How We Live: Padiglione della Bulgaria alla 58. Esposizione Internazionale d’Arte

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La Bulgaria partecipa alla 58a Biennale d’Arte di Venezia con la mostra How We Live di Rada Boukova e Lazar Lyutakov, curata da Vera Mlechevska. L’esposizione, aperta al pubblico dall’11 maggio al 24 novembre 2019 a Palazzo Giustinian Lolin, è il risultato di un bando nazionale per progetti curatoriali, organizzato dal Ministero della Cultura, che ha suscitato un notevole interesse da parte della comunità artistica del paese. Prima di questa partecipazione, la Bulgaria ha preso parte alla Biennale di Venezia nel 1912, 1942, 1964, 1993, 1999, 2007 e 2011.

How We Live è un dialogo visivo di opere degli artisti Rada Boukova e Lazar Lyutakov che riflettono sul concetto di tradizioni artigianali secolari, contrapposte alla produzione industriale su vasta scala di prodotti standard e accessibili che si inseriscono nella vita contemporanea. Le opere sono state sviluppate appositamente per lo spazio del Palazzo Giustinian Lolin – edificio realizzato dall’architetto veneziano Baldassare Longhena nel XVII secolo, sede della Fondazione Ugo e Olga Levi – e si basano sull’opposizione semantica e visiva al contesto architettonico e storico dell’edificio e della città di Venezia.

Entrambi gli artisti trasformano la serialità modulare, alla base delle loro opere, in un mondo generico di forme in cui sia la logica che la funzionalità collassano nell’abisso dell’immaginazione.

Secondo Rada Boukova: “Dopo la definitiva industrializzazione della nostra vita, è subentrata una sorta di ripetitività, per cui sembra che tutto sia assoggettato al principio della produzione modulare, spesso definito come normalizzazione. Compri un oggetto, dopo ne aggiungi un altro, poi un altro ancora. E questi oggetti sono tutti fatti in modo da incastrarsi uno nell’altro. Da parte sua, il lavoro che ti consente di acquisire le cose è altrettanto standardizzato e segmentato e privo di qualsiasi punto di vista complessivo.”

Rada Boukova indaga sui resti dei cambiamenti ideologici, economici e sociali. Nella sua installazione introduce elementi costitutivi di materiali sintetici per l’edilizia industriale che sono carichi del potenziale per essere riutilizzati come motivi decorativi, elementi funzionali o pittura astratta. “I moduli con cui lavoro sono oggetti trovati, in un certo senso; vengono come prodotti finiti e io li metto insieme in modo significativo. Dopo la fine della mostra, i pannelli smontati possono essere riutilizzati come materiali da costruzione. Tutto ciò che faccio può essere restituito al ciclo di consumo.”

Lazar Lyutakov indaga sui processi generali di produzione e consumo creando un ciclo di sculture in vetro acrilico: si tratta di strutture che sembrano elementi prodotti in serie e invece sono oggetti della vita di tutti i giorni completamente individualizzati. Durante la creazione delle sue opere, l’artista prende in considerazione la casualità delle fratture: in questo processo, il fallimento è intenzionale, ma controllato e, quindi, artigianale. Un prodotto uniforme, limitato dagli elementi rettangolari, viene salvato dalla simmetria grazie alle crepe e alle curve uniche.

Lazar Lyutakov combina il vetro acrilico, il sostituto industriale del vetro, con vetro lavorato a mano che implica un principio di produzione e distribuzione completamente diverso, riordinando il rapporto tra la precisione del mestiere e il suo valore. “Il vetro si presenta sotto forma di bicchieri grossolanamente pieni di piccole imperfezioni, che rivelano non solo il lavoro manuale nella produzione degli oggetti ma anche l’uso di vetro riciclato. Il mercato per il quale questi bicchieri sono stati realizzati richiede che siano economicamente accessibili, il che influisce sulla quantità di tempo necessaria per produrli. Questo porta ad un certo livello di casualità e di imperfezione, che per me avvicina i prodotti alle sculture, perché in realtà li rende unici.”

L’esperienza di diverse realtà culturali di entrambi gli artisti ha dato loro una consapevolezza delle implicazioni sociali dei materiali. Lavorare con materiali industriali sintetici come l’acrilato e il polistirene nell’installazione porta gli spettatori a oscillare tra il prodotto anonimo e l’opera artistica unica, tra la sostenibilità e le soluzioni rapide, economiche, ma senza futuro. How We Live affronta la costante rinegoziazione della gerarchia di valori quali produttività, qualità e utilità nel mondo di oggi.

Il Padiglione della Repubblica di Bulgaria alla 58. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia è sostenuto dal Ministero della Cultura della Bulgaria ed è prodotto dalla Galleria Nazionale, Sofia, con il commissariato di Lara Boubnova e la direzione di Katia Anguelova.