Aspettando Ventura Future // Arredativo incontra Federico Peri

Pubblicato il Di in Approfondimenti, Interviste

Dal  17 Aprile prossimo si accenderanno i riflettori su l’appuntamento più atteso dagli appassionati di design e dagli addetti ai lavori. Ovviamente sto parlando del Salone del Mobile di Milano, evento che dà il via a  tutti gli altri eventi in programma per la Milano Design Week. Sono tante le mostre, le installazioni gli eventi  da vedere che in questi giorni stiamo cominciando a metterle in agenda. Tra questi c’è senza dubbio Ventura Future l’evento curato da Ventura Project e del quale vi abbiamo già dato qualche piccola anticipazione nei giorni scorsi. Tra le notizie che vi avevamo dato in anteprima, c’è la presenza di due giovani designer italiani: Federica Biasi e Federico Peri, entrambi  premiati lo scorso gennaio a Maison & Objet con il Rising Talent Awards  .

Federica ci aveva raccontato qualche tempo fa, della sua prossima presenza a Ventura Future con il brand Mingardo, mentre Federico Peri, sarà presente con un nuovo progetto sviluppato assieme a Edition Milano. Noi di Arredativo lo abbiamo  incontrato e ci siamo fatti raccontare qualcosa di più su questo progetto, che dalle prime immagini che abbiamo potuto vedere, sarà molto interessante e ne sentiremo parlare.

Come è nata la tua collaborazione con Edition Milano e con Ventura Project?

Conosco Editions Milano da molto tempo, quando era un’altra realtà e ci siamo sempre un po “corteggiati”, guardati da lontano. Ci parlavamo, ma sempre con la massima tranquillità e senza fretta di voler  per forza fare qualcosa insieme.

Quest’anno Alberto,  ha avuto un’ idea, mi ha sottoposto un brief, e da lì abbiamo iniziato a dialogare. Così è venuta questa idea di ispirarci agli anni’ 30,  aspetto che rappresenta sia me che l’idea di ciò che loro  vogliono comunicare. Così ho iniziato a lavorare su delle micro-architetture che diventano lampade.

Per la location direi che è una sfida interessante. Anche Lambrate che nel 2010 era un territorio sconosciuto, dove io ad esempio non ero nemmeno mai stato  è vedendo come è diventato adesso… Questa zona non è come Lambrate è ricca di storia e penso sia un posto incredibile, ricco di storia. E’ bello vedere come il contemporaneo si interseca con lo storico.

Quando avete iniziato a lavorare a questo nuovo progetto per Fuori Salone?

Con Edizions Milano abbiamo cominciato a lavorare al progetto prima dell’estate, ma siamo arrivati a definirlo verso ottobre.  Quindi in autunno c’era già una proposta, io mi sono proprio innamorato del progetto mentre lo disegnavo, mentre all’inizio avevo fatto un po fatica ad interpretare, perché era difficile riuscire a fare qualcosa che era molto connotato.

Il Salone del Mobile è sempre più vicino, come vivrai questo appuntamento?

Sarò molto impegnato quest’anno. Avrò il progetto in collaborazione con la galleria  Nilufar con cui ho un rapporto continuo e facciamo sempre qualcosa. Poi avrò questa collaborazione con Edition Milano, avrò una nuova versione della lampada di FontanaArte che ho presentato lo scorso anno e poi ho altre collaborazioni che vedrete…

 

Tra quando lavori con le Gallerie e quando progetti per le aziende cambia il tuo modo di creare?

Avere una formazione da designer d’interni  mi ha sempre abituato ad ascoltare il brief o il cliente  per poter dire “voglio questo, faccio quello”, questo per un progetto d’interni all’inizio è molto facile che accada. Così ho  trasportato questo approccio nel progetto di prodotto. Quindi se si tratta di progetto in Galleria, posso dirti  che molti dei progetti che espone Nilufar li avevo già realizzati come designer indipendente prima di entrare in contatto  e rappresentavano totalmente me stesso e avevo quel tipo di approccio. Ora, quando mi trovo adesso a lavorare con Nilufar cerco di considerare sempre l’ identità della galleria e cosa commercializza.

 

Con FontanaArte, che è l’azienda con cui ho lavorato recentemente, anche in questo caso ho avuto fortuna di lavorare con un marchio con una storia incredibile, nato nel 1932. Anche se negli anni è cambiato, io ho cercato di interpretare totalmente il marchio, la materia, le geometrie restando però sempre fedele al mio gusto. Quindi diciamo che ho avuto la fortuna di trovare interlocutori sempre vicini al mio gusto e modo di vedere il design con un approccio simile.