L’AFRICA CONTEMPORANEA IN MOSTRA A PALAZZO LITTA CULTURA

Pubblicato il Di in Eventi

 

Palazzo Litta Cultura, il progetto culturale nato dalla collaborazione tra il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Lombardia e MoscaPartners, prosegue nel 2018 la sua esplorazione del mondo contemporaneo, spostandosi dal Giappone all’Africa con la mostra AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography, patrocinata dall’Ambasciata della Costa d’Avorio, dal Consolato del Sud Africa e dal
Consolato del Burkina Faso.
Con uno sguardo sulla progettualità contemporanea dell’Africa subsahariana – l’area di oltre 24 milioni di chilometri quadrati che si estende da est a ovest sulla linea meridionale del Sahara – ancora una volta design, fotografia, danza, musica e cinema si intrecciano nella programmazione in una proposta interdisciplinare: ventidue creativi, attraverso
quaranta prodotti di design dell’ultimo biennio (2016-2017) e cinquantacinque opere fotografiche, esprimono il loro inedito punto di vista restituendo l’immagine di una realtà dinamica, innovativa e vitale.

 

 

Ideatori della mostra sono MoscaPartners e MIA Photo Fair Projects, rispettivamente curatori della sezione design e fotografia; contestualmente le arti performative sono proposte dalla Compagnia Enzo Cosimi e da Ariella Vidach AiEP per la danza e da Musicamorfosi per la musica.
“Abbiamo scelto designer che rappresentano la grande eterogeneità di quest’estesa e semisconosciuta zona di un mondo a noi molto vicino, come è l’Africa” racconta Elisa Astori, curatrice per MoscaPartners della sezione dedicata al design, con il contributo della designer sudafricana Cara Judd.
I materiali naturali, l’ispirazione a forme archetipiche della terra d’origine, la costante presenza del colore, il riutilizzo di materiali di recupero quali plastica, lamiera e legno sono caratteri ricorrenti nei lavori dei designer in mostra. La grande libertà che si esprime nell’approccio progettuale permette loro di dar forma a oggetti dall’estetica fortemente originale.
Ne sono esempio i lavori di Birsel&Seck e gli intrecci di Stephen Burks, i manufatti di lamiera e barili di petrolio di Hamed Ouattara e Ousmane Kouyate, le interpretazioni di oggetti del quotidiano di Inoussa Dao, le lampade realizzate con bottiglie di plastica di Haeth Nash.
Sorprendenti le insolite sedute e madie realizzate con armi e proiettili di Gonçalo Mabunda e le poetiche reinterpretazioni degli scafi delle imbarcazioni lignee abbandonate di Jean Servais Somian.
I materiali naturali sono al centro della ricerca di Peter Mabeo, Pate e Francis Kéré, Nifemi Marcus Bello progetta per autocostruzione, le sculture di Cara/Davide sono un omaggio alle forme primitive dell’estetica africana.
La sezione fotografica, curata da MIA Photo Fair Projects in collaborazione con Maria Pia Bernardoni, curatrice dei progetti internazionali di LagosPhoto Festival, propone una selezione di artisti africani contemporanei che esplorano il potenziale comunicativo del mezzo fotografico attraverso un linguaggio moderno, che supera i limiti della funzione
tradizionale di documento o ritratto.

“Gli artisti in mostra ci offrono una visione della contemporaneità, perché rappresentano il fermento, l’energia, la visione e l’estetica della gente del posto e ci raccontano l’Africa di oggi. Ma, soprattutto, con il proprio lavoro affrontano individualmente questioni sociopolitiche contemporanee che non riguardano solo il continente ma hanno una risonanza globale” racconta Maria Pia Bernardoni.
Ne sono esempio la fotografa ivoriana Joana Choumali che, nelle sue delicate immagini interamente ricamate a mano, esplora il tema delle migrazioni e dei legami che si spezzano o che si perdono e costantemente si interrompono in numerosi paesi africani; Siwa Mgoboza e Nobukho Nqaba, entrambi sudafricani, che si interrogano sull’identità in relazione alle influenze sociali e culturali; Maurice Mbikayi, congolese, che smaschera il
fenomeno dell’abbandono di scarti digitali creando capi d’abbigliamento di sinistra eleganza; il sudafricano Andile Buka, con le sue eleganti ricostruzioni in bianco e nero, oppure il keniota Osborne Macharia, con immagini coloratissime e curate in ogni dettaglio.
Il lavoro di Omar Victor Diop, presentato in collaborazione con la galleria Magnin-A, è un’importante riflessione sulla presenza di figure storiche di origine africana e il ruolo chiave che hanno giocato nel plasmare la storia economica e culturale europea.
Per l’intera durata della mostra, ogni giovedì alle 18.30 sono programmati incontri di approfondimento sull’attualità e la cultura africana, con esperti e critici dei settori del design, architettura, fotografia, musica e cinema.
Il primo incontro, AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography in data 15 marzo, si focalizzerà sulla creatività contemporanea in Africa, con la partecipazione di alcuni artisti in mostra, i designer Cara/Davide, Conrad Hicks, Jean Servais Somian, Peter Mabeo e i fotografi Siwa Mgoboza e Joana Choumali; il 22 marzo Carlo Vezzoli e Elisa Bacchetti, docenti del Politecnico di Milano – Dipartimento Design, discuteranno nel talk Sustainable Energy for Africa by Design il tema dell’energia sostenibile; in Made in Slums / rifiuti necessari il problema dei rifiuti negli slum africani e del loro possibile riutilizzo attraverso il design verrà approfondito il 29 marzo da Francesco Faccin.

 


Palazzo Litta Cultura si anima con un tributo alla danza africana: il 17 e il 18 marzo si terrà Visione Africana, installazione e performance della Compagnia Enzo Cosimi, mentre il 24 marzo Secret Rooms – Africa, coreografia site specific di Ariella Vidach AiEP. Il 25 marzo è previsto l’appuntamento musicale Solo For Africa con Arsene Duevi – vocechitarra, basso, loop station produzione Musicamorfosi.
AfricaAfrica, exploring the Now of African design and photography è un’esposizione che rompe con gli stereotipi, con l’immaginario obsoleto del continente bisognoso e indifeso, e offre un’analisi attuale della società, una visione per il futuro, una presa di coscienza da tenere in considerazione che rappresenta un momento di riflessione e fonte d’ispirazione per tutto il mondo.