The Londoner: il progetto di hotellerie firmato da Yabu Pushelberg

Pubblicato il Di in News

Si trova esattamente nel cuore di Leicester Square ed è un hotel di grande impatto scenografico, con la sua facciata che si eleva fino a 30 metri di altezza e altri 32 metri sviluppati sotto il livello stradale.

Apre a Londra The Londoner, un hotel unico nel suo genere: progettato come un’ode all’arte della performance dallo studio Yabu Pushelberg, che si è ispirato ai simboli e agli archetipi delle produzioni cinematografiche e teatrali per dare un carattere unico agli spazi interni dell’hotel. In un percorso che si spinge verso il cielo ma non rinuncia ad esplorare aspetti underground, The Londoner è una sintesi del carattere estroverso, spiritoso e seducente di Leicester Square.

Al piano terra: La Reception

Si ispira al direttore della fotografia, colui che traduce in immagini concrete la visione del regista, determinando l’impronta visiva di tutto il film. In questo edificio sono la reception e la hall a ricoprire questo ruolo, accogliendo gli ospiti e creando l’atmosfera perfetta per un’avventura che sta per iniziare.


Concepita come “una scatola nella scatola”, la lobby del Londoner presenta pareti perfettamente parallele
con una struttura a forma di scatola sospesa appena sopra l’ingresso principale dell’hotel. Yabu Pushelberg ha impostato l’esperienza dell’arrivo con un approccio innovativo, celando la reception su un lato della hall al piano terra, e riservando uno spazio specifico agli ospiti dove eseguire il check-in remoto tramite smart phone ancora prima di attraversare la lounge e il bar della hall, per poi essere accolti da un assistente che li conduce verso le loro camere.
Lungo la parete di fondo dell’area del check-in troviamo una serie di nicchie contenenti oggetti che
suggeriscono ciò che attende gli ospiti: un linguaggio che si esprime su livelli diversi collegando molteplici
modi di raccontare la città di Londra.


Delicatamente sospesa proprio sull’isola del checkin, che si staglia come una sorta di storica biglietteria cinematografica ma con il tocco contemporaneo di un rivestimento a specchio, ci osserva una grande luna antropomorfa dai riflessi metallici, un’opera creata appositamente per questo spazio dall’artista Andrew Rae.

Tra l’ingresso principale e il resto dell’hotel si trova il bar della hall. Testimone delle esperienze degli ospiti, il bar
della hall quasi come un regista guida il cast e la troupe nel fondere in una forma artistica coerente gli elementi
drammatici e concettuali di una storia. Le zone dedicate alle sedute della hall e le aree di ritrovo sono interpretate
come un palcoscenico aperto, progettato per stupire e sedurre.


Il concept del bar richiama la forma di una scatola che si staglia su un fondale dove campeggia un sipario, in
un’atmosfera serena e cangiante. Un alone luminoso avvolge “la scatola”, definendo in modo teatrale lo spazio;
anche il soffitto a specchio contribuisce ad aggiungere ulteriori livelli visivi, in una scena pronta per l’azione.

Proprio di fronte al check-in, superando il salone dove campeggia un caminetto circondato da qualche riservata
seduta entriamo nel mondo di Whitcomb’s, il tempio della zona gastronomica del Londoner dove è possibile lasciarsi andare ai piaceri della tavola per l’intera giornata. Perfettamente allineata allo spirito della sceneggiatura desiderata dalla produzione, la sala da pranzo è il luogo d’elezione dei dialoghi tra i personaggi e pertanto influenza la trama, che si evolve modificandosi mentre la giornata avanza. Due grandi buffet in continua trasformazione sono a disposizione dalla prima colazione fino alla cena, veri protagonisti dello spazio con allestimenti dove dominano fantasia e poesia. Al mattino, gli ospiti sono accolti da una ricca prima colazione a buffet, mentre la sera i tavoli lasciano maggiore spazio alla decorazione che comprende forme antropomorfe ricoperte in oro. I personaggi creati dallo sceneggiatore riempiono il ristorante con la loro personalità, mentre essenziali ritratti in bianco e nero dal formato extra large si allineano lungo le pareti della zona dedicata al cibo; non si può non notare la coinvolgente installazione in filo metallico che abbozza un insieme di volti quasi affacciati dal soffitto, quasi a scrutare lo sceneggiatore mentre scrive la sua storia su carta.

Oltre il bar della hall si trova il cuore pulsante dell’hotel: una scala a vista che conduce gli ospiti dal piano terra
agli spazi per eventi che si trovano nella zona sottostante. Sospeso su un vuoto che si allunga per quattro piani si protende un lampadario appositamente realizzato con elementi dalla collezione Cipher di Yabu Pushelberg per Lasvit.

Lussuosamente progettata, con qualche richiamo alle strutture che si incontrano sui set, la scala gioca con la continuità visiva e fisica, invitando gli ospiti a diventare attori che salgono e scendono dal palco in un sottile dialogo teatrale.
Il primo spazio che si incontra al piano di sotto è la Green Room, luogo di elezione del mixer audio, ovvero colui che
registra e intensifica le voci, cura gli effetti sonori e garantisce che i dialoghi siano adeguatamente chiari; il
tecnico del suono ha lasciato un segno evidente nel club privato e nello spazio lounge del Londoner. Morbide onde
si rincorrono sulle pareti rivestite da setosi pannelli di legno ondulato, in un ambiente arredato con sontuose sedute in velluto che rincorrono la curvatura delle pareti. Le postazioni per il relax sono intimamente connesse tra loro in una continuità stilistica che rievoca una melodia attentamente stratificata. Un’esperienza coinvolgente amplificata dal grande soffitto a specchi che riflette le linee curve dello spazio e la luce morbida e rarefatta insieme al pattern grafico
del pavimento in mosaico di marmo verde.


Il ricco motivo in marmo si eleva dal pavimento per avvolgere una delle estremità della Green Room,
dove troviamo un bar per pochi intimi dal décor audacemente opulento. Simile alla cabina del mixer
audio, questo spazio conclusivo è amplificato dalle superfici riflettenti di grandi megafoni in oro rosa, che
non smettono di echeggiare anche visivamente un clima di divertimento disinibito.

Il Londoner ospita una sala da ballo con un bar e un ambiente lounge ad essa dedicati, per offrire agli ospiti un ambiente elegante e accattivante consacrato all’arte dell’intrattenimento e alle feste. Come un addetto alle
pubbliche relazioni segue un film e le sue star attraverso la stampa e gli eventi, la Ballroom è il luogo ideale per
esaltare con la migliore luce qualsiasi evento.

La Grand Ballroom è un’interpretazione contemporanea di una dotazione immancabile nei grandi alberghi della tradizione, caratterizzata da un approccio decorativo che dipana un alone luminoso attorno al perimetro del soffitto.
Non si tratta solo di illuminazione ma di luce utilizzata come arte, celata dietro una tenda di rete metallica morbidamente sospesa.


Prima della sala da ballo troviamo un salotto che accoglie la scala che penetra lo spazio. Una serie di
posti a sedere trasformabili offre una comoda flessibilità di allestimento, mentre un intimo standing bar
fornisce alla sala da ballo il giusto ambiente per la preparazione e il servizio dei cocktail. Questo spazio
può soddisfare le più svariate esigenze, consentendo diverse configurazioni in una scelta infinita – un
vero segno distintivo del lusso – sul fondale di pareti neutre rivestite fino al soffitto in pelle scamosciata.


Scendendo di un altro piano si trovano le sale riunioni e i comodi ambienti breakout dell’hotel.
Paragoniamo quest’area all’ambiente in cui un attrezzista teatrale allestisce il suo laboratorio, dove si
prende cura degli oggetti di scena e dei tesori della produzione.
La Gallery ospita, ognuna distinta con il nome di una delle più illustri gallerie d’arte londinesi, una serie
di sale riunioni che fiancheggiano il perimetro del pavimento e mettono a disposizione lussuosi tavoli da
conferenza rivestiti in pelle insieme a sedie e arredi accuratamente selezionati per aggiungere un tocco
di comfort residenziale agli spazi dedicati al lavoro.
Al centro del pavimento e quasi avviluppata attorno al basamento della scala si trova una scenografica
piattaforma dai gradini luminosi che scendono verso il piano principale, dove si trovano panche che
offrono un punto di osservazione privilegiato per cogliere ogni dettaglio della collezione di opere d’arte
che rivestono le pareti. Ogni opera è sospesa grazie a un sistema di carrucole regolabili, un omaggio
alle mutevoli scenografie che ogni teatro di posa può fornire.

Sorprendentemente vicino alla programmazione segreta è The Retreat, il piano che ospita una piscina, un centro
benessere, una palestra e un juice bar. Ispirato dal ruolo della scenografia, lo spazio è popolato da sedute e oggetti
decorativi che contribuiscono a definire un mood che richiama un’oasi dedicata al relax. Le porte dell’ascensore
si aprono scoprendo in modo teatrale una piscina e una spa splendidamente illuminate, immerse in una luce
apparentemente naturale.

Le cabanas private e gli ampi lettini offrono spazi riservati alla cura di sè e altri dedicati
alla socializzazione con amici e altri ospiti, superando il solito carattere di un bordo piscina per creare un invitante
luogo di ritrovo. Accanto alla piscina si trova un raffinato juice bar, che serve rinfreschi sani e invitanti all’ombra di grandi frutti scolpiti nella pietra o modellati nel metallo, aggiungendo uno strato di giocosità all’atmosfera.

Il MEZZANINO ovvero The Residence: La Drawing Room, l’Y Bar e la Whisky Room

Ci troviamo su un piano dedicato esclusivamente agli ospiti dell’hotel, dove tre ambienti esclusivi hanno la
funzione di accogliere chi desidera assaporare un drink, rilassarsi nella conversazione o partecipare a un’esperienza di incredibile valore. Senza scostarsi dagli obiettivi creativi del direttore della produzione, il supervisore degli effetti visivi ha imposto il suo carattere sul mezzanino riservato dell’hotel. In posizione elevata rispetto alla hall gli ospiti dell’hotel
accedono a questo ambiente esclusivo attraverso l’Y Bar.

Y Bar è un bar a forma di Y con qualche posto a sedere allineato sui lati; lo spazio risulta raccolto anche grazie alla pannellatura in legno che lo riveste, di aspetto neutro durante il giorno, ma con una sorpresa da scoprire
di notte. Mentre il sole tramonta infatti le superfici si animano con vivide illusioni di simboli e personaggi che impreziosiscono le pareti retroilluminate ad arte grazie ad una impiallicciatura applicata ai pannelli in legno.

Procedendo attraverso l’area Residence, gli ospiti possono salire al livello della Drawing Room, che si
affaccia sul bar. Ancora una volta il supervisore degli eventi artistici si è espresso liberamente nella
progettazione dello spazio. Un malinconico affresco firmato En Viu decora il soffitto e suggerisce che la
trasformazione dell’ambiente non sia ancora terminata. Un nuovo allestimento dilata lo spazio con
pannelli murali che scendono dal soffitto, avvolgendo la stanza in una lussureggiante scenografia di
flora e fauna. Grazie all’ampia varietà di posti a sedere, tra cui un divano ad angolo, tavoli da gioco e
divanetti, la lounge riservata ai soli ospiti si presta a qualsiasi esigenza, da comodo spazio di lavoro
fino all’intrattenimento rilassato.

Un tesoro riservato a pochissimi si cela in questo piano già di per sé esclusivo: è la Whiskey Room, cui
si accede attraverso una porta poco appariscente all’estremità del bagno riservato agli ospiti. Si tratta
di un ambiente simile a un portagioie, con appena sei tavoli, opulenti sedute in velluto verde e una
collezione dei migliori whisky del mondo. Ben protetta in un suo armadietto, ogni bottiglia occupa uno
spazio dedicato all’interno di una vetrinetta costellata di simboli decorativi come palme aperte e occhi
spalancati, che osservano giocosamente gli occupanti della stanza.

Al piano terra: La Joshua’s Tavern

La Joshua’s Tavern vuole essere una destinazione rilassata dedicata a chi vive nei dintorni e desidera godersi una pinta lasciandosi andare al piacevole dinamismo della decorazione murale curata da En Viu, con scene ispirate dalla Londra del XVIII secolo in cui viveva Joshua Reynolds, il più famoso tra gli abitanti di Leicester Square all’epoca.
Contenitori sospesi dall’allure industriale realizzati in rame proteggono le migliori birre lager e ale combinando funzionalità ed estetica per un risultato sorprendente. Qui si trova il luogo di riposo del tuttofare, colui
che più fatica sul set. Gli sgabelli in cuoio, i sedili laterali pieghevoli, le barre e gli scaffali in ottone lucidato aggiungono un tocco di spavalderia industriale a questa destinazione dedicata al relax dopo il lavoro. Grazie alle vetrate completamente a scomparsa, gli spazi a sedere dell’interno si moltiplicano all’esterno, enfatizzando la natura
inclusiva e accogliente di questa destinazione.


8 at The Londoner: l’attore


Nel punto più elevato dell’ampio progetto dell’hotel troviamo 8 at The Londoner, uno spazio di grande appeal che ospita un ristorante, un bar e una terrazza. All’ingresso spesse doghe in legno scuro si ergono dal pavimento al soffitto,
rivelando scorci del locale da pranzo. Oltre lo stand del maître si svela uno scenario seducente in cui il soffitto della zona dedicata al cibo è attraversato e suddiviso da una complessa rete di corde annodate, un esplicito riferimento all’antica e intima arte giapponese dello shibari.

Al centro del piano si apre una terrazza all’aperto delimitata da pareti di corda: gli ospiti non possono che rimanere affascinati dall’installazione scultorea in corda che è sospesa sopra un focolare aperto. Con chiare allusioni al più raffinato bondage, alla moderazione e alla possibilità di sciogliere
ogni nodo, 8 at The Londoner rappresenta le voci, le apparenze, i corpi e i gesti dei personaggi della produzione.


L1-L8 – Camere + Suite Guest


Gli ascensori che raggiungono le camere degli ospiti si trovano fuori dalla hall principale dell’hotel e
trasferiscono gli ospiti in vivaci corridoi dai colori alternati che distinguono i piani delle camere in un ritmo
dispari e pari. Porte laccate lucide si aprono su vestiboli privati, che attingono stilisticamente al carattere
introverso tipicamente britannico. Con una tavolozza di materiali minima si è ottenuto un effetto di grande coesione stilistica: l’uso del coloro block e di interventi grafici richiamano la stagione dei Mod.


L’ingresso è rivestito con boiserie in legno impiallacciato con proporzioni contemporanee, mentre l’adiacente zona bagno mantiene il concetto ricorrente di scatola cinese che prosegue fino alla camera da letto, creando l’illusione di uno spazio senza fine

In copertina e tutte le foto : ph credit ©Henry Bourne