16. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia // Padiglione del Portogallo: Public Without Rhetoric

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Il Portogallo partecipa alla 16. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia con il progetto Public Without Rhetoric, a cura di Nuno Brandão Costa e Sérgio Mah, commissionato dalla Direzione Generale delle Arti, sulla base di un concorso pubblico ad inviti, e realizzato dal Ministero della Cultura del Portogallo con il supporto di Fondazioni e Partner Istituzionali. Il Padiglione portoghese, in risposta al titolo “Freespace” dato alla Biennale Architettura 2018 dalle curatrici Yvonne Farrell e Shelley McNamara, presenta un percorso dedicato all’“Opera Pubblica” attraverso la selezione di 12 progetti firmati da architetti portoghesi e costruiti negli ultimi dieci anni, che costituiscono la base formale per una riflessione sull’architettura nello spazio pubblico e sono un ulteriore contributo all’idea di “Spazio libero”, tema centrale della 16. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

 

 

Biblioteca Pubblica e Archivio Municipale, Angra do Heroísmo (Azzorre)
Inês Lobo

La mostra riunisce, al piano nobile di Palazzo Giustinian Lolin, disegni, modelli e fotografie dei 12 progetti selezionati che includono strutture temporanee, edifici o infrastrutture dedicati alla cultura, all’educazione, allo sport e alla mobilità, e sono firmati da diverse generazioni di architetti portoghesi, nati tra gli anni ’30 e ’80, rivelando – nella diversità di programmi e di scala – la loro cultura universale e l’eccellenza transgenerazionale.

Raccontate all’ingresso con una video-installazione, le opere sono il risultato di interventi pubblici realizzati dal 2007 ad oggi grazie a commissioni dello Stato, delle Regione e delle Istituzioni locali: Arquipélago – Centro di Arti Contemporanee, São Miguel, Azzorre, di João Mendes Ribeiro e Menos é Mais (Cristina Guedes e Francisco Vieira de Campos); Biblioteca Pubblica e Archivio Municipale, Angra do Heroísmo, Azzorre, di Inês Lobo; Gruta das Torres Visitor Center, Pico, Azzorre, di SAMI (Inês Vieira da Silva e Miguel Vieira); Hangar Centro Nautico, Montemor-o-Velho, di Miguel Figueira; I3S, Istituto di Innovazione e Ricerca sulla Salute, Porto, di Serôdio Furtado Associados (Isabel Furtado e João Pedro Serôdio); Metropolitana di Napoli, Stazione Municipio, Napoli, di Álvaro Siza, Eduardo Souto Moura e Tiago Figueiredo; Moli sul fiume Douro, Foce del Douro, Porto, di Carlos Prata; Olivier Debré Contemporary Art Centre, Tours, Francia, di Aires Mateus e associados (Manuel Mateus e Francisco Mateus); Padiglioni temporanei per “Incertezza Viva: un’esposizione dopo la 32° Biennale di San Paolo”, Fondazione Serralves, Porto, di depA (Carlos Azevedo, João Crisóstomo e Luís Sobral), Diogo Aguiar Studio, FAHR 021.3 (Filipa Fróis Almeida e Hugo Reis), Fala Atelier (Ana Luísa Soares, Filipe Magalhães e Ahmed Belkhodja) e Ottotto (Teresa Otto); Padiglioni per il Parco Urbano di Albarquel, Setúbal, di Ricardo Bak Gordon; Teatro Thalia, Lisbona, di Gonçalo Byrne e Barbas Lopes Arquitectos (Diogo Seixas Lopes e Patrícia Barbas); Terminal Crociere, Lisbona, di João Luís Carrilho da Graça.

Metropolitana di Napoli - Stazione Municipio, Napoli Álvaro Siza, Eduardo Souto Moura e Tiago Figueiredo

Metropolitana di Napoli – Stazione Municipio, Napoli Álvaro Siza, Eduardo Souto Moura e Tiago Figueiredo

I progetti sono raggruppati in modo da comporre relazioni formali e spaziali e sono esposti senza un ordine cronologico o generazionale, sfuggendo a qualsiasi lettura di una possibile gerarchia, al contrario intendono dimostrare la grande qualità, la consistenza e la razionalità dell’architettura pubblica portoghese, realizzata nonostante lo scenario globale fortemente condizionato dalla crisi economica. Parallelamente la video-installazione, composta dalla proiezione di film creati da quattro artisti contemporanei – André Cepeda, Catarina Mourão, Nuno Cera, Salomé Lamas – accomunati dalla riconosciuta esperienza nella rappresentazione architettonica, documenta lo stato attuale delle opere e l’esperienza delle persone che nell’abitare quello “spazio libero” ne concretizzano la missione pubblica.

 

Come infatti evidenziano i due curatori Nuno Brandão Costa e Sérgio Mah: Negli ultimi dieci anni è sorta una specie di ossessione nei confronti delle opere pubbliche, considerate, alla luce degli orientamenti neoliberali che hanno guidato l’Europa occidentale negli ultimi tempi, una spesa accessoria e dannosa. L’opera pubblica, come la costruzione di strutture culturali, educative, sportive e infrastrutture – continuano i curatori – rientra in un’idea di evoluzione della civiltà e progressività nell’equivalenza delle opportunità sociali. Simultaneamente ricostruisce e riabilita la forma della città, rinnovando qualitativamente e culturalmente lo spazio pubblico.

Con Public Without Rhetoric, la Partecipazione del Portogallo alla Biennale Architettura 2018 sottolinea quanto l’investimento degli Stati in uno spazio collettivo, accessibile e di qualità sia direttamente correlato all’ascesa di una società democratica, colta e inclusiva, associandosi apertamente al tema “Freespace” lanciato da Yvonne Farrell e Shelley McNamara.

 

 

In copertina: Centro Visitanti della Gruta das Torres, Pico (Azzorre) SAMI (Inês Vieira da Silva e Miguel Vieira)