Archivi, ricordi, obsolescenza dei media e archeologia del futuro sono al centro del suo recente progettoVHS, dove i confini e i punti di contatto tra arte, musica e cinema sono strettamente connessi.
Una poetica della realtà nella quale il materiale audio di vecchi nastri audiovisivi, immaginario televisivo, tecniche contemporanee ed elettronica diventano fonti preziose per riflettere sulle modalità con cui i dispositivi tecnologici, e la loro obsolescenza, hanno ridefinito il panorama dei media.
VHS consiste principalmente nell’utilizzo di un videoregistratore come strumento sonoro. Il materiale audio proviene da un collage ottenuto dai suoni di background ricavati da videocassette di cinema oscuro e sotterraneo, manipolato in tempo reale durante la performance. Memorie meccaniche e suggestioni di vecchi set cinematografici vengono convertiti e ricontestualizzati al fine di esplorare le possibilità espressive di un media obsoleto e arcaico.