Arredativo Design Magazine

Designing Civic Consciousness

Il declino della coscienza civile – intesa come consapevolezza dei diritti e dei doveri
– è un dato largamente documentato nella letteratura che preoccupa le più serie istituzioni
culturali ed educative. Non soltanto sono sempre più numerosi i cittadini di paesi
democratici che dimostrano una pericolosa indifferenza nei confronti dei doveri di lealtà,
solidarietà ed impegno propri di una matura coscienza civile, ma non esistono neppure
progetti di formazione per insegnanti di educazione civica.
Si tratta di un declino in grado di minare le basi stesse del rapporto democratico che lega
il cittadino alle istituzioni e la cui origine può essere individuata nella profonda
trasformazione di significato cui sono sottoposti termini quali politica, partecipazione,
competenza, solidarietà. Si aggiunga anche che i tradizionali strumenti di analisi risultano
in affanno nell’interpretazione di questa situazione. Un problema di questa complessità,
che chiama in causa ragioni culturali, economiche, sociali, tecnologiche, può essere
affrontato solo in maniera innovativa e facendo ricorso a tutti gli strumenti interpretativi
e progettuali che discipline diverse possono apportare. È il principio della consilienza, una
convergenza di ricerche e progetti multidisciplinari, che trae maggior forza e capacità di
intervento proprio in virtù dei diversi punti di vista e delle differenti metodologie da cui
originano. L’iniziativa Designing Civic Consciousnes​s, organizzata dall’Università della
Repubblica di San Marino, vede riunire dunque filosofi, storici e designer accomunati
dalla volontà di portare un contributo alla definizione di pratiche di “educazione civica”
attraverso gli strumenti della riflessione e del progetto.
Il design ha da sempre sviluppato una profonda consapevolezza delle conseguenze sociali
connesse allo sviluppo del progetto e alla sostenibilità dei prodotti e della comunicazione.
Non sono mancati, più volte negli ultimi decenni, soprattutto in momenti di crisi, appelli
e manifesti che hanno messo in luce la necessità da parte dei designer di riflettere sulla
responsabilità sociale e per questo “politica” di una categoria professionale dedita al
progetto. Oggi che ci troviamo ad affrontare un periodo di profonda crisi delle istituzioni
e dello stesso concetto di democrazia così come siamo abituati a conoscerla, diviene
urgente che il designer sia a maggior ragione formato a modellare il proprio contributo
progettuale in modo consapevole e informato. Una didattica che promuova il “design for
social innovation”, con pratiche progettuali rivolte alle comunità e al settore pubblico —
service design, design thinking, open source, user experience design, civic hacking, ecc.
— diviene così un passaggio essenziale per affrontare la complessità della crisi in atto.
Il format della conferenza prevede due interventi principali ogni giorno nei quali si
alterneranno un filosofo e un designer con, a seguire, un workshop per un selezionato
gruppo di studenti provenienti da Unirsm e da altre università italiane.