Ricostruzioni Architettura, città e paesaggio nell’epoca delle distruzioni

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La Triennale di Milano di Milano presenta Ricostruzioni. Architettura, città e paesaggio nell’epoca delle distruzioni.

La mostra affronta in modo inedito un tema chiave dell’architettura e dell’urbanistica di grande attualità: quello della ricostruzione.

Le pratiche di ricostruzione, oltre a rappresentare momenti fondamentali di riflessione sul futuro delle città, hanno fornito un eccezionale patrimonio di esperienze tecniche e culturali relative alle nuove modalità dell’abitare, alla salvaguardia dei monumenti, alla conservazione delle identità urbane e territoriali, al rapporto tra ambiente costruito e paesaggio e, più recentemente, all’adeguamento alle mutate condizioni climatiche.

L’esposizione riunisce progetti appartenenti a tempi e luoghi diversi, sviluppando una riflessione sulle prospettive future che, dal Medio Oriente alle Americhe, coinvolge l’azione dei governi e la cultura degli architetti. Il tema della ricostruzione è dunque centrale e affrontarlo adeguatamente richiede, rispetto al passato, una cultura aggiornata che permetta di fronteggiare la varietà in cui oggi la distruzione si presenta. Guardare ai casi virtuosi in cui la ricostruzione è stata perseguita come occasione di miglioramento significa contribuire a costruire questa cultura che sappia andare oltre l’emergenza e tornare ad immaginare il futuro.

La mostra vuole mettere in luce sia le pratiche e le culture della ricostruzione in Italia, sollevando anche una lettura critica sulle azioni legate anche al post-catastrofe, sia alcuni casi internazionali.

Attraverso centinaia di documenti storici, come immagini di cronaca e fotografie di grandi autori, frammenti di film e documentari, e più di cinquanta disegni e modelli originali, i singoli casi italiani e stranieri saranno presentati come esperienze specifiche, legate inevitabilmente ognuna alla sua singolarità spaziotemporale, di cui tuttavia si potranno intendere le grandi questioni comuni con rimandi, assonanze, contrasti e contraddizioni.

L’allestimento, contraddistinto dall’uso di materiali e strutture tipiche dei cantieri e delle opere provvisionali emergenziali, introduce il visitatore in un ambiente immersivo e continuo con il racconto dei principali casi italiani – dopoguerra, Vajont, Belice, Friuli, Irpinia, Pozzuoli, Umbria e Abruzzo – intervallato da isole tematiche che ospitano i focus dei casi esteri – Germania, Inghilterra, Francia, Grecia, Macedonia, Portogallo, Cile, Giappone e da alcune sperimentazioni tecnologico-architettoniche a scala reale. Un particolare approfondimento sul caso della Siria – affrontato da un lato alla scala dell’immensa devastazione territoriale, dall’altro a quella più minuta degli insediamenti e di alcune proposte di intervento architettonico –, conclude questa panoramica.

La fine del percorso si propone come luogo di riflessione su situazioni ancora aperte, in particolare sul territorio italiano.

Le 35 fotografie di Giovanni Chiaramonte, Olivo Barbieri, Paolo Rosselli, Michele Nastasi e Filippo Romano raccontano quel tempo sospeso di carattere emergenziale che caratterizza sempre di più i luoghi colpiti da guerre o catastrofi prima ancora che siano fissati i parametri della ricostruzione.

 

Infine, una selezione delle oltre 300 proposte tra progetti, ricerche e iniziative raccolte attraverso una call durante i mesi di preparazione della mostra si offre come un laboratorio aperto, che pone ulteriori interrogativi sul ruolo degli architetti e della cultura architettonica nella ricostruzione.