La Fucina di Efesto alla mostra-evento Homo Faber 2018

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Palcoscenico di rituali e trasformazioni, luogo sacro dedito alla trasmutazione dei metalli, laboratorio aperto al confronto e alla fratellanza, nella fucina prendono forma opere uniche, dove il gesto artistico si fonde con la forza arcaica del dominio del fuoco. Bottega milanese impegnata (da oltre 20 anni) nella lavorazione dei metalli, la Fucina di Efesto si muove lungo un percorso eclettico e sperimentale che unisce ricerca filosofica, maestria artigianale ed etica del fare, coinvolgendo arte e design, architettura e interior. Votati all’esplorazione, il fondatore Alessandro Rametta e il progettista artigiano Andrea Capriotti si dedicano ad una ricerca incessante, e l’intera produzione de
La Fucina di Efesto indaga sul senso profondo dell’arte in stretto rapporto con la forza intuitiva e
progettuale dell’esperienza.
I volti di Kosmosandalon è l’opera che La Fucina di Efesto espone all’interno della straordinaria mostra-evento Homo Faber. Crafting a more human future – in programma a Venezia, presso la Fondazione Giorgio Cini a San Giorgio Maggiore, dal 14 al 30 settembre 2018 – l’esposizione a cura della Michelangelo Foundation nata per celebrare e valorizzare i mestieri d’arte d’eccellenza in Europa. Orchidea ciclopica di quasi 3 metri di altezza, l’opera è inserita all’interno della sala degli Arazzi – uno degli spazi più maestosi della Fondazione, concepito dai curatori Jean Blanchaert e Stefano Boeri come un viaggio onirico e sorprendente nel cuore dell’artigianato d’eccellenza – e
rappresenta una delle 3 realizzazioni fuori formato presenti nel contesto dell’esposizione.

Kosmosandalon, “sandalo del cosmo”, per gli antichi Greci è questo il nome dell’orchidea – fiore di delicata e regale raffinatezza – simbolo di bellezza, armonia e perfezione spirituale, emblema della tensione profondamente umana all’inafferrabile e al sacro, allo splendore divino. I volti di Kosmosandalon rappresenta un chiaro omaggio alla classicità e alla riflessione filosofica, con i suoi affascinanti miti cosmogonici e le sue potenti immagini che sanno ancora oggi svelare i significati dell’essere umano: un’imponente architettura metallica di petali e sepali, di forme concave e convesse ottenute attraverso la sapiente lavorazione dei metalli – l’acciaio inossidabile lucidato a
specchio e il bronzo trattato attraverso veli di patine – concepita per abbracciare lo spettatore e
condurlo in un viaggio riflessivo alla ricerca della divinità perduta.


Scultore autodidatta, attento e silenzioso ricercatore, folgorato da giovanissimo dalle infinite possibilità del metallo, Alessandro Rametta sente l’eco di memorie lontane, il familiare richiamo di una materia che custodisce antichi segreti. L’intuizione diviene presto vocazione. Sviluppa una tecnica propria, raffinatamente originale, sperimentando sulla materia che ritiene avere, fra tutte, il più alto potenziale espressivo ancora da esplorare. Fonda nel 1997 La Fucina di Efesto, collabora con i Maestri dell’arte e del design, scolpisce per collezionisti in Italia e all’estero, inizia giovani al mestiere e al fare etico. Insignito agli inizi di giugno 2018 del titolo di Maestro d’Arte e Mestiere
da parte della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, Alessandro, forgia opere uniche caratterizzate da dinamismo e leggerezza, con una vena molto poetica e un forte senso del colore.

 

Process where Alessandro Rametta and Andrea Capriotti sculpt metal