Gio Ponti trionfa in Triennale: Librizzi e Zucchi ritraggono un mito senza tempo.

Pubblicato il Di in Approfondimenti

L’Architetto, il Maestro, l’imprenditore. L’editore, il designer, l’Accademico. La polivalenza di Gio Ponti e la
sua profonda cultura italiana sono state raccontate da due Architetti del panorama contemporaneo: il
milanese doc Cino Zucchi accompagnato dal Direttore Artistico di FontanaArte Francesco Librizzi.
“Poter lavorare per un’Azienda che non solo detiene progetti e prodotti incredibili di Gio Ponti continuando a
servili in tutto il mondo, ma fu fondata dallo stesso Gio Ponti, è qualcosa di unico e irripetibile. Un vero
privilegio.” dichiara Francesco Librizzi.
Il suo talk comincia con un vaso di Richard Ginori del 1925 presentato alla Exposition Internationale des Arts
Décoratifs di Parigi: parallelamente ai concept della modernità razionalista nordeuropea Ponti presentò,
vincendo il premio della Giuria, un oggetto che racchiudeva estetica, architettura e poesia. La sintesi
temporale di un pensiero senza tempo.

 

 


Questo ed altri temi sono stati trattati con maestria e leggerezza in una sala d’onore in religioso silenzio,
affollatissima. Tutte le generazioni della design community internazionale ospite di Arch Week hanno potuto
ascoltare e vedere la linea del tempo senza strappi e contraddizioni, anche nell’allestimento: Bilia, disegnata
da Gio Ponti nel 1932, Parola di Gae Aulenti e Piero Castiglioni del 1980, lampade icone di FontanaArte
assieme a Setareh che Francesco Librizzi ha disegnato nel 2017 e che rappresenta perfettamente la
costante interpretazione di un patrimonio straordinario contestualizzato e arricchito in chiave contemporanea
grazie anche alle nuove tecnologie.
In moda sagace, alla ‘Cino maniera’, l’architetto Zucchi coglie l’intimità della sala gremita di amici e colleghi e
paragona la facilità grafica di Gio Ponti, la quantità di schizzi e la sua generosità nel produrre materiali, in
quella che oggi potrebbe essere identificabile con l’energia di un Fabio Novembre. Provocazione gentile.
“Una delle qualità che maggiormente ammiro di Gio Ponti è l’incredibile polivalenza che potrebbe fare di lui
un potenziale personaggio da biografia cinematografica. Se avesse passato più tempo negli Stati Uniti
probabilmente avrebbero fatto un film su di lui.” – racconta Francesco Librizzi – “Finalmente la mia
generazione può parlare di Gio Ponti in maniera libera e trasversale e la chiacchierata di sabato con Cino
Zucchi lo ha dimostrato perché è emersa non solo la grandezza ma anche la polivalenza del personaggio.”