Alla Triennale di Milano Raymond Depardon: La vita modrna

Pubblicato il Di in Eventi

Dal 15 ottobre 2021 al 10 aprile 2022, Triennale Milano e Fondation Cartier pour l’art contemporain presentano La
vita moderna, esposizione personale del fotografo e cineasta francese Raymond Depardon. Riunendo trecento fotografie e due film, La vita moderna è la più grande mostra mai realizzata dell’artista che, dagli anni Settanta, ha rinnovato profondamente il mondo dell’immagine contemporanea. Specificamente creata per Milano, la mostra rivela, attraverso molte tra le sue serie più emblematiche, quanto l’Italia abiti il suo lavoro.
Sotto la Direzione Generale di Hervé Chandès La vita moderna è concepita con la complicità dell’artista Jean-Michel Alberola, nella cornice della scenografia firmata da Théa Alberola.

ph. Andrea Rossetti


Condividendo la stessa visione della creazione e l’intento di trasformare lo spazio espositivo in un luogo di interrogativi sulle grandi sfide del nostro tempo, le due istituzioni hanno scelto, per la terza mostra in programma, di dedicare oltre 1300 m2 di spazi espositivi all’opera di un fotografo-regista che percorre il pianeta, attraversa le città e le campagne, dà la parola ai loro abitanti e pone sul mondo uno sguardo umanista.
Alla ricerca costante della giusta distanza, Raymond Depardon va incontro ai suoi soggetti con discrezione e umiltà, costruendo con pazienza un rapporto con gli esseri o i luoghi, dando voce a coloro che non ne hanno, rivelando ogni paesaggio come il luogo di un’esperienza umana attraverso l’obiettivo di una macchina fotografica o di una telecamera. Le sue prime immagini l’hanno condotto in Ciad o in Libano, dal nord al sud del continente americano, nei deserti e nei Paesi in guerra, quando il fotogiornalismo era il suo modo di percorrere il mondo e confrontarsi con il reale. Giovane reporter dell’agenzia Dalmas, nel 1966 è uno dei co-fondatori dell’agenzia fotografica Gamma e, una decina d’anni dopo, inizia a collaborare con Magnum, di cui è tutt’oggi uno dei membri fondatori. Presentandosi come “un passeggero del (suo) tempo”, sperimenta diversi modi di approcciare il mondo – prima la fotografia, poi la regia – ponendo l’immagine, fissa o animata, al servizio di una scrittura semplice, unica, spesso frontale. Che segua un uomo politico in campagna elettorale o un contadino nella sua quotidianità, che visiti un palazzo di giustizia o un ospedale psichiatrico, Raymond Depardon è in grado di mettersi in disparte per lasciare posto al soggetto, senza cercare l’istante decisivo e preferendo il reale al sensazionale. Questa maniera di vivere il mondo, all’inizio sperimentato attraverso il fotogiornalismo, poi, dalla fine degli anni Settanta, attraverso serie più personali, gli attribuisce un posto speciale nella storia della fotografia e del cinema.

ph. Andrea Rossetti

L’esposizione La vita moderna mostra la ricchezza dell’opera di Raymond Depardon, la diversità dei suoi soggetti e la coerenza del suo percorso, attraverso otto serie fotografiche, due film e l’insieme dei libri che ha pubblicato.

ph. Andrea Rossetti

Prendendo in prestito il titolo dal film che, nel 2008, conclude la trilogia Profils paysans, l’esposizione conduce il visitatore in una successione di interrogativi che attraversano tutta l’opera dell’artista: quali sono i soggetti che richiamano il colore e quelli per cui si impone il bianco e nero?
Come evocare, in un’immagine, le trasformazioni di un paesaggio?
Qual è il posto del fotografo e qual è la giusta distanza dal soggetto? Come distaccarsi dall’evento per rivelare i margini e i bordi? Cos’è la modernità in fotografia quando si percorre una zona
rurale o si attraversano le strade di una città post-industriale?
Il dualismo – tra bianco e nero e colore, tra visi e paesaggi, tra terra avita e modernità – non diventa antagonismo, ma rivela l’attenzione verso il mondo, una curiosità in movimento, uno sguardo aperto sull’incontro della diversità della nostra epoca.