The State of the Art of Architecture Milano

Pubblicato il Di in Eventi

Triennale Milano presenta The State of the Art of Architecture Milano, a cura di Joseph Grima, una riflessione sulla produzione di nuove forme di pensiero architettonico contemporaneo attraverso il coinvolgimento di 38 studi di architettura e ricercatori innovativi ed emergenti.


(ab)Normal, Paraphernalia
Photo: Prepperism © (ab)Normal

La mostra vuole indagare le nuove direzioni dell’architettura concentrandosi sulle generazioni future per capire quali siano le linee di sviluppo dell’attività progettuale. The State of the Art of Architecture Milano reinterpreta in chiave contemporanea alcuni riferimenti storici e culturali che hanno segnato la storia dell’architettura moderna. Il titolo riprende infatti l’omonima conferenza di Stanley Tigermann del 1977 alla Graham Foundation di Chicago, successivamente impiegato da Joseph Grima e Sarah Herda per l’edizione inaugurale della Chicago Architecture Biennial del 2015.


APPARATA, Collective Necessity. Housing for London / Necessità collettive. Alloggi per Londra
Photo:  © APPARATA

Oltre all’evento del 1977 altre fonti di ispirazione sono i Congrès Internationaux d’Architecture Moderne di Le Corbusier e le Charlottesville Tapes, in quanto momenti fondamentali di discussione e ricerca sullo stato dell’architettura contemporanea. Il format espositivo si ispira invece, da un lato, al saggio di Walter Benjamin Unpacking my library e, dall’altro, a un’opera d’arte cruciale di Marcel Duchamp, la Boîte-en-Valise. I materiali e i progetti in mostra saranno costituiti da tutto quello che potrà essere letteralmente “portato in valigia” a Milano dagli architetti invitati, che dovranno selezionare quanto possa rappresentare al meglio la loro ricerca, adeguandosi allo spazio ristretto del contenitore, riprendendo appunto la celebre affermazione di Duchamp: “Tutto quello che ho fatto di importante potrebbe stare in una piccola valigia”. Dal 13 al 15 febbraio 2020 gli architetti coinvolti, presenteranno e metteranno in scena quanto contenuto nelle loro valige e il pubblico potrà così assistere in diretta all’allestimento della mostra, che sarà essenziale e realizzato con materiali zero waste.


DOMA. A platform for equitable housing.
As a project, it addresses the global housing crisis by redesigning its financial architecture, rather than its built form.

I lavori e le ricerche saranno suddivisi per aree tematiche, quali, ad esempio, scienza dei materiali, riuso e modularità, nuove economie, toccando aspetti legati alla ricerca architettonica più tradizionale, ma allargando al contempo la prospettiva a nuovi ambiti di ricerca economica, sociale e teorica connessi al fare architettura oggi. In mostra progetti di: (ab)Normal; Adjustments Agency; APPARATA; Bollería Industrial; Center for Spatial Technologies; DOMA; feminist architecture collaborative; Fosbury Architecture; Fru*Fru; GAFPA; Heat Island; Ibiye Camp; KOSMOS; Mae-Ling Lokko; Marjan van Aubel; Mathieu Bujnowskyj, Titouan Chapouly (Hutte.xyz); MBL Architectes; Michaela Büsse; MILLIØNS; Nashin Mahtani; NM3; OASI; Olivia Page; OMMX; Parasite 2.0; Pedro Pitarch; Plan Comun; PLSTCT; REAL; Rebediani Scaccabarozzi Paesaggisti; Romina Grillo Liviu Vasiu; Something Fantastic; Studio GISTO; Studio Ossidiana; Supervoid; The Decorators; Traumnovelle; Trees.