The Architects Series – A documentary on: AMDL CIRCLE

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“The Architects Series – A documentary on: AMDL CIRCLE” è il 17° appuntamento del  format espositivo curato dal magazine THE PLAN per Iris Ceramica Group. Giovedì 8  luglio, dalle ore 18:30 alle ore 20:30, previa registrazione sulla piattaforma digitale di Iris  Ceramica Group, sarà possibile assistere alla proiezione di un video-documentario della  durata di 30 minuti e alla successiva lecture che ripercorrerà la straordinaria carriera di  Michele De Lucchi e del suo studio che dal 2019 prende il nome di AMDL CIRCLE. Il  webinar sarà trasmesso in diretta streaming dallo showroom di Iris Ceramica Group  di Milano con la partecipazione in tempo reale degli altri flagship store aziendali di Londra  e Berlino e un parterre di ospiti selezionati che potranno intervenire, dialogare e  confrontarsi con i protagonisti della conferenza. 

Designer, architetto e artista di fama internazionale, Michele De Lucchi è stato tra i  maggiori protagonisti delle correnti di avanguardia nell’architettura e nel design fin dagli  anni ‘70. Oggi guida AMDL CIRCLE, studio di progettazione multidisciplinare, rinomato  per il suo approccio umanistico all’architettura, al design e alla grafica. Il video 

documentario presenta anche il contributo del Direttore del Circle Angelo Micheli,  dell’International Business Director Davide Angeli, del responsabile di Produzione Privata Pico De Lucchi e dell’architetto Sara Casartelli. 

Dopo la laurea in architettura a Firenze (1975), Michele De Lucchi diventa assistente di  Adolfo Natalini, grazie al quale entra in contatto con movimenti di design radicale e  sperimentale come Cavart. Nel 1979 incontra a Milano Ettore Sottsass che lo coinvolge nel gruppo Memphis e lo incoraggia ad aprire uno studio proprio (1980). Sempre Sottsass lo presenta in Olivetti, dove De Lucchi rimane come Direttore Creativo fino al 2002,  La creatività, la propensione alla sperimentazione e l’incessante ricerca hanno portato  Michele De Lucchi a firmare elementi d’arredo per le principali aziende italiane ed europee  ricevendo importanti riconoscimenti come il Compasso d’Oro nel 1989 per la lampada  Tolomeo prodotta da Artemide (una delle più vendute al mondo) e nel 2001 per la  stampante Artjet 10 disegnata per Olivetti.

In 40 anni di attività, Io Studio ha realizzato architetture iconiche come l’UniCredit  Pavilion a Milano, il Pavilion Zero per Expo Milano 2015, il Palazzo di Giustizia a Batumi e  il Ponte della Pace a Tbilisi, in Georgia. Ha progettato edifici per il settore deII’hôteIIerie in Cina, Georgia e Giappone, oltre ad aver creato spazi museali per istituzioni come la  Triennale di Milano, la Fondazione Giorgio Cini Onlus a Venezia, il Neues Museum a  Berlino e il Palazzo delle Esposizioni a Roma. 

Nel 1990 all’interno dello Studio prende vita il laboratorio Produzione Privata, per  progettare e realizzare oggetti sperimentali, liberi da committenza, con la massima libertà  espressiva. Allontanandosi dai concetti di standardizzazione, i prodotti sono creati  secondo le tradizionali tecniche artigianali. Il laboratorio si compone di sette ‘settori’  ciascuno dei quali è dedicato a un materiale o a un concetto progettuale: vetro, legno,  metallo, marmo, ceramica e porcellana, ready-made e macchine minime.  

Dal 2018 AMDL CIRCLE si concentra sul progetto di ricerca Earth Stations, edifici  immaginari in cui i saperi dell’architettura sono spinti ai massimi potenziali tecnologici,  estetici e funzionali per cercare di avvicinarsi a una visione dove sostenibilità, benessere, salute e felicità siano alla portata di tutti gli abitanti del pianeta. Secondo la  

filosofia Earth Stations, un architetto non disegna solo le forme e i colori degli edifici ma disegna soprattutto i comportamenti delle persone che li useranno.  

Fedele al concetto di evoluzione e cambiamento, negli ultimi anni, lo Studio sta evolvendo  verso una nuova esistenza. Attraverso l’idea del Circle, Michele De Lucchi ha dato un  orientamento fluido e orizzontale alla struttura organizzativa per dare maggiore spazio e  libertà creativa ai giovani professionisti. Una scelta dettata dalla volontà di trasmettere un  patrimonio esperienziale e culturale ad altre persone, perché possano a loro volta  continuare il processo di crescita e sviluppo del mondo dell’architettura.