IL DESIGN DELLE COSE: la sedia

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Archetipo della sedia, la Chiavarina o sedia di Chiavari, è la seduta tradizionale tipica dell’artigianato ligure.

A creare questa sedia fu nel 1807  Giuseppe Gaetano Descalzi, ebanista di Chiavari, il quale, venne incaricato dal marchese Stefano Rivarola, presidente della Società economica di Chiavari, di creare delle sedie rielaborando alcuni modelli di sedie francesi in stile Impero. Campanino, cosi veniva soprannominato l’ebanista, semplificò le decorativo e ridusse le sezioni degli elementi strutturali.

La sedia riscosse così tanto successo, che in breve tempo a Chiavari e dintorni, nacquero moltissime manifatture. Nel 1855 alla morte di Gaetano Descalzi, nella zona c’erano circa 600 operai impiegati nella produzione di queste sedie.

Caratteri distintivi di questa sedia sono la robustezza e la leggerezza, ottenute attraverso particolari accorgimenti costruttivi. Ogni componente della sedia è dimensionato in base alle sollecitazioni specifiche a cui è chiamato a rispondere. Il sistema di incastri pensato dal Campanino concorre alla robustezza della struttura. Si racconta che per verificare la resistenza della sedia, il Campanino gettò la sedia dalla finestra e pare che questa, pesante di poco più di un chilogrammo, sia rimbalzata sulla strada sottostante senza rompersi.

I legni utilizzati in origine erano il ciliegio selvatico e l’acero, a cui si aggiunsero il faggio e talvolta il frassino, tutti provenienti dai boschi dell’entroterra ligure.

La seduta della Chiavarina era composta da strisce sottili di salice palustre, intrecciata a mano in trama e ordito direttamente sul telaio della sedia infine annodata secondo il sistema ideato dal Campanino.

La sedia di Chiavari, viene realizzata ancora da realtà artigiane locali. Per la bontà della costruzione sono fondamentali tutte la fasi realizzative della sedia. Dalla scelta del legname, al taglio, dalla stagionatura del legno, alla lavorazione che inizia solo quando il legno è essiccato a dovere. Ovviamente, fondamentali sono anche l’assemblaggio, tradizionalmente fatto con colla animale scaldata a bagnomaria facendo si che gli incastri siano calibrati uno ad uno e connessi tra loro con molti “colpi di mazza”, l’impagliatura che contribuisce alla robustezza e la lucidatura .

La tradizionale sedia di Chiavari, fu d’ispirazione per Gio Ponti per uno dei suoi progetti più celebri: la Superleggera realizzata e prodotta da Cassina dal 1957. L’intenzione di Ponti con questo progetto, era quella di reinventare uno degli esempi più forti della tradizione. La sedia nasce in un contesto storico ed economico particolare, quello del secondo dopoguerra. I valori di questa sedia leggerezza, semplicità e stabilità era fondamentali per il progetto di Ponti, a cui c’e da aggiungere i bassi costi di produzione e d’acquisto. All’epoca infatti, era necessario realizzare oggetti d’arredamento con costi contenuti in modo da andare incontro alle difficoltà economiche delle persone.

La storia della Superleggera inizia nel 1949, quando Ponti realizza i primi due prototipi della sedia. Poi nel 1951 realizza un nuovo prototipo, riducendo il modello Chiavari  agli elementi essenziali. Questo prototipo è la  Leggera[ messa poi in produzione dalla Cassina .

Solo nel 1955 viene definito quello che sarà poi il modello definitivo. La struttura portante viene ri-progettata, le gambe e i montanti vengono ridisegnati con sezione triangolare e spessore di soli 18 mm e viene effettuato uno studio sugli incastri.

Per realizzarla, vengono scelti materiali leggeri e con buone capacità meccaniche. Il risultato finale è una sedia altamente tecnologica. La sedia è stata definita da Ponti una sedia priva di aggettivi, una normale sedia che torna alle sue origini.

La Superleggera è un “oggetto primo” che esprime un momento di grande trasformazione, resa possibile dalla collaborazione fra architetto e maestranze dell’azienda. La sfida è racchiusa nella sezione triangolare delle gambe, la più ridotta  possibile compatibilmente con le esigenze costruttive essenziali. Una sezione che, disse Ponti, “assottigliando visualmente la forma, la esprime”. 

Nota come Superleggera, questa sedia è disponibile oggi in varie versioni.

Ma la reinterpretazione di Giò Ponti, non è l’unica riproposizione della sedia di Chiavari. Anche Gucci  nel 2017 nella sua prima collezione casa, ha lanciato tra le altre cose, anche una sua personale rivisitazione delle sedie chiavarine, in una versione molto colorata e vivace, in linea con stile della celebre casa di moda.