(in) Land: personale di Simone Bossi

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(in) Land è la prima mostra personale di Simone Bossi, giovane fotografo di architettura fra i più apprezzati e promettenti del panorama contemporaneo. Il carattere distintivo della sua impronta artistica ha attratto l’attenzione di alcune tra le riviste più importanti del mondo dell’architettura, avendo fotografato le opere di Richard Serra, Piero Lissoni, Herzog & de Meuron e KAAN Architecten. Le foto in mostra vogliono mettere in luce gli aspetti più personali, nascosti e creativi del suo lavoro; un lavoro profondamente intimistico che trova la sua massima espressione attraverso l’esplorazione di una caverna. Fin dall’antichità il simbolo dell’antro racchiude in sé i più disparati significati: dalla positiva rappresentazione del ventre della Madre Terra che accoglie, custodisce e protegge, fino a una lettura più oscura di tale immagine quale luogo spaventoso, anticamera di un mondo sotterraneo popolato da mostri.

Divario_(in) Land ©Simone Bossi

Secondo Jung è l’archetipo dell’utero materno, un luogo di nascita ma anche di pericolo. La caverna è il simbolo perfetto dell’inconscio. Attraverso la scoperta di questa cavità Simone Bossi ci accompagna nel suo metodo e ci racconta il suo personalissimo modo di leggere e interpretare l’architettura, naturale o artificiale che sia. Dieci scatti lenti, attesi, calibrati, che svelano il suo pensiero, il suo “io” e ci illustrano i temi salienti della sua ricca produzione fotografica: leggerezza, verticalità, geometria, composizione, luce, colore, serialità, indeterminazione, misticismo (solo per citarne alcuni). Scopo del suo lavoro non è fornire allo spettatore un reportage completo e accurato del soggetto ritratto. Al contrario, è proprio l’incompiutezza, il dettaglio a farci cogliere il valore, l’essenza stessa di questo luogo ameno. Simone Bossi rifugge messaggi troppo espliciti o diretti e ci invita e ricomporre mentalmente quello che non possiamo vedere, il non esibito. “Ciascuno infatti (oltre alle aberrazioni proprie della natura umana in generale) ha una specie di propria caverna o spelonca che rifrange e deforma la luce della natura” scriveva nel Seicento il filosofo inglese Francis Bacon nel suo capolavoro Novum Organum. La mite, silenziosa opera di Simone Bossi sembra voler catturare questa intima, personale deformazione della conoscenza che non deve corrispondere ad ogni costo alla realtà e non deve essere per forza eguale per tutti.

Credits: ©Simone Bossi