I CINETICI. Dino Gavina e il Centro Duchamp

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“Le cose nascono giorno per giorno. È soltanto guardando a posteriori che t’accorgi, forse, che hai fatto una piccola cosa. Ma che ne sai prima?“. Con queste parole Dino Gavina, imprenditore istrionico e illuminato, uno dei padri del design moderno, raccontava in un’intervista di qualche anno fa la propria straordinaria avventura.

Un’avventura che attraversa quel 1968 che tutto rivoluzionò, nella società, nel costume, nella storia, così come nell’arte e nel design. A cinquant’anni dalla fondazione a Bologna del Centro Duchamp voluto da Dino Gavina, la mostra I CINETICI. Dino Gavina e il Centro Duchamp curata da Alessia Marchi in programma a Bologna dal 31 gennaio al 28 febbraio prossimi nell’ambito di Arte Fiera 2018, segnalata da ART CITY Bologna, presenta al pubblico per la prima volta insieme una selezione delle prime opere prodotte per il Centro da alcuni artisti della corrente di Arte Cinetica e Programmata. Un percorso che si snoda tra luoghi differenti – da Galleria Cavour, cuore del commercio di lusso della città ai rinascimentali Palazzo Vassè Pietramellara e Palazzo Zambeccari – che simbolicamente uniscono progettazione, produzione industriale e intuizione creativa ed artistica: ciò che accadde nel 1962 con la mostra Arte Programmata prodotta da Adriano Olivetti sulle neoavanguardie cinetiche, esposta nel suo negozio in via Vittorio Emanuele e realizzata grazie a Bruno Munari, allora consulente per l’azienda, con il catalogo curato da Umberto Eco.

 

Un evento, quello di Olivetti, che rappresentò per la corrente cinetica e per Gavina uno spartiacque: ad esso seguì pochi anni dopo la mostra La Luce (giugno-ottobre 1967) che l’imprenditore bolognese portò nei suoi negozi di Torino, Foligno, Firenze, Bologna e Milano in collaborazione con la Galleria Obelisco di Roma. Fu proprio in contemporanea a questo evento che nacque il Centro Duchamp le cui origini risalgono alla primavera del 1967, quando a Bologna si tenne la prima riunione e «quando ancora si pensava al Centro Sperimentale Design»: all’inaugurazione prese parte anche Man Ray, considerato uno dei grandi padri delle avanguardie storiche.

Ennio Chiggio_Struttura visiva ad anelli 01, 2011

 

La mostra ripercorre il pensiero gaviniano, “lo Steve Jobs del design” secondo le parole della curatrice della mostra Alessia Marchi “per la sua capacità di creare una piattaforma a disposizione di differenti maestranze e competenze, insieme al servizio della creazione”: e lo fa attraverso le opere degli artisti – Marina Apollonio, Julio Le Parc, Angel Duarte, Edoardo Landi, Ennio Chiggio, Hugo Demarco, Getulio Alviani, Manfredo Massironi e Xavier David- che per primi parteciparono al progetto e aderirono alla poetica dell’imprenditore che prese le mosse dall’evento Olivetti – una meravigliosa operazione di brand – e lo tradusse in produzione creando un luogo fisico per «stabilire una rete di rapporti con le categorie più diverse di operatori, in una feconda prospettiva interdisciplinare» e dando corpo alla vocazione dell’arte Cinetica, più di altre legata alla tecnologia e alla produzione industriale.

 

I CINETICI. Dino Gavina e il Centro Duchamp a cura di Alessia Marchi

  • Galleria Cavour, Palazzo Vassè Pietramella, Sala della Meridiana, via Farini 14 Palazzo e Portico Zambeccari, Piazza de‘ Calderini 2/2 e via Farini 11_ 31 gennaio – 6 febbraio 2018
  • Spazio CAR Alfa Romeo, Galleria Cavour 1 I/L/M _ 31 gennaio – 28 febbraio 2018