GENNAIO 2020: RISING TALENT AWARDS FRANCIA

Pubblicato il Di in Approfondimenti

Torna dal 17 al 21 gennaio al Parc des Expositions di Parigi Nord Villepinte, MAISON&OBJET, la fiera internazionale del design, arredo e lifestyle che si svolge a Parigi e con essa torna RISING TALENT AWARDS, selezione che rivolge un’attenzione particolare verso i talenti più giovani e propone alcuni nomi degni di nota focalizzandosi su una specifica area geografica. Dopo l’Italia, il Libano, la Cina e più recentemente gli Stati Uniti, ecco che ora i riflettori sono puntati sulla scena francese e su una rosa di cinque singoli designer più una coppia, accuratamente selezionati da una giuria.

Da Jean-Michel Frank a Joseph Dirand, da Charlotte Perriand a India Mahdavi, il talento Made in France ha lasciato un’impronta ben riconoscibile nella storia del design. E oggi non mancano giovani promettenti che continuano questa tradizione con nuove narrazioni e una schiera di prodotti significativi, a prima vista formalmente distinti, ma in cui si è possibile riconoscere un approccio e una filosofia simili. La designazione dei Rising Talents 2020 è stata elaborata da un panel composto da sei dei più prestigiosi esperti di design francesi, a partire da Pierre Charpin, egli stesso premiato come Designer dell’anno per MAISON&OBJET nel 2017. Gli altri membri in giuria sono:Guillaume Houzé, presidente della Fondation Lafayette Anticipations, Didier Krzentowski co-fondatore della celebre Galerie kreo, René-Jacques Mayer, direttore della prestigiosa scuola di design Ecole Camondo. La storica dell’arte Françoise Seince, direttrice degli Ateliers de Paris e Pierre Yovanovitch, uno dei principali designer d’interni francesi, con studio a Parigi e New York.

Alcuni fattori accomunano i sei Rising Talents di questa edizione, a cominciare
dalla loro contiguità geografica, visto che tutti fanno base a Parigi. Un altro è il tipo di formazione: quattro tra loro sono diplomati presso la scuola ENSCI-Les Ateliers . Altri quattro tra loro possono vantare tra i primi riconoscimenti ricevuti quello della Design Parade che si svolge ogni anno a Villa Noailles a Hyères.
Particolarmente sorprendente è il modo in cui le loro diverse attitudini si sovrappongono. Le questioni ecologiche sono spesso in primo piano, che si tratti del desiderio di Adrien Garcia di creare oggetti durevoli in grado di essere trasmessi alle generazioni future, o degli innovativi progetti di sistemi riscaldanti a basso consumo energetico firmati da Natacha & Sacha, o della passione di Wendy Andreu per processi produttivi che impiegano stampi in acciaio che riducono la quantità di rifiuti generati. Si riscontra anche una decisa attrazione per il fatto a mano, con materiali di antica tradizione ma anche sorprendentemente innovativi, e un’aspirazione a mettere in discussione lo status quo e proporre nuove soluzioni. E questo è in generale evidente più che mai nei settori della tecnologia e della produzione di massa.

I 6 DESIGNER SELEZIONATI


Adrien Garcia, si descrive come “un selvaggio socievole”, mentre per il membro della giuria Pierre Yovanovitch, che lo ha inserito tra i Rising Talents, è semplicemente un sognatore. Garcia divide il suo tempo tra Parigi e una grande dimora del XVII secolo nei pressi di Nantes, nell’ovest della Francia, da cui trae grande ispirazione. “Ho bisogno dei suoi spazi vuoti e decadenti per immaginare nuove creazioni” dichiara. Ne è un esempio la panca di quercia costruita ispirandosi a un modello del XV secolo ritrovato nella cappella del palazzo,
mentre gran parte dei suoi progetti di mobili sono realizzati con legno di querce cadute nella sua proprietà. Fermo sostenitore della necessità di collaborazione con gli artigiani francesi, il suo obiettivo dichiarato è quello di produrre oggetti che durino e possano essere tramandati alle generazioni future. “Adrien ama immaginare nuove soluzioni, degli oggetti multifunzioni e desidera innovare” sottolinea Pierre Yovanovitch. “Allo stesso tempo, cerca linee rigorose e forme semplici. Ed è quel mix di esuberanza e rigore che mi piace molto”.

Tra i Rising Talents di gennaio anche la designer franco-svizzera Julie Richoz. Si è fatta notare per la prima volta aggiudicandosi il Grand Prix Design Parade a Villa Noailles nel 2012, per poi aprire il suo studio di Parigi l’anno successivo. Da allora ha collaborato con prestigiose gallerie sulle due sponde del Canale della Manica (kreo a Parigi e Libby Sellers a Londra), oltre a firmare progetti per alcune delle principali aziende di design europeo: mobili da esterno per Tectona, l’organizer da scrivania Fierzo per Alessi e la lampada da soffitto Cité per Louis Poulsen.

Quest’ultima è costituita da sei pannelli ricurvi disposti in una composizione ritmata: “Mi piace l’idea dell’iterazione, afferma, ma con qualche sottile variazione”.Richoz non nasconde la sua predilezione per le forme curve e ammette di adorare il vetro colorato, un materiale che ha esplorato per la prima volta con i suoi vasi Oreilles, prodotti durante una residenza al CIRVA di Marsiglia.

Le opere di Laureline Galliot sono invece concepite tratteggiando con le dita su un iPad o indossando una maschera per realtà virtuale abbinata a software originariamente sviluppati per l’animazione dei cartoni animati. Un video su YouTube la mostra mentre esegue ampi movimenti con un joystick, come se stesse eseguendo un’elaborata coreografia.

In entrambi i casi, non c’è un’idea prestabilita della forma che prenderà l’oggetto finale: sono le pennellate virtuali a imporla, nel momento stesso in cui vengono eseguite. Cita tra le sue fonti di ispirazione i dipinti della scuola del Fauvismo e gli espressionisti tedeschi, e le sue creazioni sono nello stesso tempo gestuali, luminose e pittoriche. Includono la collezione di ceramiche multicolori Contour et masse, nonché il corposo tappeto Tufty prodotto da Nodus. Quattro dei suoi pezzi sono già presenti nella collezione di design nazionale francese presso il Centre National des Arts Plastiques di Parigi.

Per Mathieu Peyroulet Ghilini una delle preoccupazioni progettuali è la ragione intrinseca per cui un oggetto assume una forma invece i un’altra. Un’idea approfondita con Sophistication, una serie di quattro cavalletti.
Il progetto gli ha fatto conquistare il Grand Prix Design Parade a Villa Noailles nel 2013, grazie al quale ha potuto effettuare un soggiorno come resident designer presso la manifattura di porcellane di Sèvres e un altro presso il Centro Internazionale di Ricerca sull’Arte del Vetro (CIRVA) a Marsiglia.Il suo lavoro tende ad essere in qualche modo enigmatico.
Ad oggi, il suo lavoro è stato esposto presso il Centre Pompidou di Parigi e l’Istituto Francese di Colonia. Suo il progetto Elephant Mirror, uno specchio ornato con un tubo luminoso creato per la prestigiosa Galerie kreo.

La sua creazione più interessante, tuttavia, è forse il Mur de Sèvres, una sorta di impalpabile parete sospesa costruita con intrecci di corda e porcellana, ispirata al sistema di decorazioni murali ad incrocio che la mecenate Marie-Laure de Noailles usava per esporre le opere d’arte nel suo hôtel particulier parigino.

“Vogliamo portare il design in quei settori dove oggi non ti aspetteresti di trovarlo”, dichiara Natacha Poutoux, parte della coppia di designer Natacha & Sacha, con studio a Parigi. Con il socio Sacha Hourcade si dedica in particolare a nuove interpretazioni dei prodotti elettronici domestici: oggetti che Natacha e Sacha ritengono siano troppo spesso lasciati alla sola immaginazione degli ingegneri. Tenendosi lontani dalla plastica, nei loro progetti introducono materiali alternativi: sono autori di un umidificatore d’ambiente realizzato parzialmente in vetro come fosse un vaso scultoreo, e di un hard drive portatile in ceramica la cui forma facilita la ventilazione naturale, permettendo di fare a meno delle ventole.
Entrambi hanno studiato all’ENSCI-Les Ateliers di Parigi, dove hanno sviluppato insieme il progetto Computer Variations, il cui obiettivo era quello di rinnovare le tradizionali workstation. Il piano di lavoro diventa uno schermo touch-screen che si completa con un binario in alluminio in grado di connettere in modo personalizzato svariati tipi di accessori hi-tech.


In questo momento stanno esplorando il mondo dei sistemi di riscaldamento. “Ci interroghiamo su come riscaldare dei grandi volumi riducendo la temperatura generale degli ambienti”, spiega Sacha. Le soluzioni ecologiche che hanno individuato sono il radiatore Briques, una sorta di spartito realizzato in materiale refrattario sospeso a un binario elettrificato, e il tessuto termico chiamato Parterre, intessuto con filamenti in grado di trasmettere calore. L’idea è che può essere usato per trasmettere il giusto calore direttamente al corpo invece di scaldare l’intera stanza. Il consumo di elettricità stimato è fino a 16 volte inferiore rispetto al riscaldamento tradizionale.

Wendy Andreu ha invece il suo focus nell’esplorazione dei materiali. Ha studiato artigianato, con specializzazione in lavorazione del metallo, all’Ecole Boulle di Parigi prima di passare alla Design Academy di Eindhoven dove ha iniziato a sviluppare Regen (‘pioggia’ in olandese), una serie di oggetti realizzati con un materiale innovativo costituito da fibre di cotone e lattice lavorati su stampi personalizzati in acciaio tagliato al laser. Il tessuto impermeabile risultante le è valso il Dorothy Waxman Textile Design Award durante il New York’s Textile Month del 2017.


Andreu ha impiegato questo tessuto inizialmente per una serie di borse, cappelli e impermeabili realizzati a mano, e ormai quasi impossibili da reperire (sul suo sito web sono sold-out). In tempi più recenti ha applicato lo stesso concept a grandi sedute composte da cuscini: ogni pezzo può richiedere oltre 300 ore per la sua produzione.
Tuttavia, ciò che affascina Andreu più di ogni altra cosa è il processo creativo ed è
evidente la cura posta nel fare in modo che i suoi progetti non nascondano il modo in cui sono realizzati. Andreu annovera tra i suoi clienti lo stilista Rick Owens e lo studio di design londinese Toogood, oltre ad essere rappresentata dalla prestigiosa galleria milanese Nilufar. Altri suoi progetti includono sgabelli a otto gambe in acciaio patinato, nonché una serie di librerie in alluminio create in collaborazione con Bram Vanderbeke

Versatile, ama allo stesso modo i progetti di pezzi unici e di prodotti industriali, e ha recentemente esplorato il mondo dei tessuti con il tappeto Binaire in rafia a motivi irregolari progettato per la Manufacture Cogolin. Tuttavia, se chiediamo a Richoz quale incarico la farebbe sognare, fatica a darci una risposta: “Forse qualcosa di veramente piccolo, o di estremamente grande -dice- Ma non riesco davvero ad individuare nulla in particolare”

A MAISON&OBJET, dal 17 al 21 gennaio al Parc des Expositions di Parigi Nord Villepinte.