La prima edizione del Bonhams Prize for The Venice Glass Week assegnata a Materia Eterea di Barbini Specchi Veneziani

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La prima edizione del Bonhams Prize for The Venice Glass Week va a Materia Eterea, progetto ideato e promosso da Barbini Specchi Veneziani. La mostra esito del progetto è aperta al pubblico a Palazzetto Tito, sede della Fondazione Bevilacqua La Masa, fino al 27 settembre 2019. La cerimonia di assegnazione e premiazione si è svolta questa sera a Palazzo Franchetti, sede dell’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti, in concomitanza con l’ottava edizione del premio Glass in Venice, assegnato da Istituto Veneto e Fondazione Musei Civici di Venezia a Simone Cenedese e Massimo Micheluzzi.

La Giuria del Bonhams Prize for The Venice Glass Week, composta da Jean Blanchaert (curatore e membro del Comitato Scientifico di The Venice Glass Week), Giovanna Palandri (Cancelliere dell’IVSLA e Presidente del Comitato Organizzatore di The Venice Glass Week) e Dan Tolson (Direttore Internazionale del Dipartimento di Arti Decorative del ‘900 e Design di Bonhams, New York) ha inoltre assegnato due Riconoscimenti Speciali ad altrettanti progetti valutati come particolarmente interessanti ed emblematici dello spirito del festival: Isolani di Róisín de Buitléar e Autonoma.

Il progetto vincitore del Bonhams Prize for The Venice Glass Week, Materia Eterea, curato da Barbini Specchi Veneziani e Babau Bureau, presenta 14 lavori realizzati da Barbini Specchi Veneziani in collaborazione con dieci maestri del vetro – Giacomo Barbini, Lucio Bubacco, Stefano Bullo, Simone Cenedese, Pietro e Riccardo Ferro, Dario Frare, Martino Signoretto, Giorgio Spezzamonte, Cesare Toffolo e Marco Toso Borella – e quattro designer internazionali – Bethan Laura Wood, Martino Gamper, Lucia Massari e Sara Forte. Fra le motivazioni alla base del conferimento del premio ci sono lo spirito di squadra sotteso al progetto, che combina tradizione e innovazione; un forte concept espositivo, che parte da una riflessione sulla produzione tradizionale di specchi, una delle più rinomate da secoli a Murano e Venezia, ma reinterpretandola per l’epoca contemporanea e per nuovi gusti e interlocutori, anche attraverso innovazioni tecniche; l’eccezionale qualità esecutiva dei lavori proposti; una precisa identità grafica, definita in maniera coerente sui diversi supporti di comunicazione; la cura dell’allestimento, affidato al giovane studio veneziano di architettura babau bureau, e la scelta di una sede prestigiosa come la Fondazione Bevilacqua La Masa. Il Bonhams Prize for The Venice Glass Week prevede per il progetto vincitore un riconoscimento in denaro di 1.000 euro.

Barbini Specchi Veneziani, laboratorio specializzato nell’arte dell’incisione su vetro e nella produzione di specchi veneziani sia in stile tradizionale che contemporaneo, è stato fondato nel 1927 da Nicolò Barbini. È la più antica azienda muranese che produce specchi ancora oggi in attività, vanta una tradizione nel settore che risale al diciassettesimo secolo e oggi impiega tre generazioni di esperti artigiani. Ogni fase della creazione degli specchi (design, taglio, bisellatura, incisione, argentatura e assemblaggio) viene eseguita esclusivamente a Murano ed è seguita personalmente dai fratelli Vincenzo e Giovanni Barbini e dai loro rispettivi figli: Nicola, Marco, Matteo e Giovanna, e Pietro, Andrea e Filippo, che lavorano con dedizione per reinterpretare una ricchezza inestimabile di tecniche e segreti.

Due poi i Riconoscimenti Speciali della Giuria assegnati in occasione di questa prima edizione del Bonhams Prize for The Venice Glass Week.

Uno è stato assegnato all’artista irlandese Róisín de Buitléar checonIsolaniha dato vita a un progetto di mappatura di oltre 50 artisti del vetro residenti in isole di tutto il mondo, utilizzando opere d’arte originali create su vetrini in miniatura. Venerdì 13 settembre a Murano, nella sede di Amy West Design Studio in Fondamenta Radi, Isolani verrà presentato al pubblico con una proiezione luminosa cinematografica. Il progetto ha ricevuto il Riconoscimento Speciale della Giuria per il carattere ambizioso e collaborativo, per la capacità di connettere gli artisti del vetro muranesi con colleghi di tutto il mondo, dalle Maldive al Giappone, dalla Scozia alla Sardegna; per il concept unico e visionario ideato e presentato espressamente per The Venice Glass Week; per la capacità di combinare elementi della tradizione con nuove tecnologie e di incoraggiare la collaborazione e la discussione all’interno della comunità muranese con un evento aperto a tutta la cittadinanza.

L’altro Riconoscimento Speciale è stato assegnato dalla Giuria del premio ad Autonoma, progetto sperimentale nato nel 2017 come programma di scambio con la Pilchuck Glass School di Seattle, USA. Autonoma ha portato a Venezia sei artisti internazionali che hanno collaborato alla creazione di un’unica opera collettiva site-specific, Autonoma – Build Up – Structure, ora esposta nel guardino del Museo del Vetro a Murano, realizzata in stretta collaborazione con i maestri della fornace Effedue. L’opera è costituita da una struttura metallica creata con un algoritmo digitale e ispirata alle arcate rinascimentali veneziane, all’interno della quale sono incorporati materiali di scarto ed elementi di vetro riutilizzato. Autonoma ha ottenuto il Riconoscimento Speciale della Giuria per l’ambizioso obiettivo di preservare e diffondere la tradizione della produzione del vetro di Murano, ma allo stesso tempo arricchendola grazie all’apporto di nuove tecniche e idee; per la capacità di gettare un ponte tra Murano e il resto del mondo; per la volontà di celebrare la tradizione del vetro di Murano e in contemporanea di guardare al futuro senza timore delle innovazioni, con particolare attenzione ai temi della sostenibilità ambientale. Questa mission verrà ulteriormente elaborata durante una serata promossa con Casa delle Parole con proiezioni di cortometraggi e letture al Teatrino di Palazzo Grassi giovedì 12 settembre.