Triennale Milano presenta fino al 3 novembre 2019 la mostra La Fotografia come differenza che propone una selezione di 40 scatti appartenenti a cinque progetti del fotografo Paolo Novelli. L’esposizione si concentra sul periodo 2002-2013 con l’intento di evidenziare la nascita e il consolidamento dello stile personale di Novelli. Il percorso del fotografo si distingue per scelte del tutto inusuali, sia nei contenuti che nella tecnica.
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I cicli di immagini scelti rivelano una fotografia essenziale, senza tempo e senza luogo, sintetizzata, non a caso, da Giovanni Gastel come “fotografia della solitudine”; un linguaggio visivo quindi in netta controtendenza con la comunicazione preponderante nell’attuale era digitale. L’altro aspetto, quello tecnico, rafforza la direzione atemporale di Novelli, la cui disciplina è in effetti una sola, la fotografia analogica: tutte le opere sono su pellicola in bianco e nero, senza uso di flash o filtri e stampate a mano. La ripresa analogica viene condotta attraverso una premeditata anarchia operativa nell’uso dell’apparecchio fotografico.
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I progetti scelti affrontano il tema principale della ricerca di Novelli, l’incomunicabilità: porte chiuse, tunnel, nebbie, finestre e morte s’inseguono in un arco temporale di poco più di una decade attraverso i progetti: Grigio notte, dove la nebbia fa da specchio alla solitudine dell’uomo; Interiors, progetto spericolato di lunghe pose nei tunnel aperti al traffico; Vita brevis, Ars longa, ricognizione visiva nei camposanti da Venezia a Roma; Niente più del necessario, sequenza di porte riprese in interni borghesi, e La notte non basta, epigono sull’importanza dell’ambiguità e del mistero in fotografia. La mostra è in collaborazione con AFIP International – Associazione Fotografi Professionisti.