Premio Architettura Toscana, i vincitori della seconda edizione

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Giovani, con budget modesti, un grande rispetto per l’ambiente e lo sguardo rivolto al futuro. La nuova generazione di progettisti che emerge dalla seconda edizione del Premio Architettura Toscana (PAT) regala alla commissione giudicatrice un volto inedito, fortemente contemporaneo e sostenibile del territorio.

Recupero di luoghi ed edifici, rispetto per il territorio, sostenibilità e qualità ambientale sono stati gli “ingredienti” di questa edizione del premio organizzato da Consiglio Regionale della Toscana, Ordine degli Architetti PPC di Firenze, Federazione degli Architetti della Toscana, Ordine degli Architetti PPC di Pisa, Fondazione Architetti Firenze e Ance Toscana, con il patrocinio del Consiglio Nazionale degli Architetti. Le opere vincitrici hanno convinto soprattutto per la capacità di confrontarsi con la natura attraverso interventi minimi, essenziali, e di recuperare luoghi ed edifici sia pubblici che privati con grande economia di mezzi.

Sei i progetti che si aggiudicano il premio nelle cinque categorie previsteopera prima, opera di nuova costruzione, opera di restauro o recupero, opera di allestimenti o interni, opera su spazi pubblici, paesaggio o rigenerazione – per cui hanno concorso sia singoli architetti che gruppi di professionisti o imprese.

Primi nella categoria Opera prima arrivano, ex aequo, il Podere Navigliano (a San Giovanni d’Asso – SI) e la Casetta nell’oliveto (a Serravalle Pistoiese – PT). Vincitore della categoria Opera di allestimenti o interni è stata la nuova illuminazione della Basilica di Santa Croce (Firenze), mentre il primo premio della categoria Opera di nuova costruzione è andato alla Foresteria del pellegrino di Siloe (Cinigiano – GR). A conquistare la categoria Restauro o recupero sono stati gli Arsenali della Repubblica di Pisa, mentre la categoria Spazi pubblici, paesaggio e rigenerazione è andata al progetto Shelter #1 a Prato.

La mostra dei progetti vincitori e delle opere menzionate e selezionate, che rimarrà allestita fino a venerdì 21 giugnoalla Palazzina Reale di piazza Stazione, sede di Ordine e Fondazione Architetti Firenze.

Il concorso regionale è nato con l’obiettivo di stimolare la riflessione intorno all’architettura contemporanea protagonista delle trasformazioni del territorio e per diffondere la cultura del progetto come garanzia di qualità ambientale e civile. Il Premio era rivolto alle opere realizzate in Toscana nei cinque anni precedenti alla pubblicazione del bando, tra il 2013 e il 2018: la candidatura poteva essere presentata sia dal progettista che dalla committenza, ma anche dall’impresa esecutrice dei lavori. Per il vincitore della categoria “opera prima” previsto anche un premio aggiuntivo in denaro pari a 5.000 euro.

A valutare le opere è stata una giuria nominata dal Comitato Organizzatore, composta dall’architetto Massimo Alvisi, dal professore e sociologo Giandomenico Amendola, dall’architetto Fabrizio Barozzi, dal professore e architetto Luca Molinari e dalla professoressa e architetto Francesca Torzo.

L’affermazione di queste opere è il segno di questo tempo in cui iniziamo a pensare in maniera diversa il nostro rapporto con il mondo e sentiamo il bisogno di una nuova sobrietà anche nel costruire – commenta Tommaso Barni, presidente del comitato organizzatore del PATogni architettura che realizziamo, piccola o grande che sia, porta con sé una responsabilità nei confronti dell’ambiente e perciò è necessario che l’architettura nasca da una grande chiarezza di esigenze, idee e tecnica”. Le prime due edizioni del premio “hanno messo in luce che, a fianco di una generazione di progettisti di comprovate capacità, ne sta crescendo una nuova perfettamente in grado di interpretare il nostro tempo lavorando con gesti minimi e materiali poveri”, ha aggiunto Barni, secondo cui un dato confortante è che tre vincitori su sei sono giovani studi, infatti oltre ai due progetti premiati in ex aequo nella categoria Opera prima anche i vincitori della categoria spazi pubblici sono progettisti sotto i quarant’anni”.

Mai come adesso si sente il bisogno di andare incontro alle esigenze di rispetto del nostro pianeta e in questo senso l’architettura può essere elemento chiave per una trasformazione sostenibile e qualificata del paesaggio, in quanto è fondamentale per la qualità ambientale, sia degli spazi pubblici che di quelli privati”, ha detto il presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani. “Il mio auspicio è che il Premio diventi un punto di riferimento sempre più radicato per la cultura architettonica a livello nazionale, andando a costituire un repertorio di buone pratiche in grado di valorizzare la sinergia tra professionisti del settore”.

L’architettura è l’elemento determinante per una reale trasformazione sostenibile e qualificata del territorio e del paesaggio, fondamentale per la qualità ambientale sia degli spazi pubblici che di quelli privati. Il Premio, inoltre, è importante anche per incentivare il percorso di crescita di tanti giovani professionisti toscani”, ha affermato la consigliera regionale Elisabetta Meucci.

Sull’architettura come valore determinante nella ricerca di un equilibrio tra spazi urbani e natura intervengono anche Serena Biancalani e Silvia Moretti, rispettivamente presidenti di Ordine e Fondazione Architetti Firenze: “Il Premio ci può aiutarea capire se noi, come collettività, stiamolavorando bene oppure male, se stiamocurando o trascurando il nostro territorio. L’edizione 2019,attraverso le opere selezionate e realizzatesul territorio toscano, evidenzia comel’architettura mantenga intatto il rapportotra le persone e il proprio contestodi vita, in un rinnovato dialogo tra sensod’appartenenza e identità che rispondealle attese profonde dell’essere umano,ossia il bisogno e desiderio di bellezzae di qualità”.

Un pensiero condiviso dalla presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Pisa Patrizia Bongiovanni: “Il progressotecnologico e le esigenze di sostenibilità,di benessere e di efficienza devonoconiugarsi con l’idea di cittàe di architettura di qualità, pensataper l’uomo. L’attore protagonista di questaprocedura è l’architetto”.

Ricerca e uso di materiali poveri e ‘primari’ (e non solo ecocompatibili), anche questi sono il sintomo del bisogno di scarnificare la volontà progettuale riconducendola al ruolo di ricerca ‘essenziale’”, spiegano il coordinatore della Federazione Architetti PPC Toscani Daniele Menichini e il consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Pistoia Alessandro Mannelli. “Ci troviamo comunque di fronte a opere che raccontano la qualità, la maturità progettuale e la consapevolezza di quella che ci ostiniamo a chiamare ‘valenza intellettuale’ del fare architettura”.

Si concentra su qualità dell’impresa e progettuale il presidente di Ance Toscana Stefano Frangerini: “La seconda edizione del Premio testimonia come, nonostante gli anni di profonda crisi che attraversa il settore delle costruzioni a livello nazionale e conseguentemente toscano, la nostra Regione riesca comunque a dimostrare una vitalità di fondo accompagnata da un alto livello di qualità della progettazione e della costruzione