Viaggio nel design toscano: il mondo pop e colorato di Formae

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Nel cuore della Toscana, non molto distante da Firenze e a pochi km da Arezzo, c’è una nuova realtà che parla di design.

Si tratta di Formae, il  brand nato dall’esperienza di Car-met srl, azienda di carpenteria metallica  con un’esperienza quarantennale nella lavorazione del ferro. L’azienda fondata nel 1995 da Gennaro Tramonti,  vede oggi alla guida del progetto i figli Simone e Laura.

Per conoscere meglio questo nuovo brand, abbiamo incontrato Laura Tramonti, responsabile aziendale e titolare del brand, che ci ha raccontato la storia di questa realtà toscana.

“Mio padre fa questo lavoro da sempre, da quando era ragazzino.  Nel 2001 è entrato in azienda anche mio fratello ed io successivamente, nel 2009. Da una dimensione artigianale come era mio padre agli inizi,  pian piano l’azienda negli anni è cresciuta. Si sono aggiunte lavorazioni e tecnologie, come le macchine  a controllo numerico o il taglio laser…” ci racconta Laura.

“Nel 2015 abbiamo partecipato ad  un Workshop, ed è in quel contesto che è nata la prima collezione di biocamini. Parallelamente si è sviluppata anche l’idea di avvicinarsi ad  una visione più contemporanea e design-oriented dovuta anche  una mia passione per il  design, che io ho sempre avuto.” ci confida Laura. “Volevamo  mettere al servizio le nostre capacità di produrre e lavorare per creare dei progetti nostri da proporre “ .

Così  grazie anche all’incontro con Leonardo Fortino, oggi art director di Formae, si arriva alla nascita della prima collezione “Estensioni”, promossa inizialmente sotto il nome di Car-met .

Fin dai suoi esordi Estensioni è frutto della collaborazione tra le capacità di lavorazione artigianale dell’azienda e designer emergenti.

“La mia idea era fin  dall’inizio quella di creare un brand pensato ad hoc” dice Laura Tramonti che insieme a Leonardo Fortino ha definito i parametri del mondo di Formae: un universo capace di reinterpretare le capacità manifatturiere aziendali attraverso la realizzazione di complementi d’arredo dalle linee geometriche, pulite e rigorose ammorbidite dall’uso di una palette cromatica vivace e vibrante.

Estensioni si offre come spunto e come parola chiave, per essere il simbolo di questo cambiamento di prospettiva, esprimendo a pieno l’idea alla base del brand nato come vera e propria “estensione” dell’azienda Car-met.

La prima collezione del brand, è composta da oggetti visivamente leggeri impreziositi  dalle lavorazioni artigianali adottate durante la realizzazione come taglio laser, saldatura, giunzione meccanica, curvatura manuale e punzonatura . Il passaggio finale della verniciatura conferisce poi ai prodotti una texture dall’effetto poroso, che permette alla palette cromatica, declinata in tonalità neutre e pastello, di mantenere una nota calda e tattile.

Fanno parte della collezione Estensioni, il carrello trolley-bar Engioi, firmato dai designer Lucio Curcio e Luca Binaglia, il tavolino-consolle Ambrogio, progettato da Paula Studio, e la mensola Half Moon disegnata da Anna Mercurio, che per le loro caratteristiche formali e costruttive possono essere considerati esemplificativi dell’intera produzione Formae.

Linearità geometriche ed accenti grafici sono tratti essenziali in molti complementi d’arredo  come Otto, l’orologio disegnato da Leonardo Fortino che reinterpreta in modo contemporaneo il pendolo tradizionale, i tavoli  Hip Hop, firmati dal duo di designer Lucio Curcio e Luca Binaglia, costituito da una coppia di tavolini rotondi in acciaio, di altezze diverse, uniti tra loro da un taglio che permette l’incastro delle parti  e Loop, lo specchio di ispirazione metafisica ideato da Valerio Ciampicacigli.

Chiediamo, come è fare designer in Toscana per voi ? Come vivete le distanze da quelli sono considerati i centri nevralgici del design?

“La produzione è fatta tutta in zona, cosa non facile, ma ci sono delle  realtà artigiane che ci supportano. Siamo distanti, ma grazie ai mezzi di comunicazione di oggi, riusciamo ad essere sempre in contatto con la nostra rete di collaboratori e riusciamo a lavorare bene anche se vivono in  altre realtà. Chi si occupa della comunicazione o dell’immagine, sono persone dislocate in altri contesti, lontani da qui, dove resta comunque la nostra base e la produzione.”