Nuove date per la XXVI edizione di ARTIGIANATO E PALAZZO

Pubblicato il Di in Eventi

Giorgiana Corsini e Neri Torrigiani, organizzatori di ARTIGIANATO E PALAZZO, annunciano le nuove date della Mostra, 17/20  settembre 2020.  Un settore quello dell’artigianato che, oltre a salvaguardare e valorizzare un patrimonio inestimabile di arti e mestieri, rappresenta oggi ancor di più una valida proposta occupazionale e imprenditoriale, una dimensione culturale per il nuovo futuro che ci troveremo ad affrontare, dopo l’emergenza che stiamo vivendo. Gli artigiani sono da sempre portavoce di un’economia a dimensione umana fatta di legami con il territorio, la famiglia, la tradizione, l’attenzione al valore di tempi lunghi e pensati ed il rispetto dell’ambiente.

La XXVI edizione di ARTIGIANATO E PALAZZObotteghe artigiane e loro committenze porterà a Firenze, nel seicentesco Giardino Corsini, una nuova selezione di oltre 90 testimoni della più alta tradizione artigiana con un importante focus sulle generazioni emergenti, in un percorso tra ceramisti, molatori del vetro, sbalzatori dell’argento e orafi, intagliatori, restauratori, liutai, sarti, intarsiatori di pietre dure e legno, intrecciatori della paglia, designer e molto altro.

Un’offerta selezionata e diversificata – quella promossa dall’Associazione culturale Giardino Corsini da un progetto di Giorgiana Corsini e Neri Torrigiani – un’occasione di riflessione e di condivisione anche su i nuovi stili, interpreti delle relazioni in continuo movimento tra tradizione e innovazione, manualità e tecnologia – attraverso l’incontro con maestranze specializzate che svelano i loro segreti, mentre sono a lavoro nei loro piccoli angoli di bottega ricostruiti per l’occasione nelle limonaie e tra i parterre del giardino all’italiana.

Aspettando ARTIGIANATO E PALAZZO, è in corso “GIAMBOLOGNA E LA FATA MORGANA”, la nuova campagna di raccolta fondi a favore del patrimonio culturale, rivolta a privati ed aziende. Un nuovo progetto di mecenatismo voluto da Giorgiana Corsini e Neri Torrigiani che nel 2018 hanno donato un contributo di 50.000 euro per la riapertura del Museo della Manifattura Richard Ginori di Doccia e nel 2019 la cifra di 40.000 euro per finanziare i restauri delle opere d’arte realizzate per la comunità russa a Firenze tra Ottocento e Novecento.

L’obiettivo è dunque riprodurre artigianalmente con tecnologie modernissime la statua da ricollocare nel luogo per cui è stata pensata e successivamente restaurare l’intero complesso della “Fonte della Fata Morgana” – conosciuta dai locali anche come “Casina delle Fate” – fatto costruire da Bernardo Vecchietti nella seconda metà del Cinquecento all’interno del parco della villa Il Riposo, sua residenza estiva immersa nel Chianti ai piedi del colle di Fattucchia, nell’attuale comune di Bagno a Ripoli

A completamento della campagna di raccolta fondi “GIAMBOLOGNA E LA FATA MORGANA”, anche quest’anno gli organizzatori di ARTIGIANATO E PALAZZO hanno inoltre deciso di coinvolgere un giovane ed affermato artista contemporaneo a cui produrre dieci opere in modo che le donazioni raccolte confluiscano nella raccolta fondi.

Sarà dunque Nicola Toffolini – artista che ha appena ricevuto la prestigiosa borsa di studio Grant della Pollock Krasner Foundation di New York a riconoscimento ed a sostegno del suo lavoro –  attraverso un percorso già iniziato con con gli studenti del corso di scultura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze del professor Cristian Biasci, a realizzare dieci pezzi unici presentati in un apposito Catalogo con un testo introduttivo di Antonio Natali, già direttore della Galleria degli Uffizi.

Nuove opere d’arte ispirate a quelle del Giambologna sottratte nei secoli all’edificio della “Fonte della Fata Morgana” e andate disperse: in primis il “mascherone” di Medusa – originariamente collocato nella nicchia esterna dalla quale i viandanti potevano approvvigionarsi dell’acqua – ma anche il “mostaccio di gatto” da cui zampillava l’acqua, lo stemma della famiglia Medici con relativo Toson d’Oro del Granduca Cosimo I di Toscana e il sole del “trigramma” di San Bernardino da Siena (la scelta del Santo è chiaramente legata al nome del committente Bernardo Vecchietti).