ORGANISMI e HARMONIE : le sculture di KIM SEUNG HWAN

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Kim Seung Hwan, artista, designer e imprenditore culturale di fama internazionale, torna in Italia e in Europa dopo quasi 30 anni con la mostra ORGANISMI e HARMONIE alla galleria MyOwnGallery di Superstudio dal 15 novembre all’11 dicembre 2019. A cura di Martina Corgnati, l’esposizione presenta una serie di opere della sua produzione artistica più recente, anteprima di un più ampio progetto che sarà possibile scoprire durante la Milano Design Week 2020.

Creativo e poliedrico, Kim Seung Hwan inizia il suo percorso artistico negli anni novanta proprio in Italia, a Pietrasanta, dove frequenta l’Accademia di Carrara, partecipando a numerose mostre personali e rassegne internazionali di scultura e vincendo anche prestigiosi premi. Prosegue poi la sua carriera in Asia dove, con la moglie Lanki Jung, fonda nel 2008 il grande centro per l’arte contemporanea Dio Art Center, alle porte di Seul, che ospita e produce mostre, installazioni e rassegne cinematografiche dedicate ad autori italiani e coreani. Oggi le sue sculture anche monumentali si trovano in spazi pubblici e collezioni private di tutto il mondo.

La mostra ORGANISMI e HARMONIE – che fa parte del palinsesto People&Stories di Superstudio incentrato su storie straordinarie di artisti e creativi in ambito arte, design, moda – presenta una collezione ibrida tra scultura e design appartenente alla produzione dell’ultimo decennio, intendendo così delineare la nuova direzione estetica intrapresa dall’artista. Artificio e natura, modernismo e arcaicità si ricongiungono nelle leggi geometriche e matematiche che alimentano le sue opere e che Kim Seung Hwan rende visibili grazie al suo impeccabile dominio dei materiali plastici, dal bronzo al polistirolo fino alle pietre.

Le opere di Kim Seung Hwan sono forme e oggetti squisitamente moderni ma al tempo stesso memori di valori e sentimenti senza tempo e universali: l’uomo con i suoi desideri e i suoi limiti, lo spazio dentro e fuori di noi, la vita e le sue forme sempre in divenire” – afferma la curatrice della mostra Martina Corgnati. “A chi osserva l’insieme della trentennale ricerca dell’artista non può sfuggire la sostanziale coerenza interna, pur nella grande varietà di risultati formali, ottenuta grazie a una lucida evoluzione del pensiero e della pratica dei materiali. Dalle figure umane, soprattutto volti e busti, l’artista coreano è passato a indagare la forma degli organismi viventi, non intendendola come mero dato morfologico, ma come risultante di forze e di movimenti antagonisti e provvisorio risultato di processi in atto, gli stessi che agiscono sulle conchiglie come sui vegetali, sugli embrioni e sulle rocce”.

Significativa, a questo proposito, è la ricorrenza dei titoli delle sue sculture: quasi tutte le opere degli anni Ottanta e Novanta si chiamano Explore Eternality mentre più recentemente a questa denominazione si accompagna quella di Organism, associata a sculture e monumenti non figurativi ma ispirati da modularità, ritmi, ricorrenze geometriche e plastiche. Questi titoli sottintendono una base di ricerca comune, immutata nel tempo: lo scultore, infatti, nell’una e nell’altra tipologia di opere, vuole esplorare le relazioni fra gli esseri viventi e l’ambiente in cui abitano, indagando il contatto spirituale e fisico che li rende ciò che sono, tra passato, presente e futuro.

Kim ha mantenuto il titolo” – afferma infatti Andrea Pinotti, scrittore e filosofo – “eppure questo titolo non è il titolo per quest’opera. È piuttosto il titolo per una famiglia di opere. Non è un nome proprio di una particolare scultura nella sua individualità; è piuttosto il nome di un’idée fixe; il nome di un problema al quale Kim ha tentato (tenta ancora) di dare una soluzione. È, se vogliamo adottare una terminologia musicale, il nome di un tema, che però in sé non è mai dato, ma risuona soltanto accennato in tutte le sue variazioni”.

Attraverso una profonda conoscenza e padronanza delle leggi della geometria solida, Kim Seung Hwan ha quindi dato vita a un imponente e straordinario corpus di opere dal significato e dal valore universale.