Tra sogno e ironia: Arredativo incontra Andrea Maestri

Pubblicato il Di in Approfondimenti, Interviste

Durante la Milano Design Week si vedono  davvero molte cose: le nuove collezioni di marchi noti, i nuovi progetti di designer affermati, le suggestive installazioni ecc…

Ma la Design Week è soprattutto la settimana in cui fare conoscenza con nuove realtà e scoprire nuovi talenti del design contemporaneo.

Una delle vetrine più interessanti per talenti emergenti o indipendenti del design internazionale è Ventura Future  che quest’anno si è svolta nella nuova location di BASE Milano. Come ci ha raccontato anche Margriet Vollenberg nella recente intervista, Ventura Future è una fucina di idee. E’ il luogo per eccellenza in cui durante il  Fuori Salone si possono scoprire le novità: siano esse raccontate in termini di ricerca applicata che di prodotto finito di design.

I designer che partecipano all’evento, provengono dal tutto il mondo, quest’anno erano ben 83 proventi da 34 paesi diversi.

Tra i designer italiani partecipanti che abbiamo avuto il piacere di incontrare  c’è Andrea Maestri. Designer e architetto milanese dal piglio visionario le cui collezioni sono essenzialmente delle edizioni limitate realizzate per mostre e musei. A Ventura Future 2019 ha esposto una  collezione ispirata allo spazio cosmico e alle sue bizzarre creature è prodotta dai migliori artigiani italiani. Ci siamo fatti così raccontare dal designer questa sua sua nuova avventura alla Design Week e  le ispirazioni della sua la nuova collezione assolutamente glamour ed elegantemente eccentrica.

Perché  hai scelto di partecipare a  Ventura Future?

Questo è il mio secondo anno a Ventura Future, io avevo già esposto lo scorso anno nella location di Via Paisiello,è stata un opportunità che mi ha portato molta fortuna. Poi il gruppo mi piace quindi per questo quest’anno sono tornato ad esporre a Ventura Future, ed ho portato  una collezione nuova. La collezione dell’anno scorso era ispirata al circo mentre quest’anno è chiaramente ispirata allo spazio. Mi attraggono le estetiche forti ed esagerate assolutamente lontane dal domestico . Si tratta di una collezione limited edition composta di 3 ceramiche con grandi teste di robot: Ringo, Didoo e  Horny. E’ un linguaggio legato alle macchine con geometrie meccaniche. Ne fa parte anche un appendiabiti Black Eyez, una sorta di cactus spaziale con finiture esagerate in pelliccia e bracci glitter e un tavolino disco volante Thunderbomb, tutto in alluminio anodizzato e spazzolato. Tutto questo è una celebrazione di B movie americani con una questa estetica  molto forte, decisa e con colori accesi. Il titolo della collezione A Space Oddity ed è ovviamente un tributo a David Bowie. La mia idea  è di continuare con questo design radicale che si apre continuamente a scenari nuovi.

Nei tuoi progetti l’ironia è una componente essenziale?

Si certo l’ironia e il divertimento sono fondamentali e lo sono anche  in questa collezione. I pezzi sono come dei grandi giocattoli per adulti, perché in parte  c’è una componente psicologica. Come se uno tornasse indietro con la memoria e questi oggetti assumono un valore affettivo.

In questo gioco di ispirazioni  nasce prima l’ispirazione o l’oggetto?

Io parto sempre da un tema nei miei progetti e cerco di declinarli  in componenti d’arredo. Perchè quello che voglio è raccontare una storia con tanti protagonisti, un po per volta creò  i soggetti cercando di differenziare molto uni dagli altri. Quello che cerco di creare una famiglia interessante in cui materiali e le finiture sono sempre diversi.