Arredativo Design Magazine

IL DESIGN DELLE COSE: la moka

Tra gli oggetti di design quotidiano, la moka è senza dubbio quello più diffuso nelle case degli italiani. Questa macchina per il caffè è stata ideata nel 1933 da Alfonso Bialetti. Si dice che la moka sia il prodotto di Design Italiano più famoso nel mondo. Certo è che questo oggetto, oltre ad essere esposto nelle nostre credenze, è presente anche nella collezione permanente del Triennale Design Museum di Milano e del MoMA di New York.

All’epoca dell’invenzione Alfonso Bialetti era  il titolare di un’officina per la produzione di semilavorati in alluminio. L’ispirazione per questo progetto che avrà un successo internazionale, gli venne osservando la moglie fare il bucato con una lavatrice chiamata lisciveuse. Questa lavatrice, si aveva una sorta di caldaia nella quale si mettevano i panni, l’acqua e il detersivo, con un tubo alla cui estremità superiore c’era un foro. Giunta ad ebollizione, l’acqua risaliva lungo il tubo, qui, si raffreddava e riscendeva, sciogliendo la liscivia, che così si spargeva sui panni. 

Da qui l’invenzione della Moka Express, che il  figlio di Alfonso Bialetti, rese famosa in tutto il mondo come caffettiera con l’uomo con i baffi. 

Foto di ElisaRiva da Pixabay

Pare che il nome derivasse dalla città di Mokha in Yemen, una delle prime e più rinomate zone di produzione di caffè, in particolare la pregiata qualità arabica. 

Ma il caffè si consumava anche prima dell’invenzione della moka poichè in Europa il caffè importato dall’arabia, si beve già nel ‘500. All’epoca dell’invenzione della moka al nord la consuetudine era rappresentata dall’uso del “pentolino”, mentre al sud si utilizzava la Napoletana. 

Per molto tempo infatti il metodo più diffuso era quello di lasciar bollire il caffè insieme all’acqua, facendo appena depositare la polvere e poi si versa nelle tazze formando i cosiddetti“fondi”. Agli inizi dell’800 si iniziano però a studiare soluzioni diverse tra cui la così detta “moka napoletana” conosciuta anche come “cuccumella”, inventata dal francese Morize nel 1819. Era un metodo molto diffuso ma che con l’invenzione della moka di Bialetti, venne gradualmente soppiantata, sebbene sia comunque ancora prodotta.

Va detto anche che esistono tanti altri modi di consumare il caffè. Come il caffè “arabo” o il caffè “turco” che si ottiene usando una caffettiera particolare detta “Ibrik/Cezve” o il Caffè all’americana che viene fatto con “caffettiera a filtro”. C’è poi la  “caffettiera a stantuffo” anche questa ideata nel 1933 circa. 

pentolino per caffè turco

Torniamo a parlare della moka il cui progetto originale ha subito negli anni solo lievi modifiche nella forma. Tipica è la sua struttura ottagonale in alluminio, brevettata, che rappresenta uno degli elementi distintivi e di originalità di questo prodotto icona del Made in Italy.

Tra i brand di design che si sono misurati con questo tema c’è Alessi. In collezioni figurano moltissime caffettiere disegnate da famosi designer che hanno reinterpretano la caffettiera. Tra questi Richard Sapper con la sua caffettiera 9090 di “Alessi”, premio Compasso d’oro nel 1979. Oltre ad essere la prima caffettiera per espresso della storia di Alessi è anche il primo oggetto di Alessi per la cucina realizzato dopo gli anni ’30. Come la Moka Bialetti è conservata nella “Permanent Design Collection” del Museum of Modern Art di New York. Alla base del progetto di Richard Sapper c’era l’intento di produrre una macchina nel modo più economico e con le attrezzature già in possesso di Alessi. Il core business dell’azienda è infatti la produzione di oggetti in acciaio inossidabile mediante stampaggio a freddo dei metalli. I principi cardine attorno ai quali si sviluppò il progetto di Sapper erano: la sicurezza, maneggevolezza e monomatericità 

Le caffettiere espresso, già presenti all’epoca, in caso di malfunzionamento diventavano pericolose, al contrario della 9090 e così semplice che può anche essere utilizzata e pulita in tutta comodità e sicurezza con una mano sola. La monomatericità conferisce armonia all’oggetto ed ovvia al problema del ricambio dei manici, che essendo fatti in plastica, quando si bruciavano si doveva sostituire l’intera caffettiera. 

Tra le altre moka più iconiche di Alessi c’è La conica, primo progetto di caffettiera espresso dell’architetto Aldo Rossi, nata come un gioco di forme geometriche semplici , una mini architettura per la tavola.

Una caffettiera in acciaio inox 18/10, bella da vedere e facile da usare a cui fa seguito La cupola anche questa una caffettiera disegnata da Aldo Rossi.

Ultima in ordine di realizzazione nella collezione Alessi c’è  la caffettiera “Moka” che David Chipperfield ha ridisegnato per il famoso brand italiano. L’architetto inglese si è confrontato con il mito della caffettiera espresso italiana miigliorandone alcuni dettagli e intensificando l’essenza affettiva del suo rituale. “Un archetipo – dichiara Chipperfield – con una sua autorevolezza indipendente di cui volevo preservare le qualità più importanti: il materiale, il suono, la forma essenziale dei suoi angoli”.

Il progetto che ne risulta è il contributo più recente di un grande autore contemporaneo sul tema dell’evoluzione degli archetipi industriali. 

Un’interpretazione d’autore di una intramontabile icona della cultura italiana. Disponibile anche nella versione con doppio filtro a imbuto, che permette di per preparare non solo il caffè espresso ma anche quello “all’americana”. Può essere utilizzata su qualsiasi fonte di calore, anche a induzione.

Proprio in occasione del lancio della nuova Moka disegnata da David Chipperfield, nel 2019 durante la Design Week di Milano, Alessi ha celebrato questa icona del disegno industriale con un progetto speciale al Mudec: MOKA ALESSI. DESIGN & RE-DESIGN. From Richard Sapper (1979) to David Chipperfield (2019): una mostra sull’evoluzione delle caffettiere Alessi.

Il progetto espositivo A new moka is blooming è stato sviluppato con la direzione creativa di Federico Pepe, di Le Dictateur Studio nato dalla volontà di Alessi di rinnovare uno degli archetipi del quotidiano: la moka è il simbolo di un’idea che, seppur già perfetta, può evolversi nel tempo ed essere un’icona dinamica. In questo senso la nuova Moka disegnata da Chipperfield è un elogio alla capacità di rinnovarsi, di adattarsi a nuovi contesti e sfide, consolidando il proprio ruolo nel mondo.

La Moka nella sua nuova edizione pensata dall’architetto David Chipperfield, diventa il centro di un racconto che vede protagonista l’anima democratica di questa icona del disegno industriale, simbolo di una memoria condivisa celebrata in tutto il mondo. Alessi con questa mostra ha voluto fare l’omaggio, non solo ad uno degli emblemi dell’italianità, ma anche ad un progetto che è profondamente radicato nella storia della famiglia Alessi e del brand.

Quando venne ideata la “caffettiera” questa rappresentò sicuramente una grande innovazione funzionale. A questa unificazione nel modo di fare il caffè si aggiunsero anche innovazioni economiche che contribuirono a tenere il prezzo accessibile, facendo diventare la moka un oggetto immancabile nelle case degli italiani, oltre ad un uso della comunicazione senza precedenti. La moka, infatti, fu tra i primi protagonisti di campagne pubblicitarie anche televisive.

Il suo successo unico ha dato inevitabilmente origine, negli anni successivi, ad una sperimentazione intorno al prodotto che ha coinvolto aziende e progettisti.

Quando nel 1979 Alessi debutta nel mondo delle caffettiere affrontando  la duplice sfida: entrare in un mercato nuovo per l’azienda e trasformare in oggetto di design un prodotto popolare. E’ così che nasce la prima caffettiera del brand, la 9090 di Richard Sapper.

Dal 1979 ad oggi l’azienda non ha mai sospeso la propria attenzione intorno all’oggetto “caffettiera” e in quarant’anni ha invitato i più celebri designer e architetti a confrontarsi con questo prodotto. La mostra di Milano esponeva i primi progetti degli anni Ottanta e Novanta come appunto: La Conica (1984), La Cupola (1988) e Ottagono (1993) di Aldo Rossi, la Mix Italia disegnata nel 1993 da King-Kong (Stefano Giovannoni e Guido Venturini), la Pelicano (1995) di Michael Graves. 

E i prodotti degli anni Duemila che hanno visto protagoniste la RS09 (2006) di Richard Sapper, la Pina (2006) di Piero Lissoni, la coffee.it (2008) di Wiel Arets, la Moka (2012) di Alessandro Mendini, la Ossidiana (2014) di Mario Trimarchi – altro Compasso d’Oro –, la Pulcina (2015) di Michele De lucchi, per arrivare alla Moka (2019) di David Chipperfield.

In mostra, c’erano anche una serie di materiali inediti provenienti dal Museo Alessi.

Ed il percorso espositivo si concludeva con la narrazione sviluppata intorno alla nuova Moka di Chipperfield, ideata dalla mente creativa di Federico Pepe, e affidata al talento di Virgilio Villoresi, cineasta dal linguaggio colto e autoriale, che ha creato per Alessi un film e un’installazione, in cui sogno, fantasia e immaginazione (interpretati attraverso i suoi codici poetici, magnetici, analogici) si fondono, dando origine ad una dimensione inattesa, magica e fiabesca.

A proposito della mostra Alberto Alessi ha detto “La mia storia e quella della mia famiglia sono strettamente legate alla moka”, ricorda. “Il rassicurante brontolio del caffè è entrato nell’immaginario collettivo come immagine del quotidiano che si ripete ogni mattina: per molti è un rito, per tanti un’abitudine, per quasi tutti è soprattutto un piacere irrinunciabile. Ed è stata questa la sfida più grande, quella di innovare un oggetto iconico che rappresenta un modo di vivere. La nuova Moka disegnata da David Chipperfield riassume in sé tutte le caratteristiche emozionali dell’oggetto e lo spirito innovativo che già dagli anni ’30 caratterizzava il suo design…”