“There is a Planet”: alla Triennale di Milano la mostra dedicata a Ettore Sottsass

Pubblicato il Di in Pezzi Storici, Storia del Design

Il 14 settembre 1917, nasceva a Innsbruck in Austria, Ettore Sottsass. Nel centenario della sua nascita, la Triennale di Milano gli dedica una mostra dal titolo “There is a Planet”. Inaugurata lo scorso 15 settembre, sarà visitabile fino a domenica 11 marzo.
L’ esposizione è accolta negli spazi della Galleria dell’Architettura ed è curata da Barbara Radice, mentre, il progetto di allestimento  di Michele De Lucchi e Christoph Radl.


There is a Planet, il titolo che da il nome alla mostra e alla pubblicazione che la accompagna, è quello di un progetto  di inizio anni ’90 per l’editore tedesco Wasmuth che Sottsass non riuscì a realizzare.  E’ progetto di un libro, ora edito da Electa,  suddiviso in cinque gruppi di fotografie con cinque titoli e altrettanto cinque testi, e la pubblicazione di oggi è così come Sottsass l’aveva immaginata.


Raccoglie le fotografie che il designer aveva scattato nel corso dei suoi viaggi intorno al mondo: sono foto di architetture, case, porte, persone, situazioni che riguardano l’abitare e in più in generale la presenza dell’uomo sul pianeta.

 

All’interno della mostra in Triennale una raccolta di foto all’origine del progetto There is a Planet sono  esposte nei corridoi  ed accompagnano il visitatore  contestualmente ai temi trattati nelle stanze. Tra le foto esposte  inoltre in mostra  c’è anche una raccolta inedita di foto dei primi anni ‘60 dal titolo Le ragazze di Antibes.

In tutto sono 9 le stanze  in cui sono trattati i nove temi indagati dal designer  nel corso del suo lungo percorso professionale.  In ogni stanza un gruppo di opere entra a far  parte di un lungo racconto,  spesso accompagnato da disegni o video.  Alle pareti sono inoltre riportate citazioni di scritti per comprendere più da vicino l’anima poliedrica che ha contraddistinto il suo lavoro che lo ha visto occuparsi di architettura, disegno, design, fotografia, pittura, vetro, ceramica, attività editoriali e scrittura.


Anche i nomi dei temi di ogni stanza  (Per qualcuno può essere lo spazio, Il disegno magico, Memorie di panna montata, Il disegno politico, le strutture tremano, Barbaric design, Rovine, Lo spazio reale, Vorrei sapere perchè…) sono nomi riferiti proprio ai titoli di alcuni suoi scritti ed opere individuali. Non seguono fasi cronologiche ma “umori e tendenze” che si sono sovrapposti nel suo sentire.

Si vivono così da vicino le opere inedite e quelle più celebri. Come la Valentine di Olivetti,  le creazioni in vetro e le sue esperienze nella ceramica (primi fra tutti i celebri vasi per Bitossi Ceramiche).

 

Ci sono i visionari progetti degli anni ’70 (come Synthesis 45 di Olivetti del 1972),  gli arredi progettati per Poltronova, le creazioni del gruppo Menphis, i plastici dei progetti di architettura ( come Casa Wolf, Ridgway in Colorado), le cover di Terrazzo immersi  tra schizzi visionari e pensieri che si fanno parola.

 

 

 

 

Foto credits arredativo.it