Conte Grande e la Giulio Cesare, creando il primo ponte di collegamento tra l’America e il Made in Italy. Lo stesso Ponti pensava a queste grandi navi come opere d’arte galleggianti, capaci di portare oltreoceano l’eccellenza italiana in tutte le sue declinazioni.
Oggi questi modelli, parte integrante dell’archivio storico di Cassina, sono ancora numerati rispettando l’ordine di inserzione nei primi cataloghi dell’azienda.