Corrado Levi: Tra gli spazi

Pubblicato il Di in Eventi

Triennale Milano presenta Tra gli spazi, una mostra diffusa in tutto il Palazzo dell’Arte dedicata alla figura eclettica di Corrado Levi, architetto, artista, intellettuale, agitatore culturale, docente, critico, curatore, collezionista. La mostra è a cura di Joseph Grima e Damiano Gullì. La ricerca di Levi è ripercorsa attraverso una selezione dei suoi lavori più rappresentativi – installazioni site specific, interventi ambientali, sculture, oggetti di design, opere pittoriche, progetti architettonici – realizzati tra il 1982 e il 2020 e messi in dialogo con l’architettura di Triennale. La scelta di disseminare nei vari ambienti e spazi comuni le opere – che quasi si vanno a confondere in maniera mimetica con il preesistente o emergono inattese per i sorprendenti contrasti con l’architettura – riflette la pratica e la poetica di Levi.

L’artista opera sempre in una dimensione interstiziale, di passaggio e scivolamento tra le discipline e le tecniche. Animato dalla volontà di sviluppare l’arte anche attraverso contaminazioni e aperture a esperienze non artistiche, Levi sceglie e rielabora elementi del quotidiano e del banale, su cui interviene con piccoli gesti, caricandoli di nuovo senso, senza rinunciare a leggerezza e ironia e sempre con un forte rimando alla sfera personale e al proprio vissuto.

L’insistenza sul corpo o, per meglio dire, sulle sue parti, è una costante in Levi: un corpo spesso evocato nella sua assenza, come nell’installazione Desiderando gli amici del 1992 – composta da una sequenza di cinture appese – o nell’intervento site specific Uomini di Corrado Levi, del 1985, realizzato nello stabile abbandonato della Brown Boveri – o ancora nel Motosauro del 1991, animale di fantasia la cui silhouette è composta da una serie di caschi da motocicletta.

Il corpo può anche essere tradotto in segni veloci e aggrovigliati, in gesti rapidi e nervosi, con un fluido scivolamento dall’astrazione alla figurazione, come nel dipinto di grandi dimensioni Figura in movimento del 1982 o nell’intervento ambientale Pittura su muro e porta del 1985. Anche l’architettura è intesa da Levi come un corpo su cui intervenire e da modellare, esemplare in questo senso Baci Urbani, piercing in scala monumentale realizzato in collaborazione con il collettivo di artisti e architetti Cliostraat nel 1996 per un palazzo di Torino e riproposto in Triennale in una nuova versione. Forte l’impegno sociale e politico di Levi, evidente nella Panchina rosa triangolare, monumento dedicato alle vittime omosessuali delle persecuzioni nazifasciste, realizzato nel 1989 con il Collettivo R.O.S.P.O. della Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Costante inoltre è il confronto con il design, dalla lampada Edipo del 2003 all’Attaccapanni del 2017, omaggio allo Sciangai dei DDL, attualmente esposto nel Museo del Design Italiano.


Gioielli guaritori
per Cinzia Ruggeri, 1986.
Fotografie Ilvio Gallo.

Negli anni Corrado Levi con sensibilità rabdomantica ha intercettato e promosso alcune delle esperienze più significative della scena artistica milanese e non solo. La sua vita è costellata di luoghi e incontri speciali, da Torino a Milano, da New York a Marrakesh, da Felice Casorati a Carlo Mollino, a Carol Rama, figura omaggiata in Triennale attraverso l’opera Chiodo di Corrado, da lei realizzata in occasione della mostra alla Biennale di Venezia del 1993, curata dallo stesso Levi. I visitatori avranno come strumento di visita una mappa che sarà distribuita all’ingresso e li accompagnerà – dall’Info Point al Caffè, dal Bookstore al Salone d’Onore fino ai posti più inaspettati – alla scoperta delle opere e dei progetti di Levi che nel loro confrontarsi con gli spazi di Triennale si aprono a nuove possibilità di lettura.

In occasione del finissage della mostra, il 23 febbraio alle ore 16.30 sarà presentato il documentario Corrado Levi Marrakech Theorie 2006-2019 di Alice Guareschi, in collaborazione con Milano Design Film Festival.

In copertina: Piercing Baci urbani, Torino, 1996. Con il gruppo Cliostraat. Courtesy Ribot Gallery